WASHINGTON (Usa) – Prima sospeso, ora licenziato in tronco, con l’ombra anche di una denuncia per molestie sessuali: finisce così la carriera alla Cnn di Chris Cuomo, il popolare anchor di punta dell’emittente travolto dalle rivelazioni sull’attivo ruolo mediatico che giocò dietro le quinte per aiutare il fratello maggiore Andrew a difendersi dalle accuse di abusi sessuali da parte di una decina di dipendenti quando era governatore di New York. Un ruolo che viola l’etica giornalistica.
Ora, però, anche il giornalista rischia di trovarsi negli scomodi panni dell’aggressore nell’era del #Metoo che aveva pubblicamente incoraggiato. È stata la nota avvocato Debra Katz ad informare la Cnn dell’accusa di molestie mossa da una sua cliente contro Chris Cuomo: una ex collega più giovane di un altro network, per ora rimasta senza nome. Katz ha precisato che l’episodio non è collegato al procedimento contro Andrew Cuomo, dove difende un’altra donna, Charlotte Bennett, un tempo collaboratrice del governatore, che in agosto è stato costretto a dimettersi. L’avvocato ha spiegato che la nuova accusatrice ha deciso di farsi avanti perché è rimasta “disgustata” dalle dichiarazioni in tv di Chris Cuomo in difesa di suo fratello, affermando che ha «sempre tenuto molto profondamente a questi problemi».
«Queste accuse apparentemente anonime non sono vere», ha replicato un portavoce dell’anchor, ribadendo che il giornalista «sostiene pienamente le sue dichiarazioni» e che «se l’obiettivo di fare queste accuse false e non vagliate era vedere Cuomo punito dalla Cnn, questo può spiegare il suo ingiustificato licenziamento».
«Questo non è il mondo in cui avrei voluto finisse il mio tempo alla Cnn ma vi ho già detto perché e come ho aiutato mio fratello», ha commentato il conduttore. La stessa Cnn nel suo comunicato aveva spiegato di averlo licenziato dopo aver ingaggiato uno studio legale per esaminare quanto emerso sul suo ruolo nella difesa del fratello ma aveva aggiunto anche che nel frattempo «sono venute alla luce ulteriori informazioni» e che «nonostante la rescissione del contratto, indagheremo in modo appropriato».
Finora Chris Cuomo aveva goduto del sostegno del presidente della Cnn, Jeff Zucker, di cui era stato uno dei primi colpi nella campagna acquisti del 2013. Ma dentro la tv, anche tra i suoi colleghi, era cresciuto il malumore, con il timore di compromettere la credibilità del network.
In settembre, tra l’altro, un’altra ex collega di Cuomo quando era alla Abc, Shelley Ross, aveva rivelato che in un evento pubblico nel 2005 l’aveva abbracciata palpandole il sedere, dicendosi indignata per l’aiuto prestato al fratello e per il suo “ipocrita” impegno contro le molestie.
L’anchor, 51 anni, sposato con tre figli, era all’apice della sua carriera alla Cnn, dove dal 2018 conduceva “Cuomo Prime Time”, il programma più seguito della tv. È qui che aveva lanciato i suoi duetti col fratello in epoca di pandemia, ma alla fine è stato travolto proprio dai guai del governatore, che peraltro gli aveva procurato un trattamento preferenziale per i Covid test. Sembra chiudersi, così, la saga di una potente dinastia italo-americana, cominciata con il tre volte governatore di New York, Mario Cuomo, padre di Andrew e Chris. (ansa)
Claudio Salvalaggio