Entrato in Rai nel ‘47, ne fu presidente, direttore del Tg e del Gr. Aveva 96 anni

Morto Sergio Zavoli, il giornalismo è in lutto

Sergio Zavoli

ROMA – Il giornalismo perde uno dei suoi più grandi maestri: è morto ieri sera a Roma Sergio Zavoli, icona del giornalismo televisivo. Aveva 96 anni. Padre di programmi storici come “La notte della Repubblica”, è stato radiocronista, condirettore del telegiornale, direttore del Gr, presidente della Rai dal 1980 al 1986, autore di inchieste che hanno segnato la storia.
Nato a Ravenna il 21 settembre 1923, Zavoli era entrato alla Rai nel 1947 come giornalista radiofonico.
Nel 1962 creò la trasmissione televisiva “Processo alla tappa”, un programma sportivo incentrato sul Giro d’Italia. Già nella sua prima edizione, rivoluzionò il modo di trattare lo sport in tv: andava in onda dopo la conclusione di ogni tappa e, da un palco improvvisato nei pressi della linea del traguardo, si alternavano corridori, direttori sportivi, giornalisti.
Il passaggio definitivo alla tv avvenne nel 1968: Zavoli ideò trasmissioni di grande successo come “Tv7, “AZ”, “Controcampo”; l’anno successivo diventò condirettore del Telegiornale e poi, ancora, direttore del Gr1 (1976) e presidente della Rai (1980-86).
Zavoli è stato anche direttore del Mattino di Napoli (1993-94) e ha firmato, come opinionista, per varie riviste quali “Oggi”, “Epoca”, “Jesus”.
Senatore dal 2001 al 2018, nel 2009 è stato eletto presidente della Commissione parlamentare per la Vigilanza sulla Rai.

Sergio Zavoli ai microfoni del Gr Rai

Ha scritto vari saggi, tra cui “Viaggio intorno all’uomo” (1969), “Nascita di una dittatura” (1973), “La notte della Repubblica” (1992), legati a sue trasmissioni televisive di successo, tra cui “Viaggio nel sud” (1992); “Nostra padrona televisione” (1994); “Credere, non credere” (1995), dal quale è stato tratto un volume (1997).
Tra le sue innumerevoli pubblicazioni, ricordiamo “Dieci anni della nostra vita: 1935-1945 (1960)”; “Altri vent’anni della nostra vita: 1945-65 (1965)”; “Figli del labirinto” (1974); “Socialista di Dio” (1981); “Romanza” (1987); “Di questo passo” (1993); “Un cauto guardare” (1995); “Dossier cancro” (1999); “Il dolore inutile” (2002); “Diario di un cronista” (2002); “La questione: eclissi di Dio e della storia” (2007). Nel 2011 è uscito il libro autobiografico “Il ragazzo che io fui”.
«La scomparsa di Sergio Zavoli – scrive l’Ufficio Stampa di Viale Mazzini – rappresenta una perdita incolmabile non solo per la Rai, con la quale la sua storia professionale e personale è profondamente intrecciata, ma per tutto il Paese».
Domani, giovedì 6 agosto, sarà allestita la camera ardente in Senato, con la commemorazione decisa dai Capigruppo. La salma di Zavoli sarà, poi, tumulata a Rimini accanto all’amico di una vita, Federico Fellini, come lui stesso aveva deciso.

MATTARELLA: «TRARRE SPUNTI E ISPIRAZIONE DAL SUO STILE»

«La scomparsa di Sergio Zavoli – sono le parole di cordoglio che arrivano dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – mi addolora. Desidero anzitutto esprimere i miei sentimenti di vicinanza e solidarietà ai familiari. Il giornalismo italiano perde uno dei suoi maestri».
«Il congedo di Zavoli – come lui stesso lo definiva – sarà occasione – prosegue il Capo dello Stato – per ripensare la sua eredità, per ricordare l’originalità e la qualità dei suoi lavori più importanti, per trarre spunti e ispirazione dal suo stile, dalla sua etica professionale, dalla sua grande forza narrativa capace di andare in profondità e di cogliere l’umanità che sta dietro gli eventi e i protagonisti».

VERNA: «UN ESEMPIO DI GIORNALISMO DA NON DIMENTICARE»

«Uno straordinario maestro di Giornalismo, – afferma il presidente dell’Ordine nazionale de giornalisti, Carlo Verna – che ha coniugato la professione al massimo livello con la disponibilità a dare insegnamenti verso chi desiderava accedere al mondo dell’informazione. Finchè la salute glielo ha consentito ha svolto la sua prolusione ai corsi che l’Ordine nazionale promuove da anni a Fiuggi, attirando l’attenzione e l’ammirazione di quanti vi partecipavano a cominciare da noi che li organizzavamo. Poterlo presentare ai praticanti è stato un enorme privilegio».
«La scomparsa di Sergio Zavoli è un grande dolore per la comunità dei giornalisti e contemporaneamente costituisce un vuoto incolmabile anche nella formazione di coscienze professionali. I suoi racconti giornalistici sono già storia, la sua figura un esempio che non potrà essere dimenticato. L’Ordine nazionale, rappresentando tutti i giornalisti italiani, si stringe alla moglie Alessandra, anche lei nostra collega, e alla famiglia Zavoli, con sentimenti di cordoglio e vicinanza». (giornalistitalia.it)

LEGGI ANCHE: Sergio Zavoli inaugura la Fondazione Murialdi

I commenti sono chiusi.