ROMA – «Noi quando andiamo a Roma i primi che dobbiamo colpire sono i giornalisti. Sono da fare fuori». È uno dei messaggi scritti dagli otto membri del gruppo Telegram “I Guerrieri”, indagati dalla Procura di Milano per istigazione a delinquere perché pianificavano un’azione violenta da commettere alla manifestazione No Green pass in programma nella Capitale l’11 e il 12 settembre.
Gli altri bersagli da colpire erano le forze dell’ordine e i “Palazzi del potere” cui contestano di portare avanti un “disegno di sistema del dominio”.
“Con azioni violente” puntavano a “mutare o condizionare la politica governativa e istituzionale in tema di campagna vaccinale” si legge nel decreto di perquisizione, firmato dal capo della sezione distrettuale antiterrorismo di Milano Alberto Nobili e dal pm Piero Basilone.
Gli indagati avrebbero pianificato la commissione “di delitti connotati dalla violenza contro persone e cose” nell’ambito di iniziative “volte ad affermare le convinzioni dell’area cosiddetta no vax”.
La Digos e la Polizia Postale hanno trovato armi da taglio e bastoni in casa di alcuni degli otto membri del gruppo: cinque uomini e tre donne, di età compresa tra 33 e i 53 anni, tutti senza precedenti. Dall’analisi della chat da parte degli investigatori è emerso che i destinatari del decreto di perquisizione stava organizzando un incontro per elaborare un piano dettagliato su un’azione da compiere alla manifestazione di protesta contro il certificato verde.
Gli indagati – uno già noto alle forze dell’ordine per la sua vicinanza al separatismo veneto – oltre all’intenzione di partecipare in massa alla manifestazione di protesta in programma nella capitale il prossimo sabato, incitano gli altri membri del gruppo a realizzare azioni violente nelle rispettive province di residenza, contro non meglio precisati “obiettivi istituzionali” o approfittando della visita di esponenti dell’esecutivo, come quella – poi annullata – prevista a Padova lo scorso 2 settembre da parte del ministro della Salute Roberto Speranza.
L’indagine è nata dalla costante attività di monitoraggio condotta dagli uffici investigativi milanesi nei confronti dei numerosi gruppi di protesta attivi sul web contro le misure di contenimento adottate dall’esecutivo per fronteggiare l’emergenza sanitaria. (agi)
Lo scrivevano su Telegram gli 8 “Guerrieri” indagati dalla Procura di Milano