ROMA – “Il Pd, socio di minoranza dell’Unità con il 20% delle quote, faccia sentire la sua voce”, sui licenziamenti dei redattori annunciati oggi unilateralmente dal proprietario del pacchetto di maggioranza. Lo ha detto il direttore responsabile del quotidiano, Sergio Staino, durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato i componenti del Comitato di redazione e Andrea Romano, condirettore e deputato del Pd.
“In questi quattro mesi della mia direzione – ha affermato – dopo un incontro gioioso con il segretario del partito, Matteo Renzi, non ho visto più nessuno”. Staino, che appoggia lo sciopero indetto dai suoi giornalisti, chiede che Renzi ora “dica qualcosa su cosa vuole fare di questo giornale”.
Il direttore ha anche ricordato vicende spiacevoli registrate in queste settimane, come il duro “no” alla distribuzione delle copie del giornale alla Leopolda o il rifiuto di Renzi, ancora presidente del Consiglio, a partecipare a un forum organizzato dal quotidiano. “Mi disse che ero un «brand», lo ringrazio. Ma se un brand non lo sostieni non serve a molto”.
Anche il Cdr chiede un intervento diretto di Matteo Renzi: “Vogliamo in incontro in tempi urgenti. È stato lui a volere la riapertura del giornale. Vogliamo sapere cosa ne pensa di questa vicenda e quanto interessa ancora al Pd che l’Unita viva. Vogliamo sapere se gli è utile. Se non c’è una risposta, possiamo vincere anche al Superenalotto, ma questo giornale non avrà futuro”. Il Pd, continuano i rappresentanti dei giornalisti “utilizzi i prossimi 30 giorni per verificare la possibilità di nuovi ingressi di soci in grado di gestire un’azienda editoriale”
“È inaccettabile – sostiene, infatti, il Cdr – la strada di una riduzione del personale all’Unità senza percorrere la strada degli ammortizzatori sociali, in una parola licenziamenti”.
“Non possiamo tollerare – afferma il Comitato di redazione – la violenza e la totale mancanza di rispetto nei confronti della rappresentanza sindacale di una azienda che oggi, a ventiquattro ore da un’assemblea dei soci decisiva per il futuro de l’Unità, ha deciso di inviare ad un incontro fissato da tempo una rappresentante delegata, che nulla ha a che vedere con l’azienda di cui siamo dipendenti per comunicarci l’intenzione di procedere «immediatamente» alla riduzione del personale all’Unità senza percorrere la strada degli ammortizzatori sociali”.
“Non possiamo accettare – prosegue il Cdr – la forma di quanto avvenuto, e di cui non era stato informato il Partito Democratico, socio di minoranza, e il presidente del consiglio di amministrazione Chicco Testa, e ovviamente non possiamo accettarne la sostanza. Respingiamo al mittente con la massima fermezza, soprattutto, il tentativo di addossare la colpa di un atto unilaterale alla rappresentanza sindacale, accusata dall’azienda di aver respinto un piano di contenimento dei costi che prevedeva la trasformazione su base volontaria di 12 contratti ex articolo 1 in altrettanti ex articolo 2”.
Su quel piano, “che pure abbiamo fortemente criticato per il danno che avrebbe provocato al prodotto”, il sindacato si dichiara disponibile a discutere “come abbiamo scritto in comunicati e documenti che l’azienda ha ignorato per mesi senza dare alcun seguito alle nostre richieste di incontro. La stessa azienda che per diciotto mesi non è stata in grado di presentare un piano industriale che garantisse futuro e progettualità al giornale, la stessa azienda che fin dalla ripartenza del quotidiano ha ignorato ogni nostro allarme circa l’assurda gestione della questione web, con un sito Internet realizzato da una società esterna (che nulla ha a che vedere con la redazione de l’Unità) e totalmente sganciato da qualsiasi politica editoriale riferibile al quotidiano cartaceo”.
Un sito Internet che – ammonisce il Cdr – ora “rischia di restare l’unica traccia in vita della storia del giornale fondato da Antonio Gramsci”. Sia chiaro all’azienda: siamo pronti a difendere i nostri posti di lavoro e il nostro futuro in ogni ambito, compresi i tribunali della Repubblica a cui chiederemo di fare luce su questi diciotto mesi di gestione. Alla vigilia di un’assemblea dei soci in cui gli azionisti di Unità Srl sono chiamati a garantire la sopravvivenza del giornale con una adeguata ricapitalizzazione, vogliamo ribadire che la responsabilità di questa situazione non è nostra e che, dunque, non possiamo essere noi a pagarla. I colpevoli hanno nomi e cognomi e ne risponderanno in tutte le sedi”. (agi)
Pd: “Indigna la scelta dell’amministratore delegato dell’Unità”
“Esprimiamo il nostro sconcerto e la nostra indignazione nell’apprendere della decisione dell’amministratore delegato dell’Unità di procedere all’invio di lettere di licenziamento collettivo, non solo senza aver interpellato il Pd, socio di minoranza, ma, peggio, senza alcun preavviso nei confronti dei lavoratori cui va la nostra piena solidarietà”.
È quanto sottolineano all’Agenzia Italia fonti del Partito Democratico. “Lo sconcerto – proseguono le stesse fonti – è anche amplificato dal fatto che ciò è avvenuto alla vigilia dell’Assemblea dei soci prevista per domani, 12 gennaio, nella quale il Pd dichiarerà la volontà di assicurare la continuità aziendale procedendo all’aumento di capitale pro quota. Confidiamo che analoga decisione sia assunta dal socio di maggioranza. Se qualcuno invece, con spregiudicatezza, pensa di compromettere il progetto editoriale, a tutto danno dei lavoratori e della storia dell’Unità, sappia – si rileva ancora – che il Pd è fortemente determinato a scongiurare che questo avvenga”.
Damiano: “Respingere l’atto di brutale dei licenziamenti”
“Totale solidarietà ai lavoratori dell’Unità, i cui posti di lavoro sono a rischio”, viene espressa da Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera. “Bisogna assolutamente scongiurare qualsiasi ipotesi di licenziamento, a maggior ragione – aggiunge l’esponente Pd – in una situazione in cui è prevista un’assemblea dei soci che potrebbe portare a un aumento di capitale. È incomprensibile il fatto che si voglia procedere ai licenziamenti collettivi senza interpellare le rappresentanze sindacali, il Pd, che è l’azionista di minoranza, e che si escluda il ricorso preventivo agli ammortizzatori sociali. Si tratta – conclude Damiano – di un atto brutale che va respinto con grande forza”.
Camusso: “Staremo al fianco dei giornalisti dell’Unità”
“Staremo al fianco dei giornalisti dell’Unità”. A affermarlo è stata Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, aprendo la conferenza stampa indetta dopo la decisione della Consulta sui quesiti referendari proposti dalla Cgil.
Camusso ha voluto esprimere “tutta la solidarietà ai giornalisti dell’Unità che si sono trovati di fronte ad una procedura di licenziamento collettivo”. Prima di iniziare l’incontro con la stampa, Susanna Camusso ha rinnovato gli auguri del sindacato al presidente del Consiglio Gentiloni affinché “si rimetta presto e bene”.
Speranza: “Profonda solidarietà ai lavoratori del’Unità”
“Grande amarezza per i lavoratori del’Unità. A loro profonda solidarietà e tutto il sostegno possibile”. Lo scrive Roberto Speranza, esponente della minoranza dem, su Twitter.
LA FNSI: “GRAVISSIMO CHE PESSINA E IL PD ABBANDONINO IL QUOTIDIANO”
ROMA – La nuova proprietà dell’Unità, smentendo gli impegni assunti soltanto pochi mesi fa con la redazione e con la Federazione nazionale della stampa italiana di sostenere l’impresa editoriale e il suo sviluppo, starebbe per aprire una procedura di licenziamenti collettivi senza prendere in considerazione le soluzioni alternative previste dalla legge.
È gravissimo che il gruppo Pessina e il Partito democratico ritengano di abbandonare lo storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci a un destino di contrazione occupazionale e perdita di peso politico ed editoriale.
Il sindacato dei giornalisti si schiera al fianco dei colleghi impegnandosi a tutelare in ogni sede i livelli occupazionali e il patrimonio culturale e professionale da loro rappresentato. (giornalistitalia.it)
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