MILANO – Arnoldo Mondadori Editore ha ceduto in data odierna a PBF srl – la holding di partecipazione che fa capo a Paolo Berlusconi – il 50% della propria partecipazione nella società collegata Società Europea di Edizioni. In seguito a questa operazione la partecipazione di Arnoldo Mondadori Editore nel capitale sociale di Società Europea di Edizioni, editrice de Il Giornale, scende dal 36,89% al 18,445%.
Il Comitato di redazione del quotidiano afferma che «anche in virtù dei sacrifici che hanno accettato di compiere, i giornalisti del Giornale si aspettano che il nuovo assetto dell’azionariato, con la progressiva diluizione di un socio per nulla interessato al futuro della nostra testata, possa tradursi nell’impostazione di nuove prospettive strategiche la cui mancata attuazione adesso – con il nuovo assetto azionario della Società europea di edizioni – apparirà sempre meno comprensibile».
Nel prendere atto della decisione del gruppo Mondadori di cedere il 50% delle sue azioni della Società Europea di Edizioni i giornalisti riconoscono «il senso responsabilità dell’azionista di maggioranza, fidando nel fatto che in Italia ci siano imprenditori che considerano l’informazione, oltre che un dovere, anche un business che ha futuro».
«La casa editrice di Segrate, che da tempo non considerava la sua partecipazione ad un quotidiano di informazione parte del core business, ha ritenuto – rileva Il Cdr – di annunciare l’operazione di riduzione della partecipazione proprio nel mezzo di una crisi sanitaria ed economica di dimensioni inaudite, in cui la buona informazione quotidiana rappresenta, come riconosciuto anche dal governo, un bene primario».
«Sappiamo bene – incalza il Cdr – che le aziende non sono enti di beneficenza, ma non dimentichiamo che hanno anche una responsabilità sociale la cui consapevolezza dovrebbe essere da un lato proporzionata al prestigio, al fatturato e al numero dei dipendenti e dall’altro particolarmente intensa nelle persone che guidano aziende che, come la Mondadori, fanno parte integrante e rilevante del settore “industria culturale”».
La redazione del Giornale assicura, comunque, che «continuerà a fare il suo lavoro con il massimo impegno, nonostante le difficoltà dovute alla necessità di decentrare la fattura del giornale, lavorando per di più con una piattaforma tecnologica su cui poco si è investito e mantenendo una solidarietà al 21%». (giornalistitalia.it)