NEW YORK (Usa) – Abbonamenti record per il New York Times che raggiunge quota sette milioni. La New York Times Company, che nel 2011 – cominciando a far pagare i contenuti online – ha scommesso sui lettori digitali come motore futuro della propria attività, raccoglie così i frutti della sua grande scommessa che ha come obbiettivo il raggiungimento dei 10 milioni di abbonati entro il 2025.
Nell’ultimo trimestre i ricavi complessivi non hanno subito variazioni (426milioni di dollari), ma l’utile operativo rettificato è salito del 28% (56,5 milioni) e l’utile netto è raddoppiato a 33,6 milioni di dollari.
Le entrate derivanti dagli abbonamenti digitali sono state superiori a quelle provenienti dal cartaceo: 155,3 milioni (+34%) contro 147,7 milioni (-3,8%). I ricavi pubblicitari sono scesi a 79,3 milioni (-30%),
«La nostra strategia di rendere il giornalismo degno di essere pagato continua a dare prova di sé», ha dichiarato il nuovo amministratore delegato Meredith Kopit Levien evidenziando che «gli abbonamenti digitali non sono semplicemente il motore della crescita della società editrice, ma alla fine rappresenteranno il suo più grande business».
In un lungo servizio di Edmund Lee, Levien ha spiegato che «la continua richiesta di giornalismo di qualità, originale e indipendente su una vasta gamma di argomenti ci rende ancora più ottimisti riguardo alle dimensioni del mercato totale degli abbonamenti al giornalismo digitale e al nostro posizionamento nel settore».
La società ha aggiunto 393mila abbonati digitali nell’ultimo trimestre portando il totale dei lettori online a pagamento a oltre sei milioni. Di quel gruppo, circa 4,7 milioni pagano per le notizie, mentre il resto si abbona ai cruciverba e alle app di cucina. Altri 831mila lettori hanno continuato a pagare per gli abbonamenti cartacei, in calo rispetto allo scorso anno, riflettendo un costante calo nel settore.
La crescita dei lettori digitali è stata, comunque, inferiore alla corsa record registrata dal giornale nel secondo trimestre, ovvero mentre la pandemia da coronavirus imperversava in tutto il paese, ma la performance è stata sufficiente per aumentare le entrate digitali totali. Le vendite online stanno superando per la prima volta quelle cartacee, ma il New York Times teme che il business della crescita online possa esaurirsi mentre tutte le altre entrate segnano il passo. I ricavi degli abbonamenti online sono, infatti, aumentati del 34% (155,3 milioni di dollari), mentre quelli cartacei sono diminuiti del 3,8% (145,7 milioni di dollari).
Anche le vendite pubblicitarie, un tempo linfa vitale del business dei giornali, sono diminuite del 30%, a 79,3 milioni di dollari. La pandemia ha, infatti, inciso ancora più in profondità nelle vendite di annunci, che stavano già diminuendo poiché meno persone leggono il giornale cartaceo e molte aziende hanno ridotto i budget pubblicitari.
Anche la pubblicità online è diminuita, nonostante i guadagni dei lettori digitali. Il declino è avvenuto, in parte, a causa di un calo nel business dei redazionali, ovvero degli articoli a pagamento per gli sponsor. Nel complesso, la pubblicità digitale è scesa del 12,6%, a 47,8 milioni di dollari. L’azienda ritiene probabile che la pubblicità subisca una flessione nel settore, anche se Facebook e Google continuano a prosperare.
Per l’ultimo trimestre dell’anno, la New York Times Company prevede un andamento stabile sia per gli abbonamenti che per la pubblicità. Si stima che i ricavi degli abbonamenti aumenteranno del 14%, con un aumento delle vendite di abbonamenti digitali di circa il 35%. Si prevede, inoltre, che i ricavi totali della pubblicità diminuiranno del 30%, mentre la pubblicità online scenderà del 15% circa.
Adesso la cassa dell’editore scoppia di salute: 800 milioni sui libri, 250 milioni disponibili tramite una linea di credito rotante. La società non ha più alcun debito, avendo estinto un prestito lo scorso anno che le ha permesso di riacquistare il suo quartier generale a Midtown Manhattan.
La considerevole posizione di cassa del “publisher” potrebbe significare ulteriori acquisizioni in arrivo. Quest’anno, la società ha speso più di 30 milioni di dollari per acquistare diverse start-up, tra cui Serial Productions, la società dietro il podcast di successo “Serial”. (giornalistitalia.it)