Parisi (Fnsi) a San Benedetto del Tronto. Con lui Gattafoni (Odg) ed Emiliozzi (Inpgi)

“Non aiutiamo chi vuole la fine dei giornalisti”

Dario Gattafoni, Rosalba Emiliozzi e Carlo Parisi

Dario Gattafoni, Rosalba Emiliozzi e Carlo Parisi a San Benedetto del Tronto

SAN BENEDETTO DEL TRONTO (Ascoli Piceno) – Sono 2167 i giornalisti marchigiani di cui 1088 sono iscritti all’Inpgi – 527 alla Gestione principale, 543 a quella separata – mentre al Sindacato, che qui è rappresentato dal Sigim, al 31 dicembre 2014 risultano iscritti 276 giornalisti (222 professionali e 54 collaboratori). Dati alla mano, il segretario generale aggiunto della Federazione nazionale della stampa, Carlo Parisi, relatore al corso di formazione promosso dall’Odg Marche a San Benedetto del Tronto, si è rivolto ai numerosi colleghi presenti all’Auditorium Tebaldini, nel cuore della città delle palme, invitandoli a “non avere paura”, quanto piuttosto a mostrare “a se stessi e soprattutto agli editori uno scatto di dignità: non lavorate gratis, non fate il gioco di chi vuole cancellare la nostra professione”.
Un monito, quello di Parisi, “che vado ripetendo ad alta voce da un capo all’altro dell’Italia – ha detto il segretario generale aggiunto della Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria – perché crisi e sfruttamento del lavoro non hanno accento, riguardano purtroppo il nord, il centro e il sud e dobbiamo renderci conto che molto dipende da noi giornalisti: là fuori non ci vogliono gran che bene, anzi sono in molti a volerci ‘uccidere’, a volere la fine della professione del giornalista. Sta a noi difendere il nostro lavoro, che richiede amore e impegno, perché senza questi non si va da nessuna parte, e garantirci un futuro. Con dignità. No, dunque, al lavoro nero. No a lavorare senza alcun compenso o per pochi centesimi a rigo, perché così si fa soltanto il gioco degli editori pirata”.
Dignità, coraggio, “unità tra colleghi e tra gli istituti di categoria” sono stati i concetti più volte ribaditi da Carlo Parisi nel corso del suo lungo intervento davanti ai giornalisti marchigiani riunitisi a San Benedetto del Tronto, su invito del presidente dell’Ordine delle Marche, Dario Gattafoni e del consigliere generale e fiduciario Inpgi delle Marche, Rosalba Emiliozzi.
Gattafoni, per primo, ha posto l’accento sulla “necessità di una collaborazione tra gli istituti di categoria, Ordine, Sindacato, Inpgi, Casagit, Fondo di Previdenza Complementare, che devono dialogare tra loro per il bene della categoria, specie in un momento di grande crisi come l’attuale. Ricordiamoci che il nemico del giornalista non è l’Ordine, non è il Sindacato, ma è l’editore pirata. È il giornale senza giornalisti”.
“Non mi sono mai piaciute le invasioni di campo – ha rimarcato Gattafoni –, ritengo piuttosto che ciascun istituto di categoria abbia la sua dignità e piena competenza nel proprio ambito”.
Il presidente dell’Odg Marche – che quest’anno celebra i 30 anni dalla sua istituzione – ha poi toccato la questione che più inquieta i professionisti dell’informazione, la dilagante precarietà, facendo in particolare rifermento alla Carta di Firenze, “la più recente delle Carte deontologiche – ha ricordato Gattafoni –, ricca di spunti interessanti e di princìpi fondamentali per la dignità del giornalista, specie dei freelance e dei collaboratori, avendo come obiettivo quello di porre un freno alla precarietà e di garantire la corretta applicazione delle norme contrattuali. Norme sacrosante che, purtroppo, però, sono inapplicabili nei fatti. Perché è molto difficile poter provare la responsabilità dei colleghi o del direttore responsabile nello sfruttamento di un collaboratore”.
Di previdenza ha, infine, parlato Rosalba Emiliozzi, fiduciario Inpgi delle Marche, che ha illustrato ai colleghi “le tante misure di sostegno messe a disposizione dall’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani: è l’Inpgi che paga gli ammortizzatori sociali dei giornalisti (cassa integrazione e solidarietà), così come la disoccupazione e l’erogazione di un prestito. È l’Inpgi che ci garantisce la pensione di domani ed è per questo che il versamento dei contributi, specie per i collaboratori, è fondamentale”.
Ha quindi ricordato l’importante ruolo del fiduciario Inpgi in ogni regione, Rosalba Emiliozzi, ossia “l’anello di congiunzione tra il singolo giornalista e l’Istituto, la persona da contattare per qualsiasi dubbio o richiesta che riguardi la nostra posizione previdenziale”. (giornalistitalia.it)

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