ROMA – Si moltiplicano e si aggravano le proteste nel mondo islamico contro la nuova caricatura di Maometto pubblicata dalla rivista satirica Charlie Hebdo dopo la strage del 7 gennaio nella sua redazione. E se il presidente francese Francois Hollande tiene il punto e ribadisce che la libertà di espressione è un valore fondante per la Francia, in Medio Oriente e in Africa le critiche e le proteste sono accompagnate dal timore delle autorità che la situazione possa precipitare.
Tra i Paesi non musulmani si distingue la Russia, Paese a maggioranza cristiana ma multietnico e multi confessionale, che ha de facto vietato la ri-pubblicazione delle caricature. Le proteste sono sfociate in violenze e vandalismo in Niger, ma ci sono state proteste anche nello Yemen, a Gaza è stato imbrattato il muro di cinta dell’istituto di cultura francese con frasi minacciose e nuove critiche sono arrivate dai vertici afgani.
Una grossa manifestazione si è tenuta inoltre a Magas, capitale della repubblica caucasica dell’Inguscezia e per domani, lunedì, il leader ceceno Ramzan Kadyrov annuncia 500mila persone in piazza contro le caricature di Maometto.
Nelle stesse ore, da Parigi arrivava la notizia che la tiratura dell’ultima copia di Charlie Hebdo arriverà a sette milioni di esemplari. “La Francia ha principi e valori e la libertà di espressione” è proprio uno di questi valori, ha detto il presidente Francois Hollande, criticando i Paesi dove si sono tenute le manifestazioni di protesta: “li abbiamo sostenuti nella lotta contro il terrorismo”.
Le proteste, però, continuano, anzi, si moltiplicano. Almeno tre chiese – secondo un giornalista di France Presse, testimone oculare – sono state date alle fiamme in Niger durante la manifestazione ispirate dalla la nuova prima pagina della rivista satirica francese, su cui un Maometto in lacrime mostra il cartello “Je suis Charlie” e, sopra, la scritta ”tutto è perdonar”.
Un migliaio di persone si sono radunate presso la grande moschea di Niamey per protestare contro il giornale francese, scandendo slogan come “Abbasso la Francia”, “Abbasso Charlie Hebdo” e “Allah Akbar” (Dio è grande); diversi manifestanti hanno lanciato pietre contro la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni.
Temendo che la situazione degeneri ulteriormente, un centinaio di agenti di polizia in assetto anti-sommossa sono stati dispiegati davanti alla cattedrale e l’Ambasciata francese a Niamey ha invitato i connazionali a “evitare in ogni modo di uscire di casa”.
Ieri, un poliziotto e tre civili sono rimasti uccisi nella protesta contro Charlie Hebdo tenuta nella seconda città del Ashraf Ghani dove tre chieste sono state saccheggiare e un centro culturale francese dato alle fiamme. Altre 45 persone sono rimaste ferite.
Decisamente più piccolo il raduno nello Yemen, dove alcune decine di persone hanno manifestato davanti all’ambasciata di Francia a San’a. La piccola folla ha scandito slogan contro la Francia, come “ambasciatore vattene”, agitando bandierine con sopra scritto “l’esercito di Maometto si è risvegliato”.
Davanti alla sede diplomatica sono state rafforzate le misure di sicurezza. Il presidente afgano Ashraf Ghani ha, intanto, definito un atto “irresponsabile” la pubblicazione della nuova caricatura di Maometto, definendola “oltraggiosa per la sacra religione dell’Islam e per il mondo musulmano”. Simile la posizione dell’amministrazione dell’Inguscenzia, dove, nella capitale Magas, migliaia di persone hanno partecipato alla protesta “contro le vignette del Profeta, l’islamofobia e gli insulti alla fede dei musulmani”.
La leadership di questa repubblica caucasica della Federazione russa, a maggioranza musulmana, ha autorizzato la manifestazione e il presidente Ashraf Ghani ha definito la pubblicazione delle caricature di Maometto come “estremismo di Stato da parte di vari Paesi occidentali”.
Anche l’autority russa per i media, Rozmkomnadzor, ha messo in guardia dal pubblicare caricature del profeta Maometto, avvertendo che questo sarebbe contrario alla legge e alla morale della Russia. “Diffondere caricature su temi religiosi nei media può essere considerato insultante o umiliante per i rappresentanti di confessioni e gruppi religiosi e qualificato come incitamento all’odio religioso ed etnico”, reato in base alla legge russa. Inoltre tale pubblicazione violerebbe le leggi media e anti-estremismo russe, secondo l’autorità, che ha chiesto ai media russi di “astenersi dalla pubblicazione di caricature che possono essere interpretate come violazioni”.
Una grande manifestazione contro le caricature si è svolta ad Amman, con 2.500 partecipanti, membri della Fratellanza Musulmana e di organizzazioni giovanili che hanno sfilato nella calma, ma sotto altissima sorveglianza. Proteste anche a Gerusalemme East e ad Algeri, mentre a Dakar in Senegal un migliaio di persone ha protestato e davanti all’ambasciata francese è stato bruciato il tricolore rosso-bianco-blu. In Pakistan i manifestanti sono scesi in strada in cinque città e a Karachi ci sono stati violenti scontri con la polizia, con un ferito grave. (Askanews)
Molte proteste sono accompagnate dal timore che la situazione possa precipitare
Rivolta contro le caricature di Maometto
Un commento
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Il buon senso dovrebbe suggerire che non bisogna ironizzare sulle religioni. Ritornarci su è stato da pazzi scriteriati.