ROMA – È morto Davide Sassoli, grande giornalista prima ancora che grande politico. Per la grande famiglia dei giornalisti italiani se ne va uno dei migliori, perché il suo garbo, la sua educazione, il suo stile, il suo linguaggio e il suo modo di parlare alla gente comune erano diventati modello di esempio per intere generazioni di cronisti.
Oggi qui ci piace ricordarlo nella sua duplice funzione, di giornalista prima di tutto, e di grande europeista quale poi alla fine dimostrò di essere, una volta eletto parlamentare europeo. Davide Sassoli è morto nel cuore della notte all’Ospedale Oncologico di Aviano, dove era stato portato per le ultime cure. Nelle prossime ore conosceremo data luogo e ora delle esequie.
Fiorentino di nascita, classe 1956, sposato e padre di due figli, tifoso della Fiorentina, viveva a Roma ma appena possibile si spostava nella casa di Sutri, un delizioso paese medievale della Tuscia lungo la via Cassia, una trentina di chilometri a nord della capitale, per coltivare le sue passioni per il giardinaggio e le buone letture.
Il suo ingresso in politica coincide con le elezioni del Parlamento europeo del 6 e 7 giugno 2009, quando il Partito Democratico lo candida su proposta del segretario Dario Franceschini come capolista nella circoscrizione dell’Italia centrale. Con 405.967 preferenze è il primo eletto nella circoscrizione Italia centrale e risulta tra i più votati in Italia. Anche grazie al risultato delle elezioni, diventa capogruppo del Partito Democratico all’Europarlamento.
In un’intervista rilasciata subito dopo la sua elezione rivela che è sua intenzione «dedicare il resto della sua vita alla politica». Durante la 7ª legislatura, è membro della Commissione Trasporti e Turismo e Relatore della proposta sul Cielo unico europeo. Inoltre, è stato membro della delegazione interparlamentare UE-Israele.
Prima di arrivare a Strasburgo aveva già alle spalle una brillantissima carriera professionale come giornalista. Inizia a lavorare al quotidiano Il Tempo di Roma per poi proseguire l’attività giornalistica in piccoli giornali e all’agenzia di stampa Asca. Proprio quando collabora con l’agenzia cattolica, è testimone di un incontro a Parigi, destinato a suscitare clamore, tra l’allora ministro socialista Gianni De Michelis e il rifugiato politico di Autonomia Operaia, Oreste Scalzone.
Nel 1985 passa alla redazione romana del quotidiano “Il Giorno”, dove per sette anni segue i principali avvenimenti politici e di cronaca. Durante questo periodo, è testimone diretto di alcuni eventi importanti come la caduta del Muro di Berlino (1989). Iscritto all’albo dei giornalisti professionisti dal 3 luglio 1986, è stato sempre in prima linea nella difesa della libertà di stampa. Ma la sua vita diventa pubblica quando lascia la carta stampata e passa alla Rai.
La sua carriera come giornalista televisivo inizia nel 1992, come inviato di cronaca nel TG3 dove Davide segue per molto tempo gli avvenimenti strettamente legati alla presenza in Italia e in Europa e al diffondersi capillare della mafia. Poi ancora Tangentopoli e le inchieste sulle stragi italiane, sono gli anni in cui Sassoli collabora con i programmi di Michele Santoro “Il rosso e il nero” e “Tempo reale”.
Il 1996 è l’anno della svolta. Sotto la direzione di Carlo Freccero, viene chiamato a condurre la trasmissione pomeridiana di Rai 2 “Cronaca in diretta”, e per lui è un successo imprevisto e in termini di ascolti senza precedenti. Davide diventa l’uomo Rai del pomeriggio preferito degli italiani, una vera e propria star del giornalismo radiotelevisivo. Nel 1998 gli viene affidata la conduzione di “Prima – La cronaca prima di tutto”, rotocalco quotidiano del TG1, e nel 1999 entra nella redazione del TG1 in qualità di inviato speciale.
Del TG1 Davide Sassoli diviene conduttore dell’edizione delle 13.30 e successivamente di quella delle 20, è la consacrazione di una carriera tutta costellata da successi e riconoscimenti professionali di altissimo livello professionale.
Lascia la conduzione con l’arrivo alla direzione del TG1 di Gianni Riotta, e nel 2007 diventa vicedirettore del telegiornale, nonché dei settimanali di approfondimento Speciale TG1 e TV7. Intensa anche la sua presenza negli organismi sindacali di categoria, nel 2004 viene anche eletto Presidente dell’Associazione Stampa Romana.
Nel 2014 si ricandida alle elezioni europee con il Pd nella circoscrizione dell’Italia centrale. Il 1º luglio 2014 viene eletto vicepresidente del Parlamento europeo con 393 voti, risultando il secondo più votato in quota Pd-Pse, con delega alla Politica del Mediterraneo, al Bilancio e al Patrimonio.
Nel gennaio 2017 è riconfermato vicepresidente con 377 voti. Si ricandida alle elezioni europee del 26 maggio 2019 con il Pd nella circoscrizione dell’Italia centrale e viene nuovamente rieletto con 128.533 voti. Il 3 luglio 2019 viene eletto presidente del Parlamento europeo, il settimo italiano a ricoprire la carica, con 345 voti al secondo scrutinio, con il sostegno dei gruppi europeisti. Durante il suo discorso di insediamento sottolinea come si debba recuperare e rilanciare lo spirito costituente dell’Unione e ha richiamato il Consiglio dell’Unione europea alla necessità di discutere con il Parlamento la riforma del Regolamento di Dublino. E come primo atto della sua presidenza decide di rendere omaggio a tutte le vittime del terrorismo in Europa, visitando la stazione della metropolitana di Maalbeek, uno dei siti degli attentati di Bruxelles del 2016.
Davide Sassoli è stato il secondo presidente italiano del Parlamento europeo dopo Antonio Tajani da quando l’assemblea di Strasburgo viene eletta a suffragio universale. Il suo incarico sarebbe scaduto a giorni: la prossima settimana la riunione plenaria dell’Europarlamento che si riunirà a Strasburgo per eleggere il suo successore. Indimenticabile il suo discorso di insediamento alla Presidenza del Parlamento Europeo, dove racconta di una «Europa delle libertà, dei diritti, della tutela della dignità umana e protagonista nella battaglia per la parità di genere», solo alcuni dei pilastri che David Sassoli, indicò nel suo discorso di insediamento alla presidenza del Parlamento.
Questo il passaggio centrale: «Dobbiamo avere la forza di rilanciare il nostro processo di integrazione, cambiando la nostra Unione per renderla capace di rispondere in modo più forte alle esigenze dei nostri cittadini e per dare risposte vere alle loro preoccupazioni, al loro sempre più diffuso senso di smarrimento. La difesa e la promozione dei nostri valori fondanti di libertà, dignità e solidarietà deve essere perseguita ogni giorno dentro e fuori l’Ue», erano state le parole di Sassoli, che aveva chiamato tutti alla necessità di recuperare «lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei Padri fondatori, che seppero mettere da parte le ostilità della guerra, porre fine ai guasti del nazionalismo dandoci un progetto capace di coniugare pace, democrazia, diritti, sviluppo e uguaglianza».
Alla moglie, ai figli, e alla grande famiglia dei giornalisti italiani, allo stesso Parlamento Europeo, e a quanti lo hanno conosciuto, lo hanno amato e hanno lavorato con lui, il cordoglio del Direttore e della Redazione di Giornalisti Italia. (giornalistitalia.it)
Pino Nano