MANTOVA – Da una parte i giornalisti, la libertà di stampa e la necessità di informare i cittadini; dall’altra il segreto istruttorio che copre atti di indagine e la necessità, per le forze dell’ordine, di proteggere la loro attività investigativa.
Succede così che quattro giornalisti della Gazzetta di Mantova abbiano ricevuto ieri sera comunicazione dai carabinieri di essere indagati per “pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale”. Questo per gli articoli scritti in queste settimane sull’operazione Pesci dell’Antimafia di Brescia, che ha fatto finire nei guai, tra gli altri, il costruttore Antonio Muto e il sindaco Nicola Sodano.
La notifica dell’atto è stata recapitata al direttore Paolo Boldrini, che risponde di tutto ciò che viene pubblicato dalla testata, e ai cronisti che hanno firmato gli articoli: Rossella Canadè, Igor Cipollina e Gabriele De Stefani. Gli articoli sono stati costruiti facendo riferimento a quanto contenuto nell’informativa dei carabinieri che era già nella disponibilità degli indagati e degli arrestati.
Alla Gazzetta non vengono mossi rilievi rispetto alla veridicità del contenuto degli articoli. La notifica dell’iscrizione nel registro degli indagati di quattro giornalisti è un provvedimento serio, che la Gazzetta, rispettosa del lavoro dei carabinieri, tiene naturalmente nella massima considerazione. Nella consapevolezza, tuttavia, che questi sono i rischi del mestiere e che il dovere di informare i nostri lettori resta irrinunciabile. Il reato che viene contestato ai giornalisti prevede l’arresto fino a trenta giorni o un’ammenda da 51 a 258 euro. (Gazzetta di Mantova)
I quattro giornalisti della Gazzetta di Mantova sono indagati dalla Procura di Mantova per aver pubblicato atti dell’operazione Pesci della Dda di Brescia sulle infiltrazioni della ’ndrangheta nelle istituzioni e nell’economia della Lombardia.
Perucchini esprime la solidarietà dell’Associazione Lombarda Giornalisti
MILANO – L’Associazione Lombarda dei Giornalisti esprime solidarietà ai colleghi della Gazzetta di Mantova, Rossella Canadè, Igor Cipollina, Gabriele De Stefani e al direttore Paolo Boldrini, dopo la notizia della loro iscrizione nel registro degli indagati.
Il presidente dell’Alg, Paolo Perucchini, afferma che “il difficile lavoro del cronista, che ha per missione raccontare i fatti quotidiani, si confronta qui con il segreto istruttorio che copre atti di indagine e l’attività investigativa delle forze dell’ordine”.
“Pur nel rispetto del lavoro degli inquirenti, con questo caso – sottolinea Perucchini – ancora una volta si evidenzia la necessità di interventi legislativi adeguati che, se da un lato devono tutelare tutti i soggetti interessati, dall’altro non possono limitare in alcuna maniera il diritto all’informazione dei cittadini, cioè uno dei capisaldi della cifra democratica di ogni Paese”.