ROMA – Non ce l’ha fatta Claudio Razeto, giornalista e ricercatore storico: la terribile malattia contro la quale combatteva da lungo tempo se l’è portato via a soli 56 anni.
Romano, cresciuto a Casal Palocco, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine del Lazio dal 30 giugno 1988, aveva dedicato la sua vita all’informazione e alla comunicazione, lavorando per numerose testate, dalla stampa tradizionale al web, passando per radio e tv. Prima le collaborazioni nelle redazioni locali de Il Messaggero, Paese Sera e il Corriere dello Sport, dopo di che aveva continuato a lavorare in emittenti radiofoniche e televisive locali. Quindi l’Ufficio stampa dei liberali di Renato Altissimo e, infine, la cronaca internazionale, prima per l’agenzia fotogiornalistica Omega Fotocronache di Milano e poi all’Ansa.
Claudio Razeto era anche un bravo ricercatore storico: si era impegnato, in particolare, ad approfondire le vicende legate alle due Guerre mondiali.
Poi, la malattia. Avendogli colpito la lingua, lo aveva portato a perdere completamente la voce. Quella voce che lo aveva accompagnato nella sua carriera. Lo aveva raccontato lui stesso:
«Con la radioterapia sembrava risolto, poi una recidiva e l’intervento obbligato a Modena, col professor Presutti. Un grande chirurgo e specialista. E una grande persona. Purtroppo – scriveva Claudio Razeto – mi aspettava l’intervento peggiore. Laringectomia totale bilaterale. Asportazione di lingua, corde vocali, linfonodi. Tutto. La voce, la comunicazione, erano la mia vita. Mi sono trovato muto a 55 anni».
Oggi se n’è andato, con al fianco la moglie Donatella, che ha sempre combattuto con lui sin dall’inizio della malattia.
I funerali di Claudio Razeto saranno celebrati domani, lunedì 25 gennaio, alle 15, nella chiesa di San Timoteo, a Casal Palocco. (giornalistitalia.it)
Una vita per l’informazione e la ricerca storica, la malattia gli aveva già spento la voce