ROMA – Illustre Sottosegretario, raccogliendo l’invito da Lei rivolto in occasione della riunione del 12 maggio scorso (il “tavolo sui problemi dell’editoria”), Le invio un contributo per la messa a punto del provvedimento che ha intenzioni di predisporre.
Ribadisco ancora una volta una posizione diversa da quella di quasi tutti i presenti, legittimamente preoccupati della possibilità di ottenere nuove risorse pubbliche. I contributi sono utili, in molti casi necessari o perfino indispensabili, sia chiaro.
Apprezzo il Suo orientamento a usare come parametro il “venduto”, cioè il numero delle copie effettivamente acquistate dai lettori. Mi permetto di segnalarLe l’opportunità di una diversa e maggiore attenzione per quella che riduttivamente viene definita “stampa locale”. È quella che più affronta i problemi reali dei cittadini e merita, senza dubbio a mio avviso, un sostegno concreto.
Rifletterei sull’idea di un prelievo sulla pubblicità televisiva stando attenti, però, ad evitare di allargare la platea della sofferenza perché le Tv non sono solo quelle “dominanti”, con i loro bilanci a molte cifre, ma ci sono anche quelle che sono una testimonianza della passione per l’informazione e di un reale spirito di servizio a favore dei cittadini di un’area più o meno ampia. La vita non può essere solo fredda contabilità, tanto meno in un settore delicato quale quello dell’informazione.
Occorre una maggiore, e reale, azione di vigilanza, rivedendo le norme che riguardano i Corecom e prevedendo per loro poteri di controllo non burocratici. Ma ritengo, a nome dell’Ordine dei giornalisti, che sia preliminarmente necessario affrontare una questione morale, espressione abusata, ma di drammatica attualità.
Ci sono tre aspetti sui quali desidero sollecitare la Sua attenzione che, ad avviso dell’Odg, debbono essere considerati pre condizioni per poter ottenere finanziamenti.
Il primo: non dovranno poter accedere a questo fondo gli editori che non documentano di retribuire i giornalisti in maniera dignitosa, nel rispetto dell’art 36 della Costituzione. Immaginare che possano usufruirne editori di primaria importanza che impongono di fatto contratti che prevedono 4.800,00 euro l’anno per 288 articoli (tasse, previdenza, spese, foto, video e abstract per l’on line compresi) con l’aggiunta di 120,00 annuali forfettari per tutti gli altri servizi oltre i primi 288, sarebbe un vero oltraggio. Con quelle somme (e poco conta che possano essere superiori a quelle corrisposte in passato) non solo non si garantisce una informazione di qualità, alla quale i cittadini hanno diritto, ma si legittimerebbe la “schiavitù” con il finanziamento dello Stato.
Il secondo: la creazione di un registro degli editori nel quale tutti quanti, direttamente o indirettamente, operano nel settore dell’informazione, conferiscano l’elenco delle legittime partecipazioni che hanno, personalmente o tramite gli strumenti consentiti, in altre società. I cittadini hanno il diritto di sapere perché alcune notizie non appaiono su questo o quell’organo di stampa. O perché altre vengono privilegiate o enfatizzate. Questo registro consentirebbe, inoltre, allo Stato di monitorare gli innegabili vantaggi che gli imprenditori impegnati nel mondo dell’informazione hanno nelle loro altre attività.
Il terzo ma non ultimo: sempre più di frequente ci sono editori che “spariscono”, lasciando i giornalisti ad affrontare da soli i costi di controversie, in sede penale e civile. Non pochi tra loro sono a volte chiamati a rispondere con le loro risorse (quando sono per di più senza contratto) alle condanne per il richiesto risarcimento. Ma, salvo rare eccezioni, tutti debbono affrontare in proprio anche i costi legali di vicende che molto spesso si concludono con assoluzioni dopo anni. Gli editori debbono essere obbligati, modificando ove necessario anche altre norme esistenti, non solo a garantire assistenza ai giornalisti e ad assumersi la responsabilità economica delle condanne, ma a creare un Fondo di garanzia per fare fronte a tutto questo.
Confido, Signor Sottosegretario, che Lei terrà conto di queste osservazioni nel predisporre il provvedimento che Le auguro possa vedere la luce, come da Lei annunciato, nei prossimi due o tre mesi.
Enzo Iacopino
Presidente Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti