ROMA – “Il giornalismo d’inchiesta è straordinariamente importante per la vita della democrazia, una democrazia senza giornalismo d’inchiesta è zoppa, rischia di restare asfissiata”. Evidenziando il valore della professione giornalistica, il ministro dell’Interno, Marco Minniti, è intervenuto oggi alla presentazione della relazione conclusiva della Commissione antimafia ricordando che “la libertà di stampa è ossigeno per qualsiasi Paese democratico e non saranno tollerate minacce da mafia, camorra o ’ndrangheta, né da gruppi estremisti di carattere politico perché è in gioco la civiltà del Paese”.
Tolleranza zero con le mafie, insomma, nei confronti delle quali – ha incalzato Minniti – l’obiettivo prioritario del nostro Paese non deve essere contenerle, ma sconfiggerle. Quello che per Giovanni Falcone era un principio, oggi è una concreta possibilità. E questa la ritengo una cosa importantissima”, ha aggiunto il ministro dell’Interno che, riferendosi alle imminenti elezioni, ha sottolineato che “il terrorismo e la mafia sono una minaccia drammatica alla nostra democrazia. Che venga sottolineato questo in piena campagna elettorale non è irrituale, ma cogente perché il rischio che le mafie possano condizionare il voto libero degli elettori del nostro Paese minaccia il valore più importante della nostra democrazia. Su questi temi – ha detto ancora Minniti – Minniti – non ci può essere silenzio in campagna elettorale, e invece vedo troppi silenzi sul tema”.
Nel tardo pomeriggio, al Viminale, si è tenuto invece il secondo incontro del Centro di Coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti.
Al tavolo, presieduto dal ministro Minniti, hanno partecipato il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, il segretario generale e il presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, il presidente e il segretario dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Verna e Guido D’Ubaldo.
Nel corso della riunione, è stato fatto il punto sull’andamento degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, anche alla luce dei recenti episodi di aggressione ad alcuni cronisti ed è stato sottolineato come il fenomeno sia costantemente monitorato e costituisca oggetto della massima attenzione.
Nel 2017 gli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti nell’esercizio della loro professione sono risultati 126 a fronte dei 128 rilevati nell’anno 2016. Dal 1° gennaio al 16 febbraio 2018 sono stati monitorati 18 episodi.
Sul fronte dell’attività investigativa, nel 2017 sono state denunciate o arrestate 87 persone, mentre nell’anno 2016 sono state 83. Ad oggi le forze di Polizia hanno disposto 176 misure di vigilanza ed assicurato l’attuazione di 19 dispositivi di protezione nei confronti di giornalisti.
Da una analisi dei 35 episodi monitorati dal 1° novembre 2017 è emerso che, in gran parte dei casi, si tratta di intimidazioni poste in essere per lo più con minacce pubblicate in rete o verbali, condotte violente, missive, danneggiamenti e telefonate anonime. Tali episodi presentano matrici e motivazioni di natura politico-sportiva, riconducibili alla criminalità organizzata o ad ambienti di illegalità diffusa o di degrado sociale.
Durante l’incontro si è convenuto, altresì, sull’opportunità di programmare le riunioni del tavolo con cadenza trimestrale. Si è, poi, concordato sulla necessità di intensificare l’attività di monitoraggio in rete e di rivolgere particolare attenzione agli episodi posti in essere in ambito sportivo e di destinare la massima tutela al giornalismo d’inchiesta. Infine, saranno avviati percorsi di formazione tra funzionari di polizia e giornalisti anche al fine di un uso consapevole del web.
Analizzando i 35 casi monitorati dal 1° novembre 2017 ad oggi, emerge che nella gran parte dei casi si tratta di intimidazioni con minacce pubblicate in rete o verbali, condotte violente, missive, danneggiamenti e telefonate anonime. Gli episodi hanno matrici e motivazioni di natura politica o sportiva e sono riconducibili alla criminalità organizzata o ad ambienti di illegalità diffusa o di degrado sociale.
Sul fenomeno, che viene costantemente monitorato, sono stati analizzati anche i dati degli ultimi anni:
nel 2016, gli atti intimidatori compiuti a danno dei giornalisti nell’esercizio della loro professione sono stati 128;
nel 2017, ne sono stati rilevati 128;
dal 1° gennaio al 16 febbraio 2018, sono stati monitorati 18 episodi.
Per quanto riguarda l’attività investigativa, le denunce e gli arresti:
nel 2016, sono state denunciate o arrestate 83 persone;
nel 2017, 87 persone;
ad oggi le forze di Polizia hanno disposto 176 misure di vigilanza e 19 dispositivi di protezione nei confronti di giornalisti. (giornalistitalia.it)
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Le minacce ai giornalisti in Italia