Ieri la grande “festa” a Torre Annunziata, oggi la commemorazione al Vomero

Napoli ricorda il coraggio di Giancarlo Siani

La Mehari verde che ieri ha sfilato per le vie di Torre Annunziata

La Mehari verde che ieri ha sfilato per le vie di Torre Annunziata

NAPOLI –  Era il 23 settembre 1985 e, all’ora di cena, i killer inviati da Lorenzo e Angelo Nuvoletta attendevano sotto casa, al Vomero, Giancarlo Siani, 26 anni appena compiuti, giornalista praticante che proprio in quei giorni aveva ricevuto quella che per lui era la notizia più bella: sarebbe stato assunto da Il Mattino. Il quotidiano per il quale aveva realizzato tutte quelle inchieste “scomode” sulla camorra che gli sono costate la vita.
Per inchiodare assassini e mandanti ci sono voluti dodici anni: era già il 1997 quando la Corte d’assise condannò all’ergastolo i fratelli Nuvoletta, Luigi Baccante, Ciro Cappuccio, Armando Del Core e Valentino Gionta.
Ieri una Citroen Mehari verde, come quella su cui Giancarlo scarrozzava per le vie di Napoli e dintorni, inseguendo la verità, le storie e la vita degli uomini e dei “muschilli”, la manovalanza poco più che adolescente, della camorra, ha attraversato Torre Annunziata per ricordare il sacrificio di un giovane coraggioso e la vergogna del suo barbaro assassinio.
Oggi, esattamente 30 anni dopo, Napoli celebra uno dei suoi figli più amati “perché Giancarlo è vivo nel ricordo della gente – dice il fratello del giornalista, Paolo Siani, a capo della fondazione dedicata a Giancarlo, Polis – e, quel che sorprende, nei ragazzi più giovani che l’hanno conosciuto solo attraverso i racconti di altri. È facile andare a parlare nelle scuole di Giancarlo: appena facciamo il suo nome, i ragazzi sanno già di chi e cosa stiamo parlando. Questa è ancora oggi la forza di Giancarlo”.
Insieme a Paolo Siani, stamane a Napoli, sotto la targa che si trova a due passi dall’abitazione di Giancarlo, a due passi dal punto esatto in cui fu ucciso, in quelle Rampe intitolate Siani nel quartiere del Vomero, ci sono il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, il giornalista Lirio Abbate – costretto a vivere sotto scorta – e tanta gente di “una città che è fatta di brave persone – sottolinea Franco Di Mare nel collegamento con quella che è anche la sua città dagli studi di Uno Mattina – che oggi sono qui a ricordare il coraggio di un giovane che voleva ‘solo’ fare il giornalista”.

PREMIO SIANI A…GIANCARLO SIANI

NAPOLI – Il premio Siani quest’anno va a lui: proprio a Giancarlo Siani, e al suo libro postumo, pubblicato da Iod, dal titolo “Fatti di camorra – Dagli scritti giornalistici”: 86 articoli scritti tra il 1980 e il 1985, che sono stati la sua condanna a morte per mano della camorra.
Oggi, a distanza di trent’anni da quella sera in cui fu ucciso mentre era al volante della sua Mehari, Napoli e Torre Annunziata, la sua città, ricordano Giancarlo Siani con una serie di iniziative alle quali partecipa anche il Ministro di Giustizia, Andrea Orlando, che proprio a Torre Annunziata interviene in un dibattito sul cronista ucciso dalla camorra.
A Napoli, nella sede del giornale per il quale lavorava, Il Mattino, alla sua memoria viene consegnato il Premio, giunto alla dodicesima edizione, organizzato dalla Fondazione Polis, l’associazione culturale Giancarlo Siani, dalla redazione de Il Mattino e dall’Ordine dei giornalisti della Campania. (Ansa)

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