Mafia: su Facebook da Venerando Lauretta già in carcere per associazione mafiosa

Minacce di morte al giornalista Paolo Borrometi

Paolo Borrometi

Paolo Borrometi

ROMA – “Ti acceco con le mie dita. Ho preso la mia decisione, anche se mi arrestano c’è chi viene a cercarti. Tu morirai”. Sono queste le nuove minacce di morte arrivate al giornalista siciliano Paolo Borrometi, 32 anni. Borrometi, collaboratore dell’Agi e direttore del sito web “laspia.it” è stato minacciato pubblicamente di morte sul noto social network Facebook da Venerando Lauretta, già in carcere per associazione mafiosa.
“Ora – scrive Venerando Lauretta nei confronti di Borrometi – vai a denunciarmi, voglio pagarti il reato che commetto su di te. Comunque ti verrò a trovare pure che non vali i soldi del biglietto, sarò dietro la tua porta. Mi viene da ridere pensando il giorno che sei tra le mie mani. Ti devo accecare con le dita, non ti salva neanche Gesù Cristo. Il tuo cuore verrà messo nella padella e dopo me lo mangerò. Ho preso la mia decisione, anche se mi arrestano c’è chi viene a cercarti, tu morirai”.
Paolo Borrometi è da tempo sotto tutela, dopo essere stato oggetto di intimidazioni ed anche una aggressione, che ha lasciato al giornalista una menomazione alla spalla. Già ad agosto scorso il cronista era stato minacciato di morte da Giovanbattista Ventura, fratello di Filippo Ventura che, per la Direzione Nazionale Antimafia (Relazione 2014) è il capomafia di Vittoria (Ragusa) e per questa motivazione è in carcere.
Ventura aveva scritto: “Ti scipperò la testa, sarò il tuo incubo. Ti scipperò la testa ovunque, anche all’interno del Commissariato di Vittoria”. Paolo Borrometi su Facebook commenta: “Quale sarebbe (stavolta) la mia colpa? Quella di avere denunciato, fra gli altri, anche Venerando Lauretta e suo figlio (Riccardo) per minacce e ingiurie. Per Lauretta, suo figlio no, non dovevo denunciarlo. Lui poteva e può minacciarmi, a seguito di alcuni miei articoli sulle attività illegali della famiglia Lauretta nel Mercato di Vittoria, ma io no, non potevo né dovevo denunciarlo”.
“Perché per Lauretta – scrive Borrometi – «loro» possono fare e minacciare di morte tranquillamente. Noi non possiamo denunciare. Eppure chi crede nella Giustizia, deve denunciare e sa che accanto avrà le forze dell’ordine. Così come sono certo sarà anche questa volta con me. Sono stanco, dobbiamo fare quadrato contro questi mezzi uomini. Denunciare sempre e stare accanto a chi denuncia”. (Agi)

Art. 21: “Scorta mediatica per Paolo Borrometi”
ROMA – “I clan mafiosi di Vittoria continuano a minacciare di morte il cronista Paolo Borrometi della Agenzia Italia già costretto a lasciare la sua terra e a vivere sotto protezione”. Lo afferma il portavoce di Articolo 21, Giuseppe Giulietti, secondo il quale “ormai l’aggressività di questi mafiosi ha raggiunto punte insostenibili e non solo contro Borrometi”.
Giulietti annuncia che “Articolo 21 pubblicherà gli articoli che non piacciono al clan e ci auguriamo che tutti i media vogliano riprendere le denunce dei cronisti minacciati dalle mafie”.

Unci Sicilia: “Vile gesto da condannare senza appello”
PALERMO – Il Gruppo siciliano dell’Unci esprime solidarietà al giornalista Paolo Borrometi, direttore de LaSpia.it e collaboratore dell’Agi, minacciato di morte su Facebook da un presunto mafioso di Vittoria (Ragusa). Già lo scorso agosto Borrometi aveva ricevuto minacce sul social network e, a scopo precauzionale, aveva trasferito il suo impegno professionale a Roma.
Per il presidente del Gruppo siciliano, Andrea Tuttoilmondo, ”quello che ancora una volta è stato subito dal collega è un vile gesto che deve essere condannato senza appello, a prescindere dal mezzo attraverso il quale sia stato rivolto”. Sul caso è intervenuto anche il vice presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales, che, ancora una volta, ha chiesto agli inquirenti “di porre fine a questo stillicidio di minacce e di intimidazioni via web con gli strumenti di legge a disposizione”.

I commenti sono chiusi.