ROMA – Giuseppe Ciarrapico, da molti definito “l’anima nera” dell’andreottismo romano, per le sue simpatie fasciste, sempre rivendicate, è morto stamane a Roma. Era malato da tempo e ricoverato nella clinica Quisisana nel quartiere Parioli. Nato a Roma il 28 gennaio 1934, di professione imprenditore e docente universitario, è stato eletto senatore il 13 aprile 2008 ed è rimasto in Parlamento fino al 2013.
Giuseppe Ciarrapico è cresciuto in Ciociaria. E li aveva il centro delle sue attività imprenditoriali concentrate principalmente nel settore dell’editoria e nella gestione delle terme di Fiuggi, allargando i suoi interessi anche al settore delle cliniche. In gioventù era stato un simpatizzante fascista, ma poi negli anni si era avvicinato alla corrente andreottiana della Dc, senza tuttavia abbandonare i rapporti con il segretario missino Giorgio Almirante.
Negli anni Ottanta divenne presidente delle terme di Fiuggi. Soprannominato in quegli anni il “Re delle acque minerali”, proprio per la proprietà delle grandi terme, organizzò un premio internazionale il Premio Fiuggi, che vide la presenza del presidente sovietico Michail Gorbaciov, in quegli anni protagonista della perestrojka. Facevano parte del suo “impero” anche la società di acque minerali Recoaro, diverse cliniche romane, di cui la più nota era “Villa Stuart”, la compagnia di aerotaxi “Air Capitol” e la Casina Valadier, noto ristorante di Roma, tutte raccolte sotto la holding capogruppo Italfin ’80.
L’aspetto più caratterizzante dell’attività imprenditoriale di Ciarrapico è stata la sua attività nel settore dell’editoria. La sua azienda tipografica di Cassino stampa libri e fascicoli a sfondo revisionista sulla storia, le armi e le forze armate del fascismo (ed in particolare della Repubblica Sociale Italiana) sotto i tipi, della Ciarrapico Editore, a cui collaboravano dirigenti e intellettuali della destra, tra cui Marcello Veneziani, che fu direttore editoriale, e, negli anni settanta, il giornalista Guido Giannettini.
Sempre nel settore dell’editoria ha controllato numerosi quotidiani locali, tra i quali Ciociaria Oggi, Latina Oggi e Nuovo Oggi Molise(mentre, tra gli altri, si annoverano anche Nuovo Oggi Castelli, Nuovo Oggi Guidonia e Nuovo Oggi Viterbo), che fanno capo a due società editoriali: Nuovo Oggi srl, ed Editoriale Oggi srl.
Una delle operazioni per le quali è più ricordato nella capitale è l’acquisto della As Roma, conclusosi nell’aprile del 1991. Ciarrapico dovette però lasciare la presidenza della squadra nel 1993.
Tra le vicende della prima repubblica che lo hanno visto protagonista il lodo Mondadori nel quale, sollecitato da Andreotti, fece da intermediario tra Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti. Nel 1996 viene coinvolto anche nel processo relativo al crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi.
Nel settore della sanità ha posseduto la partecipazione di controllo del gruppo Eurosanità Spa, avente tra i soci di minoranza l’imprenditore Carlo Caracciolo e la famiglia Miraglia, che gestisce fra l’altro tre cliniche private a Roma (tra le quali il Policlinico Casilino), due strutture di ricovero per anziani a Fiuggi, due società di catering, tre società finanziarie, il “Bar Rosati” di Roma.
Ciarrapico è stato anche senatore nella sedicesima legislatura. Alle elezioni politiche del 2008 è stato eletto con il Popolo della Libertà su richiesta di Berlusconi e nonostante il parere contrario di Alleanza Nazionale. (adnkronos)
Da Andreotti a Tangentopoli, uomo da Prima e Seconda Repubblica
di Giampaolo Grassi
ROMA – Ha attraversato la Prima e la Seconda Repubblica da imprenditore vicino alla politica, con qualche incursione nel calcio. E i guai con Tangentopoli. Giuseppe Ciarrapico è morto a Roma nella clinica Quisisana. Aveva 85 anni e da tempo era gravemente malato. Fu vicino alla corrente democristiana di Andreotti, ma senza nascondere le affinità col missino Giorgio Almirante, prima di impegnarsi direttamente in Parlamento: dal 2008 al 2013 e’ stato senatore per il Popolo della Libertà.
“Nel mio pantheon politico – disse in una intervista – al primo posto metto certamente Benito Mussolini, un grande statista. Poi metto Berlusconi, Craxi e Andreotti”.
Da proprietario delle terme di Fiuggi, era stato soprannominato “Il Re delle acque minerali”, ma il suo impegno imprenditoriale non è stato a senso unico. Il suo nome è stato legato ai settori della sanità e dell’editoria. Ma, nel 2015, la condanna a tre anni con l’accusa di aver ottenuto indebitamente 20 milioni di euro di sovvenzioni per l’editoria, gli costò la revoca del vitalizio da ex parlamentare.
Nel 1991, qualche mese dopo la morte del presidente giallorosso Dino Viola, Ciarrapico rilevò la Roma, per lasciarla due anni dopo al duo Sensi-Mezzaroma. “Er Ciarra”, ricorda La Gazzetta.it “festeggiò la conquista della Coppa Italia a Genova contro la Sampdoria nel 1991 e, cavallerescamente, fece sollevare il trofeo a Flora Viola”. Fra le sue intuizioni, l’esordio in A di un giovane talento: Francesco Totti.
L’addio ai Giallorossi fu legato anche alle vicende di Mani Pulite: “Tangentopoli fu un grande teatrino, purtroppo con molte vittime – raccontò anni dopo Ciarrapico – Nel periodo che ho trascorso a San Vittore grazie al dottor Di Pietro, ho visto tutto il gotha della finanza italiana. Chi non c’è stato è perché, evidentemente, contava poco”. (ansa)