ROMA – Un vertice pentastellato nel week end dovrebbe provare a sbloccare il sudoku dell’organigramma Rai in modo da chiudere l’accordo con la Lega per metà della prossima settimana. Più in alto mare le nomine ai vertici delle Authority e quelle alle intelligence per le quali – si ragiona in ambienti parlamentari della maggioranza – urge una soluzione non solo in vista dell’organizzazione del summit di metà mese sulla Libia a Palermo, ma anche dopo i ripetuti annunci del ministro dell’Interno di volerci mettere mano.
Sulla Rai, il dossier che si dovrebbe sbloccare per primo, la quadra dovrebbe essere trovata dopo che martedì sarà anche ascoltato il ministro dell’Economia in Vigilanza. Subito dopo, il tempo di verificare i curricula dei candidati, dovrebbe essere convocato un cda a cui l’ad potrebbe comunicare le decisioni prese. La Lega, a quanto risulta, preme per dire la sua su posizioni di rilievo, avendo i 5 Stelle già incassato
l’ad. Allo stato sembra però tramontata l’ipotesi di farle esprimere la direzione del Tg1, poltrona per la quale il pressing dei 5 stelle è massimo.
La Lega, dunque, si prepara a chieder contropartite pesanti e, avendo preso in carico anche la rappresentanza dell’opposizione azzurra, conta anche di poter consegnare a Forza Italia un paio di direzioni tra reti e Tg. Cosa che complica il quadro degli incastri che dovrebbe prevedere, in quota maggioranza, un incrocio alternato gialloverde delle nomine tra reti e Tg.
Sui nomi la partita è apertissima e la volontà politica sarebbe quella di favorire il più possibile soluzioni interne. Sembra tramontata, si ragiona ancora in ambienti di maggioranza, la soluzione Andrea Bonini per il Tg1 anche se il suo nome potrebbe restare in partita in altri ruoli. Volto noto di Sky ed autore di una delle prime interviste a Beppe Grillo, il giornalista è molto caldeggiato dal senatore pentastellato e suo ex direttore Emilio Carelli. Il quale dovrebbe incontrare proprio nel week end il leader politico Luigi Di Maio assieme al sottosegretario Vincenzo Spadafora, che secondo i rumors sarebbe invece fautore di un candidato interno per il Tg1 come Alberto Matano.
Quanto ai servizi segreti, Matteo Salvini da agosto aveva annunciato l’intenzione di procedere a settembre alla sostituzione di Alessandro Pansa al Dis e Alberto Manenti all’Aise (il servizio estero), mentre Mario Parente, capo dell’Aisi è stato confermato per due anni da Giuseppe Conte. Sia a Pansa che a Manenti era stato prolungato l’incarico dal governo Gentiloni in attesa che il nuovo esecutivo facesse le sue scelte. Ma al momento le decisioni di Salvini non sembrano mature nonostante le preoccupazioni, registrate nella maggioranza, di procedere rapidamente all’avvicendamento di un vertice ormai sconfessato dall’attuale esecutivo. La partita sulle sorti di Pansa, che registrerebbe un braccio di ferro tra Salvini e Conte (il premier ha tento per sé la delega ai servizi) potrebbe concludersi prima del summit di Palermo sulla Libia.
Le preoccupazioni per un avvicendamento che si potrebbe accavallare con l’organizzazione dell’evento sembrano infatti cadute. Quanto ai nomi, come possibile successore di Pansa al Dis (Conte potrebbe chiamare l’attuale responsabile del dipartimento a palazzo Chigi come consulente) potrebbe andare uno dei due vicedirettori – il vicario Enrico Savio o il generale Carmine Masiello (che è stato consigliere militare dei premier Renzi e Gentiloni). Ma girano anche i nomi di alcuni esterni ai servizi, come quello di Elisabetta Belloni, attuale segretario generale della Farnesina. All’Aise i due favoriti sono il generale dell’Esercito Giovanni Caravelli, impegnato in prima linea sul dossier Libia/migranti, e lo stesso Savio. (ansa)
Per il Tg1 in ribasso le quotazioni di Andrea Bonini, stabili quelle di Alberto Matano