ROMA – «Il Piano nazionale di resilienza e di rilancio (Pnrr) legato ai fondi di Next generation dell’Unione Europea potrà essere fondamentale per il rilancio del sistema dell’informazione». Lo ha dichiarato il sottosegretario all’Informazione e all’Editoria, Giuseppe Moles, in occasione della conferenza “Stampa, etica e democrazia” organizzata dall’Unione Stampa Periodica Italiana, guidata dal segretario generale Francesco Saverio Vetere, nella sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama.
Evidenziando il «bisogno impellente di ristrutturare il settore», Moles si è detto «particolarmente colpito dalla presa d’atto, da parte dei soggetti interessati, della gravità della situazione emersa durante i colloqui privati tenuti nei mesi scorsi». «Forse per la prima volta – ha sottolineato il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio – ho visto da parte di tutti gli interlocutori con cui mi sono confrontato una presa di coscienza sul fatto che oltre, in questo modo, non sia possibile andare. Questa consapevolezza consentirà di fare passi avanti».
«Confido molto su quello che potremo fare con il Pnrr», ha spiegato Moles aggiungendo che «questo piano può essere un utile e valido strumento per supportare il superamento delle criticità dell’intero sistema. Ho fatto inserire, anche se poteva apparire superfluo, la specificazione che tutte le iniziative contenute nella digitalizzazione 4.0 potranno essere applicate ed utilizzate da tutte le aziende dell’intera filiera editoriale. Un capitolo in cui si possono inserire tante cose per la transizione digitale, per le nuove professionalità e per l’aumento dell’occupazione. Chissà se questo consentirà anche la possibilità di rilanciare l’Inpgi in un circuito virtuoso».
In merito a quest’ultimo tema, quello riguardante la situazione di crisi dell’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani, Moles ha affermato di aver «ascoltato tutte le parti coinvolte e messo a disposizione del ministro Orlando, che ha la responsabilità del tema, criticità, opinioni e proposte in merito». Quindi ha ribadito che «c’è da parte di tutto il Governo la volontà di arrivare a una soluzione».
Moles si è soffermato anche tornato sul tema dell’equo compenso: «La mia intenzione è far ripartire il tavolo, riconvocarlo e presiederlo, per tornare ad avere un confronto a tutto campo. Se tutti coloro che ho incontrato faranno quello che hanno detto a me, cioè un passo di lato, forse c’è la possibilità di fare tutti insieme due passi in avanti. Io sono ottimista per natura e pessimista per carattere. Forse ci sono anche le condizioni, vista la composizione di governo che è di unità nazionale, per fare su questi temi qualcosa nel medio e nel lungo periodo. Un aiuto per risolvere molti nodi verrà anche dalle risorse del Pnrr».
Infine, il sottosegretario ha toccato il tema del copyright e del rapporto con gli OTT. «Serve – ha spiegato – un riequilibrio, una più equa distribuzione delle risorse, tra autori, editori, giornalisti e giganti del web, per la soddisfazione di tutti, senza danneggiare nessuno. Sto già lavorando su una serie di ipotesi per il recepimento dell’articolo 15 della direttiva Ue sul Copyright che appena possibile sottoporrò agli altri ministri competenti e al presidente del Consiglio. Ritengo non sia necessario avere sul tema un’estrema fretta, anche perché si attendono due sentenze della Corte Europea sull’articolo 15 e 17, che dovrebbero essere emesse a inizio di luglio». Per Moles serve, infatti, «un riequilibrio, un’equa ridistribuzione del valore anche economico, fra autori, editori, giornalisti e giganti del web. La direttiva per il copyright deve essere uno strumento per accompagnare il sistema senza danneggiare nessuno».
L’evento, organizzato al Senato dall’Uspi, si è aperto con la presentazione del delegato Uspi ai rapporti con il Parlamento, Alessandro Astorino, e gli indirizzi di saluto della sen. Urania Giulia Papatheu, membro della Delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’Iniziativa Centro Europea. «La libertà e la credibilità dell’informazione – ha esordito Papatheu – rappresentano elementi irrinunciabili. Ecco perché, nel corso di questa legislatura, ho presentato un disegno di legge per l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulle notizie false e sulla disinformazione online».
«Le fake news – ha evidenziato la senatrice – avvelenano, infatti, la qualità della nostra democrazia. Ed il rapporto tra informazione ed etica ha assunto un’importanza ancora più rilevante nell’ultimo anno e mezzo, periodo che è stato purtroppo contraddistinto dalla pandemia da Covid-19. L’opinione pubblica, quindi, deve essere informata correttamente. Da qui la necessità di verificare i fatti, di riportarli con quell’onestà che deve essere all’origine del lavoro giornalistico».
Per Papatheu, infine, «occorre ampliare l’accesso all’informazione per i soggetti più fragili, per i ciechi e per le persone diversamente abili con difficoltà motorie. Dobbiamo fare un salto di qualità».
Se Antonio Zappulla, Ceo della Thomson Reuters Foundation, ha spiegato come «negli ultimi anni, il settore editoriale e giornalistico è cambiato e si è evoluto in Italia e nel mondo», Carlo Verna (presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti) e Francesco Saverio Vetere (segretario generale dell’Uspi) hanno evidenziato, rispettivamente dal punto di vista giornalistico e da quello editoriale, come il comparto sia in grande difficoltà.
«La necessità più urgente – ha sottolineato Vetere – è senza dubbio quella di una riforma strutturale del settore, dal punto di vista legislativo in primis. Le norme su cui ancora poggia tutto il funzionamento del settore risalgono a tempi ormai superati (la legge sulla stampa è del 1948 e la legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti è del 1963). Dobbiamo chiederci tutti se queste norme tutelino veramente la libertà di stampa o rischiano, invece, di comprimerla». Gli OTT fanno richieste sui punti deboli del sistema editoriale italiano, si poggiano sui nostri difetti».
«Noi – ha affermato, dal canto suo Verna – dobbiamo fare la differenza in quanto giornalisti professionisti, riconoscendoci in una quadro di regole e avendo una formazion. La situazione del giornalismo è profondamente cambiata dal 1963. Gli editori seri vengono danneggiati in questo contesto. Editori seri che sono rappresentati proprio dall’Uspi».
«Non a caso – ha sottolineato Verna – siamo qui presenti a una conferenza organizza da Uspi, che è il soggetto più attento a tutta una serie di fenomeni di cambiamento, al quale l’Ordine dei Giornalisti guarda con attenzione. Il problema della libertà di stampa sta nell’interrogarci se l’attuale sistema dell’editoria sia effettivamente votato allo sviluppo della stessa.
Il segretario generale dell’Uspi, Francesco Vetere, affrontando il tema dell’occupazione nel settore, ha invece posto l’accento sul «contratto di lavoro Cisal che nasce con lo scopo di favorire la creazione di posti di lavoro, giornalistici e non». «Prima o poi – ha spiegato Vetere richiamando anche un auspicio espresso da Verna – ci dobbiamo sedere tutti intorno a un tavolo e avviare un ragionamento. Non è più possibile rimandare». (giornalistitalia.it)