ROMA – Dal 20 novembre migliaia di studenti universitari sono scesi in piazza in tutto il Kurdistan iracheno per manifestare i loro diritti che, dal 2014, vengono calpestati dal governo regionale che, a colpi di liberismo selvaggio, ha fatto sprofondare il paese nella miseria. Il 5% della popolazione ha, infatti, monopolizzato le risorse creando un’economia clientelare e patriarcale, mentre il restante 95% non ha le risorse per vivere.
Negli ultimi giorni decine di manifestanti e giornalisti sono stati arrestati. Addirittura quattro reporter sono stati rapiti e di loro si sono perse le tracce fino a ieri mattina quando, per la loro scarcerazione, è stato necessario pagare una cauzione di due milioni di dinari iracheni (500 mila a testa). Due di essi lavorano al giornale Roj News (Berhem Letif e Brwa Asad), uno al Sefak News (Abbas Mohamed Al Rukazi), un altro ancora a Baghdadi Tv.
Non è la prima volta che i giornalisti vengono arrestati o rapiti e torturati dalle forze dell’ordine in Kurdistan. In una regione con circa sei milioni di abitanti, sono stati arrestati circa 80 giornalisti e 16 di essi hanno già subito una condanna da scontare in carcere, nonostante la legge n. 35 del 2007 sancisce che nessun giornalista può essere arrestato nello svolgimento della professione.
I giornalisti di Rojnews, Berhem Latif e Birwa Eshed, sono stati arrestati mentre seguivano le manifestazioni a Sulaymaniyah dove, da circa un anno, gli studenti protestano per il mancato pagamento delle loro borse di studio. In particolare, a Birwa Eshed sono stati sequestrati la macchina fotografica e il tesserino di giornalista davanti all’ufficio del Puk a Sulaymaniyah.
Assieme ai colleghi Farman Mohammed, Hndren Hawrami, Karzan Ali, Pary Tahir, Sozan Arf, Rancder Grawiy, Daban Aiub, Lenje Xurshid, Farhang Halabceiy, Qadr Nadr, Maki Amedi, Pesrew Ismail, Aryan Ahmed, rivolgiamo un appello alle organizzazioni internazionali dei giornalisti affinché non passi sotto silenzio la tragedia dei giornalisti curdi. Abbiamo già segnalato al Metro Center e alla Sulaymaniyah Journalists Union Branch la scomparsa dei giornalisti, mentre Rojnews ha scongiurato le forze di sicurezza ad adempiere alle loro responsabilità. (giornalistitalia.it)
Hikmet Aslan