BOLOGNA – Si spegne un’altra voce dell’informazione a Bologna: Nettuno Tv ha licenziato i dipendenti e cessato le trasmissioni. È quanto rende noto l’Assostampa Emilia Romagna, che spiega i dettagli dell’ennesima amara vicenda: «A restare senza lavoro sono due giornalisti a tempo pieno, una giornalista part time e un altro giornalista impropriamente inquadrato come tecnico. A licenziare è stata Best Tool, una società informatica con sede a Ozzano dell’Emilia (Bologna) che aveva ricevuto gratuitamente alla fine dello scorso anno le quote della società, di cui era proprietaria anche la Curia di Bologna attraverso alcune sue emanazioni. Insieme alla Tv, Best Tool ha anche la proprietà di Radio Nettuno, a sua volta storica realtà locale, dove da alcuni mesi gli stipendi non vengono pagati».
Come Associazione Stampa Emilia Romagna «non possiamo che stupirci davanti all’inconsistenza di un piano di rilancio che in pochi mesi ha visto portare alla chiusura la televisione e a una situazione fortemente preoccupante per la radio. Inoltre questa decisione arriva dopo settimane di trattative nelle quali il sindacato ha chiesto alla proprietà di trovare soluzioni reali per tutelare un importante bacino di professionalità, che tra l’altro comprendono anche quella di una collega in maternità. Alla fine l’unica risposta è stata quella dei licenziamenti senza offrire in cambio concrete e adeguate possibilità di ricollocamento».
«A questo punto riteniamo doveroso – prosegue il sindacato dei giornalisti – che la stessa Curia, che continua ad ospitare nei propri locali Nettuno Tv, si impegni per una soluzione che possa evitare ai lavoratori una situazione che non meritano. Allo stesso tempo chiediamo un intervento anche al sindaco di Ozzano, Luca Lelli, che nei giorni scorsi è stato chiamato in visita dalla stessa Best Tool, che si è presentata come azienda modello del territorio nonostante la grave situazione in corso nella televisione e nella radio».
«Il caso Nettuno Tv – chiosa l’Aser – dimostra ancora una volta la miopia strategica di certi editori e l’inconsistenza di operazioni societarie che non tengo in giusto conto la sorte e l’importanza dei lavoratori e di realtà che hanno il dovere di informare i cittadini». (giornalistitalia.it)
L’Aser: “Rilancio inconsistente, rischia anche la radio. Intervenga la Curia”