ROMA – Luca Spoletini, per quasi dieci anni portavoce del Dipartimento della Protezione Civile, è morto la scorsa notte all’ospedale di Messina. Luca lascia la moglie Caterina, il figlio Francesco di nove anni e una bambina che nascerà a settembre.
Spoletini, 49 anni, era stato ricoverato la settimana scorsa: si era sentito male a Lipari, in seguito al riacutizzarsi della malattia autoimmune con cui conviveva da anni. Dall’isola delle Eolie, dove vivono i genitori della moglie e dove era andato proprio per accompagnare i suoi familiari, è stato immediatamente trasferito all’ospedale Papardo: nonostante tutti gli sforzi dei medici, ieri mattina il quadro clinico è peggiorato e nella tarda serata il cuore di Luca si è fermato.
Il nome di Luca comincia a circolare tra i giornalisti nel 2000, quando entra nella squadra del commissario straordinario per il Giubileo, dove c’è Francesco Rutelli come Commissario e Guido Bertolaso come vice commissario. Una squadra strettamente legata al Comune di Roma della quale facevano parte, tra gli altri, l’attuale titolare della Farnesina Paolo Gentiloni, Roberto Giachetti, Michele Anzaldi e l’attuale portavoce del premier Filippo Sensi. È in quella occasione che Luca si fa conoscere per la sua bravura: attento, preciso, sempre presente.
Nel 2001 Luca segue Guido Bertolaso al Dipartimento della Protezione Civile e da allora, per nove anni, ha informato i giornalisti italiani su ogni alluvione, catastrofe o emergenza che riguardasse sia l’Italia sia l’estero, quando la Protezione Civile partiva per portare gli aiuti del nostro paese. Dal terremoto di San Giuliano di Puglia all’eruzione dell’Etna e dello Stromboli, dall’alluvione di Messina al terremoto dell’Aquila, Luca è stato sempre in prima linea.
Per nove anni non ha mai spento il telefono, sacrificando per il lavoro la famiglia e gli amici. Quanto telefonava, sapevi che era accaduto qualcosa. “Stiamo partendo”. Così è stato anche in occasione dello tsumani in Asia, a Natale del 2004, quando 24 ore dopo il devastante maremoto la Protezione Civile italiana era già in Sri Lanka per recuperare i nostri concittadini. Prima di tutti gli altri, tanto che fu proprio l’aereo italiano a riportare a casa centinaia di turisti di diversi paesi europei.
Anche per la strage dei bambini nella scuola di Beslan, Luca era in prima linea. Ed è stata quella l’unica occasione in cui, davanti alle tombe di quei piccoli innocenti, lasciò uscire le lacrime, lui che ne aveva viste tante. Nel 2010 è toccato sempre a Luca – assieme a Roberto, Marco, Juri, Ilaria – gestire le ripercussioni dell’inchiesta sulle grandi opere che ha investito l’intero Dipartimento della Protezione Civile.
Quando, negli anni successivi, parlava di quella vicenda, Luca scuoteva la testa consapevole che, come tutte le persone perbene, si era trovato a pagare colpe non sue. Passato alle dirette dipendenze di palazzo Chigi, Spoletini è tornato ad occuparsi di disastri due anni fa, quando è stato chiamato alla comunicazione di #italiasicura, la struttura voluta dal governo per contrastare il dissesto idrogeologico. Luca riprende così a fare, e bene, il suo lavoro: informa, fornisce documentazione e dati, spiega.
Una ventina di giorni fa, alla fine della scuola, era stato “scelto” dagli altri genitori della classe del figlio per fare la foto di fine anno. Lui, che non ha mai usato una macchina fotografica diversa da quella nel telefonino, sorrideva allegro: “contenti loro”. (Ansa)