ROMA – Il giornalista Stefano Vespa è morto, nella notte, stroncato da un infarto nella propria abitazione di Roma, nella quale viveva da solo. A trovarlo sono stati i vigili del fuoco fatti intervenire dai parenti per forzare la porta preoccupati dal fatto che, per diverse ore, non aveva risposto al telefono. Aveva 64 anni ed era fratello di Bruno, conduttore di “Porta a Porta”, rispetto al quale era più piccolo di quasi tredici anni.
Nato a L’Aquila il 25 aprile 1957, laureato in giurisprudenza, era giornalista professionista iscritto all’Ordine del Lazio dal 24 novembre 1987. Dopo aver lavorato per 23 anni al quotidiano Il Tempo, da collaboratore a caporedattore, nel 2003 era approdato al settimanale Panorama, diventando il capo della redazione romana fino al 2015. Una volta in pensione, aveva iniziato una collaborazione coni sito Formiche.net. Nella sua carriera si è sempre occupato di politica e cronaca e, da oltre vent’anni, anche di difesa, sicurezza e multimedialità.
«L’ultimo scambio di messaggi con Stefano – ricorda il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè – è di pochi giorni fa. Mi chiedeva alcune precisazioni sul decreto legge sull’Ucraina. Nonostante l’età e l’esperienza, il suo approccio era sempre quello del cronista: scrupoloso, attento al dettaglio. Era precisissimo, Stefano. La notizia della sua scomparsa mi raggela e rimanda la memoria al tempo in cui conobbi quel cronista prima di ritrovarlo a Panorama durante la mia direzione nella quale lo volli capo della redazione romana. Stefano era un gentiluomo nei modi e un galantuomo nella professione. Era dolce, sensibile, riservato. Lo piango e mi stringo nel dolore ai suoi familiari e a chi gli volle bene».
«Lo conoscevo bene per averci lavorato insieme al Tempo», ricorda Nicola Marini, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti: «Una bravissima persona, oltre che un eccellente giornalista. La sua improvvisa scomparsa mi rattrista moltissimo». (giornalistitalia.it)