MILANO – Il patrimonio immobiliare dell’Inpgi è di valore: si tratta di una garanzia per le pensioni dei giornalisti, ma è anche un patrimonio da valorizzare, penalizzato da un sistema di calcolo che risale al 1997. Perciò il Consiglio di amministrazione dell’Inpgi ha deciso, all’unanimità, di costituire il Fondo Immobiliare Giovanni Amendola nel quale conferire gradualmente (i conferimenti dovrebbero terminare nel 2017) il patrimonio immobiliare, valorizzandolo.
Vediamo meglio come è avvenuta l’operazione. Innanzitutto è stata bandita una gara per la gestione di questo Fondo, che è stata vinta da InvestiRe Sgr, una delle maggiori società di gestione di fondi immobiliari. Un clic su Internet per saperne di più.
Va chiarito che le quote del Fondo Immobiliare Giovanni Amendola, creato ad hoc, sono di proprietà dell’Inpgi al 100 per 100, quindi l’assemblea dei quotisti del Fondo è composta al 100 per 100 dall’Inpgi: ciò significa che l’Istituto ha tutti i poteri, anche quello di revoca del mandato qualora InvestiRe Sgr si rivelasse inefficiente.
Ciò detto, va anche ben compreso che le difficoltà in cui versa l’Inpgi impongono di dismettere parte del patrimonio immobiliare per far fronte al pagamento delle pensioni e delle altre prestazioni. Inoltre, l’Inpgi ha deciso di anticipare la direttiva governativa che sta per essere emanata e che imporrà a tutte le Casse pensionistiche privatizzate di avere come massimo il 30% del patrimonio in immobili: attualmente il nostro Istituto ha oltre il 65% nel ‘mattone’.
Il piano d’indirizzo per la dismissione di parte del patrimonio immobiliare è stato votato a dicembre 2015 all’unanimità dal Consiglio di amministrazione dell’Inpgi, quindi anche da parte dei rappresentanti di ‘Inpgi Futuro’, alleati di ‘Inpgi la svolta’, quelli che ora scrivono “Vogliono svendere le case, intaccare il patrimonio, che ne sarà delle nostre pensioni?”.
Il mercato immobiliare pare dia segni di risveglio. Occorre vendere ma non svendere. Dando anche garanzie agli inquilini.
A tutti i colleghi, ma soprattutto a chi in campagna elettorale manifesta dubbi strumentali, va sempre ricordato che nel Cda Inpgi e nel Collegio dei Sindaci siedono i rappresentanti dei ministeri vigilanti (Economia e Lavoro) e della Presidenza del Consiglio. Poi c’è la Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (Covip), infine c’è l’occhio lungo della Corte dei Conti. Può bastare?
Giovanni Negri