In Congresso l’opposizione presenta emendamenti al disegno di legge sui media

Nepal: giro di vite sulla libertà di stampa

La protesta dei giornalisti nepalesi contro il disegno di legge Media Council Bill

KATMANDU (Nepal) – Il Congresso nepalese (Nc), principale forza di opposizione in Nepal, ha presentato all’Assemblea nazionale, la camera alta del parlamento federale, gli emendamenti al disegno di legge Media Council Bill, presentato a maggio dal governo per sostituire la legge vigente Press Council Act e istituire un Consiglio dei media che prenda il posto dell’attuale Consiglio della stampa.
Le proposte di modifica riguardano, in particolare, la sezione 18, la più controversa, poiché commina multe da 25 mila a un milione di rupie (da 195 a oltre 7.800 euro) ai giornalisti e agli editori ritenuti colpevoli di danno alla reputazione. Il Congresso ha proposto di sostituire la pena con le pubbliche scuse e l’iscrizione in una lista nera in caso di recidiva.
Inoltre, il partito di opposizione ha proposto di modificare i requisiti per la presidenza del Consiglio dei media: il presidente dovrebbe avere qualifiche equivalenti a quelle di un giudice di Corte suprema e non solo una laurea e un’esperienza lavorativa decennale. Il Consiglio, inoltre, dovrebbe avere tra i suoi membri un rappresentante della Federazione dei giornalisti nepalesi (Fnj).
La Federazione, come altre organizzazioni del settore, dal Sindacato stampa del Nepal (Npu) alla Società dei media del Nepal (Nms), hanno accolto negativamente il disegno di legge, ritenendolo in contrasto col preambolo della Costituzione, che incorpora i principi fondamentali e garantisce la “completa libertà di stampa”; nel progetto normativo sono assenti gli aggettivi “autonomo” e “semi-giudiziario” che definiscono l’attuale Consiglio della stampa quale ente autonomo non giudiziario che può interpretare la legge.
Il nuovo Consiglio dei media farebbe capo al ministero delle Comunicazioni e delle tecnologie informatiche e il suo presidente sarebbe raccomandato da un comitato governativo; avrebbe poteri di inchiesta per le presunte violazioni al codice di condotta e poteri sanzionatori. Il ministro delle Comunicazioni e delle tecnologie informatiche, Gokul Prasad Baskota, ha assicurato, invece, che il disegno di legge è stato concepito per il bene del giornalismo e per garantire i diritti e il welfare dei giornalisti.
A provocare la preoccupazione del comparto è stata anche la contestuale presentazione di altri due disegni di legge: quello sulla pubblicità (Advertisement Bill) e quello sulle tecnologie informatiche (Information Technology Bill). Il primo, approvato da entrambi i rami del parlamento, prevede, tra l’altro, sanzioni per gli editori che veicolino messaggi pubblicitari ritenuti “offensivi”.
Il secondo vieta la condivisione di contenuti “inadeguati per moralità e decenza” e attribuisce alle autorità il potere di bloccare le piattaforme di social networking non registrate in Nepal. A preoccuparsi sono, in particolare, alcuni gruppi di utenti, come gli attivisti per i diritti delle donne, della comunità Lgbtiq (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, intersessuali e queer) e di altre minoranze, per i quali lo spazio online è essenziale per organizzarsi.
Un inasprimento normativo per la stampa c’è già stato con l’introduzione, l’anno scorso, del nuovo codice penale, contenente disposizioni sulla tutela della privacy e il reato di diffamazione. In quell’occasione anche la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) espresse preoccupazione per alcune sezioni: la 293, che vieta di ascoltare o registrare conversazioni senza consenso; la 294, che vieta di rendere pubbliche informazioni private senza consenso; la 295, che vieta di scattare fotografie senza consenso; la 296, che vieta di vendere o pubblicare foto a scopo commerciale senza il consenso del soggetto delle fotografie; la 298, che vieta la ricezione o l’invio o la pubblicazione su un medium elettronico di informazioni non autorizzate; la 305, che vieta la calunnia; la 306, che vieta la diffamazione, anche in modalità satiriche. (agenzia nova)

 

 

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