CIVITANOVA MARCHE (Macerata) – Conoscere gli organismi di categoria, che per i giornalisti significa Ordine, Sindacato – cioè la Fnsi e le Assostampa regionali di stampa – l’Inpgi, la Casagit, il Fondo di previdenza complementare, “non solo è doveroso per chi fa questo mestiere, ma anche questa è formazione”. Lo ha chiarito subito il presidente dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, Dario Gattafoni, nell’aprire i lavori del convegno promosso dallo stesso Odg a Civitanova Marche, valido come corso di formazione per i tanti colleghi presenti.
“E sia altrettanto chiaro – ha sottolineato Gattafoni – che parliamo di organismi di categoria, in particolare dei tre principali, ossia Ordine, Sindacato e Inpgi, che dialogano tra loro. Dialogo, si badi bene, non sovrapposizione, che non mi è mai piaciuta”.
Accanto al presidente dell’Odg Marche, come nel precedente incontro promosso a San Benedetto del Tronto, c’erano Carlo Parisi, segretario generale aggiunto della Federazione nazionale della stampa italiana, e Rosalba Emiliozzi, consigliere nazionale dell’Inpgi e fiduciario per le Marche. Ancora una volta insieme ad incontrare i giornalisti marchigiani e parlare di libertà di stampa, che è “Libertà dal bisogno. No al lavoro nero, sì all’informazione di qualità”: questo il tema al centro dell’incontro e del dibattito, che anche a Civitanova ha trovato molteplici e animati spunti. A testimoniare che “i corsi di formazione, quando non si riducono ad una mera raccolta di punti, – ha detto Carlo Parisi – servono eccome. Servono ad incontrare chi fa il nostro stesso lavoro e ha le nostre stesse difficoltà. Servono a chiarirci le idee su tante questioni che ci riguardano. Servono a confrontarci, perché, come giustamente ha ribadito Dario Gattafoni, è solo con l’unità all’interno della categoria che possiamo farcela”.
Una delle questioni su cui i giornalisti hanno il dovere, oltre che il diritto, di essere informati è il Contratto.
“Proprio nei giorni scorsi – ha spiegato ai colleghi il segretario generale aggiunto della Fnsi – abbiamo sottoscritto con la Fieg la proroga del Contratto nazionale di lavoro giornalistico: quel che a noi preme, come Fnsi, è incentivare la stipula degli Articoli 2 e 12, che invece gli editori faticano ad applicare preferendo ricorrere ai co.co.co. senza chiedersi se siano più o meno convenienti. E non solo in termini economici, ma di rischio per le potenziali vertenze che in tanti, troppi, casi innescano per il malvezzo di mascherare da lavoro autonomo attività di lavoro dipendente”.
L’impegno del Sindacato, sul fronte del Contratto, è anche quello di allargare la platea: “Il nostro obiettivo – ha sottolineato il segretario generale aggiunto – è di farci rientrare tutte le nuove figure professionali legate all’editoria on line. Lo stiamo facendo estendendo l’applicazione del contratto Fnsi-Uspi all’on line. Un terreno che ancora, purtroppo, risulta essere una giungla senza regole. E sia chiaro: una testata può dirsi qualificata, quando abbia almeno un giornalista contrattualizzato”.
Ne ha le prove Dario Gattafoni, che coglie la palla al balzo per portare “un esempio concreto di come molti giornalisti vengano sfruttati nei giornali on line: un sito marchigiano mi ha chiesto di iscrivere, negli ultimi mesi, 22 pubblicisti. La ‘cosa’ mi è sembrata strana, ma era tutto in regola. Poi accade che una giornalista, tra i 22 neo iscritti, viene da me e mi dice di non essere mai stata pagata. Erano state versate soltanto le ritenute d’acconto. Ebbene, nei prossimi giorni andrò alla Guardia di Finanza a presentare un esposto contro questo giornale on line”.
Che farsi sfruttare, mal pagare o addirittura non farsi pagare per niente – accettando di lavorare “gratis” – equivalga a “mortificare la professione e la propria dignità” è un concetto chiave e unanime su cui Parisi, Gattafoni ed Emiliozzi hanno posto nuovamente l’attenzione in quel di Civitanova, ma “ciò che il giornalista deve decidere da subito – ha tuonato Parisi – è se intendere il suo lavoro come una professione o come un hobby”.
Tira dritto Gattafoni, cogliendo ancora una volta l’assist di Parisi: “Su oltre 2000 iscritti all’Ordine delle Marche, l’anno scorso ne ho cancellati 166, che non percepivano un euro da lavoro giornalistico”.
Giornalisti non giornalisti, abusivi, insomma fantasmi: “Sono i 50.000 giornalisti sconosciuti all’Inpgi – ha detto Parisi –, che non hanno mai lavorato o lavorano abusivamente, senza versare contributi al nostro Istituto di previdenza, nonostante l’iscrizione alla Gestione Separata, l’Inpgi 2, sia obbligatoria dal 1996”.
Un barlume di speranza è dato dalle “1007 assunzioni registrate dall’Istituto nel 2015 – ha spiegato Rosalba Emiliozzi alla numerosa platea di colleghi – anche in virtù degli sgravi contributivi varati dall’Inpgi in favore di chi assume giornalisti e prorogati anche per il 2016. Di queste 1007 assunzioni, 849 sono nuove, le restanti sono stabilizzazioni”.
Certo, “si tratta di un sassolino nel vasto mare della crisi e per le casse dell’Istituto, ma è pur sempre una buona notizia”. Forse, qualcosa si muove. (giornalistitalia.it)