40 milioni di italiani leggono le notizie in rete ma ai giornalisti vanno solo gli spiccioli

Non è vero che i giornali non servono più

ROMA – Si sta facendo strada l’idea che l’informazione per come la conosciamo sia una specie di orpello inutile, incongruente in una società “dell’istante’’ come è diventata quella digitale e che le dinamiche comunicative e relazionali persino siano ormai diventate di dominio esclusivo dei social.

Filippo Veltri

Come è noto, uno dei più stretti collaboratori del presidente degli Usa, Donald Trump, ovvero Elon Musk (che è detto per inciso anche l’uomo più ricco del pianeta), sostiene che giornali e televisioni non servono a garantire comunicazione, che l’unica verità possibile sia quella prodotta da decine di milioni di persone che nello stesso tempo immettono in rete notizie e punti di vista, poco conta se siano fondati o no sulla realtà. Alla rete si consegna in questo modo il bisogno di comunicazione e di conoscenza e financo l’illusione di relazione.
Non è uno scenario apocalittico il mio ma la realtà che in parte già si vive e si vivrà ancor di più se, appunto, si molla la presa sul concetto di una informazione seria, accertata, rigorosa, credibile; non gridata, autorevole, legata al territorio, il più piccolo possibile, in un mondo che spesso finisce di conoscere e di apprendere solo quello che viene vomitato, secondo dopo secondo, in una rete impazzita e incontrollata.

Elon Musk

Anzi: no, correggo. Assolutamente controllata e in grado di indirizzare financo processi politici ed economici a livello mondiale, persino esito delle elezioni in varie parti del pianeta. Deve crescere, invece, la consapevolezza diffusa che non può esserci una vera democrazia se i giornali muoiono o sono soffocati, o travolti dal dilagare della pirateria che regala gratis ogni giorno i giornali sui vari social e gruppi di WhatsApp e Telegram, o dalle chiusure ormai quotidiane delle edicole e dei punti vendita.
Occorrerà mettere testa e giudizio, infine, anche al luogo comune che i giornali non servono più e che basta andare sulla rete e lì si trova tutto. Si trova quello che qualcuno vuole farci trovare. Quindi il giornalismo professionale e verificato non piace più ai lettori che scelgono di leggere le notizie, a partire dai motori di ricerca e lungo le infinite catene dei social? In realtà, non è così. Provate a googlare “Calenzano” e vi appariranno decine, centinaia di notizia sulla tragedia del deposito di carburante.
Provate a leggere da dove vengono: sono tutte o quasi di provenienza di giornali piccoli o grandi e scritte da professionisti o pubblicisti dell’informazione. Cosa vuole dire? Vuol dire che Google utilizza i pezzi dei giornali per metterci la sua pubblicità e fare i miliardi. Li ruba? Non esattamente: li “indicizza”, cioé li mette in fila in base alle segrete regole del suo algoritmo. Ma la pubblicità sulle pagine di Google resta al motore di ricerca. In qualche caso, gli editori hanno provato a ribellarsi chiedendo la remunerazione del diritto d’autore che è in testa ai giornalisti pagati da loro e che i professionisti “cedono” alla testata nel momento in cui vengono assunti in cambio dello stipendio.
La risposta di Google è lapidaria: «Se volete non vi indicizzo più». Come dire: «Se volete vi faccio sparire». In qualche altro caso sono partite le cause promosse dai gruppi editoriali (ce n’è una in piedi di 32 editori europei capeggiati da Axel Springer da 2,3 miliardi di dollari), ma il gruppo di Sergey Brin ha squadre enormi di legali e non sarà facile per gli editori.
Insomma, non è vero che i giornali (su qualunque piattaforma materiale o virtuale siano scritti) e il giornalismo professionale non servono più. In Italia, all’inizio del millennio si vendevano circa 6 milioni di copie, oggi, a stento, si arriva a 1,5 milioni. Oggi ci sono 40 milioni di italiani che leggono le notizie in rete. Le notizie che trovano in rete e che commentano sui social sono scritte, in gran da giornalisti professionisti pagati dagli editori. Solo che i soldi li fa Google. (giornalistitalia.it)

Filippo Veltri

 

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