NEW YORK (Usa) – Tensioni sindacali al New York Times: documenti e messaggi interni dell’azienda editoriale rivelano che i vertici stanno facendo pesanti pressioni sui tecnici del settore informatico perché votino “no” in un referendum convocato sull’adesione ad un sindacato.
Il voto, in corso dal 24 gennaio, riguarda 600 lavoratori del settore informatico del giornale e i risultati saranno resi noti ai primi di marzo.
Se i “tech” voteranno a favore dell’entrata nella News Guild of New York, parte della Communications Guild of America e che già rappresenta altri lavoratori del Times, darebbero vita al gruppo più numeroso di lavoratori informatici sindacalizzati in tutti gli Stati Uniti.
Uno dei messaggi, ottenuto dal Guardian, è della Ceo del giornale, Meredith Kopit Levien. Nel memo, intitolato “Perché un sindacato dei tecnici è sbagliato per noi”, la Kopit Levien afferma di non essere “anti-sindacato”, ma argomenta che l’adesione dei lavoratori metterebbe in crisi la relazione con il management a scapito, tra l’altro, degli obiettivi del Times per una forza lavoro più diversificata, equa e inclusiva.
Altri boss del Times, tra cui la responsabile dei prodotti Alexandra Hardiman e la capo della crescita Hannah Yang, hanno chiesto ai dipendenti di votare “no” all’adesione: “Un sindacato non è il rimedio a tutti i mali”, ha scritto la Hardiman chiedendo di votare contro, “perchè creerebbe un’ulteriore barriera nel processo di lavorare assieme”. (ansa)
600 lavoratori informatici pressati dai vertici perché votino “no” all’adesione