NAYPYDAW (Myanmar) – I legali di Wa Lone e Kyaw Soe Oo, i due giornalisti dell’agenzia di stampa Reuters arrestati in Myanmar in merito alla loro copertura della crisi Rohingya, hanno presentato appello contro la condanna emessa dalla giustizia birmana a settembre nei loro confronti. Wa Lone e Kyaw Soe Oo, rispettivamente 32 e 28 anni, sono stati condannati perviolazione del segreto di stato dopo che hanno raccontato delle uccisioni extragiudiziarie di 10 uomini appartenenti alla minoranza musulmana Rohingya, oggetto di una pesante repressione.
Il verdetto, che è stato criticato in maniera molto aspra a livello internazionale, ha messo in luce le contraddizioni del nuovo regime birmano guidato dal premio Nobel Aung San Suu Kyi, la quale ha negato l’esistenza di una repressione dei Rohingya, i quali a centinaia di migliaia sono stati costretti a fuggire nel vicino Bangladesh.
“Abbiamo presentato oggi appello per conto di Wa Lone e Kyaw Soe Oo, perché la sentenza della corte era sbagliata”, ha annunciato il presidente e direttore di Reuters, Stephen J Adler, denunciando il fatto che il tribunale ha ignorato “evidenti prove” che le accuse contro i due cronisti sono state fabbricate ad arte dalle autorità.
“Nel condannarli come spie – ha aggiunto – hanno ignorato prove evidenti di una macchinazione della polizia, gravi violazioni nel processo e l’incapacità della procura di provare qualsivoglia elemento chiave del reato”. (askanews)
Lo hanno presentato i legali di Wa Lone e Kyaw Soe Oo, condannati come “spie”