ROMA – Un Cda Rai spaccato in due blocchi ha dato oggi il via libera alle proposte di nomina di nuovi direttori di alcune testate formulate ieri dal direttore generale Antonio Campo Dall’Orto. Con sei voti a favore e tre contrari (Freccero, Mazzuca e Diaconale) c’è l’ok a Ida Colucci al Tg2 al posto di Marcello Masi; a Luca Mazzà al Tg3 al posto di Bianca Berlinguer; a Nicoletta Manzione a Rai Parlamento al posto di Giovanni Rossi Scipione, e ad Andrea Montanari al posto di Flavio Mucciante a Radio1 e Gr.
Conferme per Mario Orfeo al Tg1 e per Vincenzo Morgante alla Tgr
In una nota diffusa da viale Mazzini al termine dei lavori è detto che le proposte di nomina sono state elaborate “valorizzando le risorse interne, premiando il merito e le competenze, anche per i risultati ottenuti, attuando pienamente le pari opportunità, scegliendo profili che garantiscono autonomia, equilibrio e corrispondenti alla costante implementazione del Progetto informazione Rai”.
Scelte fatte nell’ottica del progetto di sviluppo del sistema informativo cui l’azienda sta puntando e che in precedenza era stato esposto allo stesso Cda dal direttore editoriale per l’offerta informativa Carlo Verdelli. Viene, infatti, rilevato che questi avvicendamenti si inseriscono nel cammino che mira a continuare nel lavoro di riforma intrapreso che porterà a fine anno alla presentazione del Piano editoriale sull’informazione.
Al vertice del Tg2 approda, quindi, Colucci che “nella sua carriera ha dato sempre prova di grande equilibrio e alta professionalità”, mentre per il Tg3 ecco Mazzà, la cui carriera in Rai “è costellata di incarichi e di ruoli apicali in diverse testate, a dimostrazione di duttilità e di competenze molto variegate”.
Al Giornale Radio arriva Montanari, a cui “vengono da sempre universalmente riconosciute eccellenti competenze e grandi capacità organizzative”.
Infine, Nicoletta Manzione: è in Rai da oltre 25 anni, ha svolto prevalentemente la sua carriera occupandosi di Esteri, settore in cui ha ricoperto la carica di caporedattore al Tg1 fino a diventare attuale responsabile dell’ufficio di corrispondenza di Berlino.
A proposito di direttori uscenti, per Bianca Berlinguer sarebbe pronta una striscia “preservare”, o meglio dire pre-Tg3 delle 19, dal lunedì al venerdì, e poi in febbbraio anche due appuntamenti settimanali in seconda serata con possibilità di collaborare con la squadra di Michele Santoro che proporrà docu. È questo – a quanto si apprende – l’accordo con il vertice Rai dopo il cambio alla direzione del Tg3.
In Cda oggi si è parlato anche del “Progetto informazione Rai” redatto da Carlo Verdelli, direttore editoriale per l’offerta informativa, che l’ha illustrato ai consiglieri. Un’illustrazione da cui è emerso che l’informazione Rai è fortissima in tv, poco incisiva sul digitale, e dunque il gap sui nuovi media va recuperato in fretta pena un progressivo indebolimento dell’azienda e la sua contestuale condanna alla perdita di un ruolo incisivo dell’informazione. E così dal punto di vista del prodotto, si punta alla creazione di un’offerta digitale competitiva. Sul fronte organizzativo questo comporterà la necessità della revisione di tutti i processi a supporto dell’informazione e di un percorso che porti ad un’unica organizzazione delle news digitali in grado di coordinare i contenuti e i brand delle testate giornalistiche. Il piano sarà pronto a inizio 2017.
Rai: Bianca Berlinguer lascia il Tg3, ma avrà una striscia quotidiana e serale
Una striscia “preservare”, o meglio dire pre-Tg3 delle 19, dal lunedì al venerdì, e poi in febbbraio anche due appuntamenti settimanali in seconda serata con possibilità di collaborare con la squadra di Michele Santoro che proporrà docu. È questo – a quanto si apprende – l’accordo tra il vertice Rai e Bianca Berlinguer dopo il cambio alla direzione del Tg3 che per sette anni è stato affidato alla giornalista. La striscia quotidiana, su temi legati all’attualità e quindi strettamente connessi con il capitolo informazione, avrà la durata di mezz’ora, dalle 18,30 all’affacciarsi del Tg3 delle 19. Alla Berlinguer anche la libertà di scegliersi i collaboratori, la squadra con cui dare vita a questa nuova attività in ambito Rai.
Per la verità già nei gironi sorsi era circolata la voce circa l’offerta alla Berlinguer di curare questa striscia pre-Tg3 inserita ex novo nel palinsesto della rete, ma sembrava fosse caduta nel vuoto, ovvero non accolta.
Lupi: “Fatte le nomine, aspettiamo pluralismo e piano editoriale”
“Nulla da eccepire sulla professionalità dei nuovi direttori dell’informazione Rai. È ancora più positivo il fatto che la scelta di queste professionalità sia avvenuta all’interno dell’azienda in discontinuita’ con quanto finora fatto dal direttore generale con le direzioni di rete. La nuova responsabilità affidata al direttore del Tg2 Marcello Masi di vice direttore editoriale riconosce i suoi meriti e ripara almeno parzialmente a una scelta di allontanamento dalla guida di un Tg che altrimenti sarebbe stata incomprensibile dopo gli ottimi risultati conseguiti”. Lo dichiara Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Area popolare.
“A questo punto, come richiesto anche ieri in Vigilanza, ci aspettiamo – riprende – una decisione rapida riguardo al ruolo e al compenso di Francesco Merlo, pensionato al servizio della Rai in una posizione che non hai più alcun senso. Rimane aperta la domanda sul mandato ricevuto dai nuovi direttori, visto che ieri in commissione di Vigilanza ci sono state illustrate dal direttore generale solo delle linee guida e non il piano dell’informazione che sara approvato nel gennaio 2017. In particolare, come più volte sottolineato, ci preme di capire come sarà garantito nell’informazione il pluralismo culturale, che è uno dei compito essenziali del servizio pubblico”.
Rai: “La nomine proposte dal dg premiano merito e competenze”
Le proposte di nomina di alcuni direttori di testate formulate ieri al Cda dal direttore generale della Rai Antonio Campo Dall’Orto e discusse oggi, arrivando quindi al voto finale, sono state elaborate “valorizzando le risorse interne, premiando il merito e le competenze, anche per i risultati ottenuti, attuando pienamente le pari opportunità, scegliendo profili che garantiscono autonomia, equilibrio e corrispondenti alla costante implementazione del Progetto informazione Rai”. Lo dice il comunicato di viale Mazzini a conclusione dei lavori di oggi del Cda presieduto da Monica Maggioni.
Scelte fatte nell’ottica del progetto di sviluppo del sistema informativo cui l’azienda sta puntando e che in precedenza era stato esposto allo stesso Cda dal direttore editoriale per l’offerta informativa Carlo Verdelli. Viene, infatti, rilevato che “per continuare nel lavoro di riforma intrapreso che porterà a fine anno alla presentazione del Piano editoriale sull’informazione”, il direttore generale ha ieri proposto al Consiglio di amministrazione le nomine di quattro nuovi direttori per le testate giornalistiche di Tg2, Tg3, Giornale Radio e Rai Parlamento confermando gli attuali direttori di Tg1 e Tgr. Le proposte del dg sono state approvate a maggioranza con 6 pareri favorevoli e 3 contrari. Viene, quindi, spiegata brevemente la scelta di Campo Dall’Orto per ciascuno degli interessati alla conferma e alla nomina ex novo.
Per il Tg1 c’è la conferma di Mario Orfeo, “per gli eccellenti risultati – la motivazione riportata nella nota stampa di viale Mazzini – ottenuti in termini di ascolto e di recupero della credibilità del più importante telegiornale del Paese”.
Sotto la guida di Orfeo “il Tg1 è tornato ad essere il telegiornale di tutti gli italiani, la fonte di informazione più importante per gli italiani, per storia e per i numeri che può vantare”.
Alla guida del Tg2 viene chiamata Ida Colucci, da 14 anni in forza a questo telegiornale, e “nella sua carriera la Colucci ha dato sempre prova di grande equilibrio e alta professionalità, qualità che le sono valse nel 2009 la carica di vicedirettore della testata giornalistica”.
Poi il Tg3, dove è chiamato Luca Mazzà, attuale vicedirettore di Rai Parlamento, che torna nella redazione dove aveva ricoperto il ruolo di caporedattore economico.
“La sua carriera in Rai è costellata di incarichi e di ruoli apicali in diverse testate – dice la nota –, a dimostrazione di duttilità e di competenze molto variegate che gli sono valse nel 2013 anche la nomina a vicedirettore di Rai3”.
Al Giornale Radio arriva Andrea Montanari, che torna così alla radio, proprio nella redazione in cui ha cominciato la sua carriera in Rai.
“Giornalista politico di lungo corso del Tg1, redazione in cui ha ricoperto diversi incarichi dirigenziali fino a diventarne vicedirettore, a Montanari vengono da sempre universalmente riconosciute – spiega il comunicato – eccellenti competenze e grandi capacità organizzative”.
Conferma per Vincenzo Morgante alla Tgr, che guida dal 2013: “Da sempre attento conoscitore dell’informazione legata ai territori, con la sua direzione i telegiornali regionali hanno raggiunto in termini di ascolti e di autorevolezza ottimi risultati, anche sul piano della digitalizzazione delle redazioni”, la motivazione nella scelta di Campo Dall’Orto.
Infine Nicoletta Manzione, nominata direttore di Rai Parlamento: è in Rai da oltre 25 anni, ha svolto prevalentemente la sua carriera occupandosi di Esteri, settore in cui ha ricoperto la carica di caporedattore al Tg1 fino a diventare attuale responsabile dell’ufficio di corrispondenza di Berlino nel 2014.
Per quanto riguarda i telegiornali e i giornali radio le proposte illustrate da Verdelli prevedono in questa fase una differenziazione editoriale tra le linee dei tre tg e “la conseguente scelta – dice ancora il comunicato – di direttori che sappiano interpretarle al meglio”.
La diversificazione non riguarderà solo la linea editoriale ma anche le tre edizioni principali di ogni testata (mattino, mezzogiorno, sera) in relazione al tipo di pubblico prevalente in ogni fascia oraria. Le novità dovranno quindi riguardare anche l’impaginazione grafica, un minore ricorso ai “servizi chiusi” per dare più spazio alle dirette, meno immagini di repertorio e più grafici riassuntivi ed esplicativi, tipici del “data journalism”, e una razionalizzazione del numero delle edizioni e delle rubriche legate a ogni singola testata, concentrando mezzi e risorse sui tre appuntamenti principali della giornata e sugli appuntamenti “utili” come quelli dedicati a economia, scienza, medicina, tecnologia.
Cda Rai: “Il bilancio 2016 chiuderà in pareggio come da programma”
“Così come programmato”, l’esercizio 2016 della Rai si chiuderà in pareggio “grazie a ricavi e costi in linea con le previsioni di budget”. Lo dice un comunicato di viale Mazzini al termine dei lavori di oggi del Cda, dove è intervenuto il Cfo Raffaele Agrusti che ha presentato l’avanzamento dei risultati economici aziendali.
Quello di chiudere in pareggio è “un risultato importante – dice il comunicato Rai – che consegue l’obiettivo strategico prefissato di salvaguardia del patrimonio, dopo numerosi anni chiusi con perdite di esercizio”, ed è “ancora più significativo in considerazione del fatto che il 2016 peraltro (come tutti gli anni pari) è stato interessato da ingenti investimenti in diritti sportivi (Olimpiadi e Campionati europei di calcio) pari a 144 milioni”.
Agrusti ha inoltre spiegato come stia proseguendo l’attività di investimento sia sul fronte dell’aggiornamento tecnologico dell’azienda, che su quello del prodotto: si tratta di circa 520 milioni, dei quali 218 destinati alla fiction, 18 per i cartoni, 280 per il cinema.
Cda Rai: “L’informazione forte in tv, debole su digitale. Ora la svolta”
Fortissima in tv, poco incisiva sul digitale: questo è il quadro attuale dell’informazione Rai, come lo ha illustrato oggi in Cda il direttore editoriale per l’Offerta informativa, Carlo Verdelli, che ha redatto il “Progetto informazione Rai”. E Verdelli nella sua introduzione ha sostenuto che il gap sui nuovi media va recuperato in fretta pena un progressivo indebolimento dell’azienda e la sua contestuale condanna alla perdita di un ruolo incisivo dell’informazione. E dunque dal punto di vista del prodotto, si punta alla creazione di un’offerta digitale competitiva.
Sul fronte organizzativo questo comporterà – è stato rilevato – la necessità della revisione di tutti i processi a supporto dell’informazione e di un percorso che porti ad un’unica organizzazione delle news digitali in grado di coordinare i contenuti e i brand delle testate giornalistiche. E come già anticipato ieri sera a tarda ora in commissione di Vigilanza dalla presidente Rai Monica Maggioni e dal direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, il piano strategico che dovrebbe portare a un’unica grande redazione digital delle news sarà messo a punto operativamente nei prossimi mesi.
A gennaio 2017, aveva detto ieri Maggioni, il piano sarà pronto. L’obiettivo – riferisce quindi un comunicato di viale Mazzini a conclusione dei lavori di oggi – è di arrivare entro il 2017 a portare l’offerta informativa della Rai (dai tg nazionali ai regionali ai radiofonici, dai programmi di approfondimento a quelli sportivi) quotidianamente e in tempo reale su tutte le varie piattaforme digitali: siti, social, tablet, smartphone.
Fedriga (Lega Nord): “Renzi elimina gli oppositori”
“Cambia la Costituzione per eliminare l’opposizione, finanzia l’Isis, epura i giornalisti non allineati. È Erdogan? No… è l’evoluzione del premier non eletto Matteo Renzi. È cominciata l’era Renzogan”, afferma Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega Nord alla Camera.
“Renzi ha perso, anche i consiglieri del Pd nella riunione del Cda erano irritati, si è capito che questo piano editoriale era un tranello per fare le nomine…”. Carlo Freccero si infila nell’ascensore di palazzo Madama, si dirige al gruppo dei Cinque stelle.
“Ma perché Fico ha bloccato tutto?”, chiede ai grillini, riferendosi all’alt imposto dal presidente della Commissione Vigilanza ieri sul documento Fornaro di censura nei confronti dei vertici di viale Mazzini. Per questo motivo Gasparri ha attaccato Fico, “Non possiamo accettare lezioni di pluralismo da Forza Italia”, la replica dei pentastellati.
“Era un segnale politico da inviare, altri avrebbero dovuto trovare il coraggio. Torna occupazione del servizio pubblico”, dice il senatore dem che oggi, al pari dell’altro bersaniano Gotor, ha abbandonato la commissione. La minoranza dem quindi rompe la tregua nel Pd, “siamo arrivati – sottolineano – ad un punto di non ritorno, così non si può andare avanti”. Ed arriva così la firma di dieci senatori per dire no al referendum.
Il premier la settimana prossima girerà un paio di feste dell’Unità per tenere comunque il punto fermo sul sì, “noi – spiegano i renziani – andiamo avanti, il pericolo è che prevalga un atteggiamento di neutralità che porta i cittadini a non andare al voto”.
Ma il vero scontro oggi è sulla Rai: per il Movimento 5 stelle “il governo vuole militarizzare l’informazione”; “bisogna abolire il canone, altro che metterlo in bolletta e Renzi la Rai se la paga da solo”, afferma la Meloni. “Alla faccia del pluralismo”, rilancia Crosio della Lega.
“Noto con stupore che chi ha parlato a vanvera in questi giorni di lottizzazione è spesso chi l’ha praticata negli anni scorsi. Si tratta di professionisti stimati ed interni al servizio pubblico, ed è un fatto molto positivo. Le nomine appartengono all’azienda e al suo Cda”, risponde il renziano Marcucci.
Gianni Cuperlo (Pd): “Un’altra occasione persa”
“Le dimissioni dei senatori Gotor e Fornaro, al di là della coerenza, dovrebbero far riflette il gruppo dirigente del Pd su un’altra occasione persa. La politica non ha smesso la sua influenza sulla Rai”. È la riflessione di Gianni Cuperlo sul caso Rai.
“Dopo la scelta non scontata che aveva portato, ad esempio, alle nomine di Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi si è tornati a una vecchia prassi. Temo – aggiunge il leader SinistraDem – che in questo modo il servizio pubblico non vada nella direzione che servirebbe: autonomia, indipendenza, pluralismo. Spero vi sia tempo e volontà per comprenderlo. Per il bene della Rai e di una informazione ricca”. (Agi)
Vediamo, in breve, chi sono i “prescelti”:
IDA COLUCCI – Nata a Roma il 22 agosto 1960, subentra a Marcello Masi, assumendo la direzione del Tg2 di cui è vicedirettore dal 2009. Dopo le esperienze in Asca, Nuova Ecologia, Legambiente, entra in Rai nel 1991, al Giornale Radio, per passare poi nel 2002 al Tg2, di cui diventa inviata nel 2005.
LUCA MAZZA’ – Da maggio vicedirettore di Rai Parlamento, assume la direzione del Tg3 al posto di Bianca Berlinguer. Nato a Roma il 19 gennaio 1962, prime esperienze a Ore 12 Il Globo e alla redazione economica dell’Ansa, lavora a Milano Finanza e a Italia Oggi. Entra in Rai nel 1991, alla redazione economica del Gr1, diventando caposervizio. Dal 1994 svolge lo stesso ruolo alla redazione economica del Tg3, di cui poi è caporedattore dal 1999 al 2005. Nel 2009 passa a Raisport come caporedattore centrale. Nel febbraio 2013 viene nominato vicedirettore di Rai3 e si occupa del personale, degli eventi speciali e di svariati programmi informativi come Mi manda Rai3, Agorà, Ballarò.
ANDREA MONTANARI – Classe 1958, il neo direttore del Giornale Radio e di Radio1, che sostituisce Flavio Mucciante, inizia il suo cammino in Rai nel 1991 proprio alla radio. Conduce, tra l’altro, Radio anch’io. Nel 1997 approda al Tg1, dove percorre le tappe principali della carriera: caposervizio, caporedattore, quirinalista. A gennaio 2013 viene nominato vicedirettore da Mario Orfeo.
NICOLETTA MANZIONE – Nata nel 1966, dal 2014 corrispondente da Berlino, approda alla guida di Rai Parlamento al posto di Gianni Scipione Rossi. Laurea in Scienze politiche, in Rai dal 1989, diventa caposervizio e poi caporedattore esteri al Tg1, testata per la quale coordina dirette e speciali, occupandosi in particolare degli attentati del 2001 a New York e dalla guerra in Afghanistan. In questi anni conduce, tra l’altro, l’edizione delle 13.30 del telegiornale, diverse rubriche nonché la parte giornalistica di Unomattina.