ROMA – «Certamente non è compito dell’Ordine dei giornalisti pagare le pensioni ai colleghi, ma non preoccuparsi se chi deve corrisponderle possa non riuscirci significherebbe abbandonare la categoria al suo destino». Lo afferma il Comitato esecutivo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, presieduto da Carlo Verna, evidenziando che «se, come si discute da quasi due anni, si riuscirà ad ampliare la platea dei contribuenti, saremo tutti felici».
«E sì – incalza l’Esecutivo dell’Odg – che abbiamo dedicato più di una riunione del Consiglio nazionale per valutare se, in tal senso, l’Ordine possa fare qualcosa per aiutare l’Inpgi a convincere chi si sentirebbe “deportato”. È questa, infatti, l’espressione che usano alcuni diretti interessati».
«Quando si parla di garanzia pubblica – sottolinea l’Esecutivo dell’Ordine – non si vuole, pertanto, frenare il tentativo di allargare la platea, ma semplicemente chiedere che, nel caso non ci si dovesse riuscire, lo Stato non faccia spallucce mentre l’entità dei diritti viene travoltaı».
«Peraltro – prosegue l’Esecutivo guidato da Carlo Verna – il tema posto partendo dall’articolo 38 della Costituzione va anche al di là dei giornalisti e riguarda, in una fase di trasformazione del mondo del lavoro, tutte quelle professioni che potrebbero vedere ridotti i numeri di coloro che le svolgono o che addirittura potrebbero sparire».
«Il legislatore – spiega l’Esecutivo del Cnog – ha fatto scelte di settorializzazione di alcune Casse e noi ci siamo chiesti se i cambiamenti possano penalizzare, in un sistema cosiddetto a ripartizione, chi ha lavorato e versato contributi. Vorremmo, quindi, una sorta di fideiussione da parte dello Stato, tenuto a tanto sulla base della Carta Fondamentale, che potrebbe servire anche ad incentivare altri soggetti ad accedere alla platea contributiva dell’Inpgi».
«La nostra priorità – chiosa l’Esecutivo dell’Ordine nazionale – è garantire l’intangibilità dei diritti previdenziali dei lavoratori dipendenti-giornalisti, sia già pensionati, che ancora senza i requisiti per la liquidazione del trattamento di quiescenza. Una domanda, quella che poniamo, che punta alla ricerca di tutele e che non è contro alcuno, men che meno contro il gruppo dirigente dell’Inpgi. Spiace, perciò, constatare che ci sia qualcuno nella categoria che, anziché apprezzare l’attenzione ad un tema così importante, cerchi di delegittimare chi la pone, anche travisando le parole del Presidente del Consiglio». (giornalistitalia.it)