Il rapporto Unesco evidenzia quasi 900 omicidii colleghi in servizio dal 2010 al 2019

Negli ultimi due anni uccisi 156 giornalisti

L’auto di Elyas Dayee devastata dalla bomba che ha ucciso il giornalista in Afghanistan

ROMA – “Inquieta” la recente uccisione di tre reporter in Nigeria, Afghanistan e Filippine. Lo dichiara il direttore generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, che rileva come tra il 2010 e il 2019 quasi 900 giornalisti sono stati uccisi in servizio, di cui 156 negli ultimi due anni.

Elyas Dayee

Secondo l’ultimo rapporto dell’Unesco, organizzazione promuove la sicurezza dei giornalisti attraverso la sensibilizzazione globale e l’attuazione del piano d’azione delle Nazioni Unite, quasi nove omicidi su 10 rimangono impuniti.
Le ultime tre vittime sono: Onifade Pelumi, uno stagista di appena 20 anni della tv Gboah che trasmette a Lagos; Elyas Dayee, che lavorava da oltre 10 anni in Afghanistan per Radio Azadi, antenna locale di Radio Free Europe/Radio Liberty e l’editorialista filippino Virgilio Maganes, di Radio Dwpr. «Gli autori di queste morti – ha detto Azoulay – devono rispondere delle loro azioni criminali».

Onifade Pelumi

Onifade Pelumi mentre seguiva una manifestazione nei sobborghi di Lagos, davanti ad un deposito di viveri, sarebbe stato preso da agenti della polizia nonostante indossasse una giacca che lo identificava come giornalista. Da allora di lui non si sono avute più notizie fino a quando la famiglia, che ne aveva denunciato la scomparsa, ha ritrovato il corpo nell’obitorio di Ikorodu, alla periferia di Lagos.
Elyas Dayee è stato ucciso in Afghanistan, a Lashkar Gah, nell’esplosione della sua vettura sotto cui era stato piazzato un ordigno. Altre tre persone sono rimaste ferite nell’attentato compreso il fratello della vittima.

Virgilio Maganes

Infine Virgilio Maganes è stato assassinato da due uomini in moto davanti casa sua a Villasis nelle Filippine. L’editorialista di Radio Dwpr aveva già subito un attentato nel 2016. Azoulay ha ricordato che i giornalisti sono «gli attori essenziali della nostra democrazia e devono essere protetti». «Un attacco contro un giornalista è un attacco contro il diritto di tutti alla libertà d’espressione, come è scritto nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo – ha sottolineato il direttore dell’Unesco – questi atti dunque non devono rimanere impuniti e le autorità devono impegnarsi a consegnare alla giustizia i responsabili». (ansa)

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