PALMI (Reggio Calabria) – Il Giudice Monocratico del Tribunale di Palmi, Francesca Morelli, ha ammesso la costituzione di parte civile del Sindacato Giornalisti della Calabria nel processo a carico di don Benedetto Rustico, il parroco della Chiesa Madonna delle Grazie di Oppido Mamertina che, il 6 luglio 2014, dal pulpito invitò i fedeli a «prendere a schiaffi» il giornalista Lucio Musolino, cronista del Fatto Quotidiano e consigliere del Gruppo Cronisti Calabria “Franco Cipriani”.
Quel giorno, infatti, Musolino si era recato a Oppido Mamertina nel tentativo di intervistare il parroco dopo le polemiche sul famoso inchino che la Vara della Madonna fece davanti alla casa del boss ergastolano Giuseppe Mazzagatti. Episodio reso noto dal giornalista Michele Albanese del “Quotidiano del Sud” e immortalata in un video di “Tauria Mia”, il giornale della Piana di Gioia Tauro diretto dal collega Toni Condello.
Non trovando don Rustico a casa, Musolino si era avvicinato alla chiesa per parlare con il parroco che, però, in quel momento stava celebrando la messa.
«Invito le persone là in fondo a prendere a schiaffi quel giornalista con la telecamera» è stata la frase che il parroco di Oppido ha pronunciato al microfono, “con minaccia”, dal pulpito appena Musolino si è avvicinato all’ingresso della chiesa.
Quella frase, infatti, – è scritto nel capo di imputazione – provocò «la reazione di alcuni fedeli presenti, che provvedevano a spintonare Musolino e a inveire contro di lui, costringendolo ad interrompere la videoripresa della funzione religiosa ed allontanarsi dalla chiesa».
Oltre al reato di violenza privata, in concorso con altre persone non identificate, la Procura della Repubblica ha contestato al parroco di Oppido Mamertina l’aggravante di aver commesso il fatto «con abuso dei poteri e violazione dei doveri inerenti alla qualità di ministro di culto ed alla presenza di più persone riunite durante una celebrazione aperta al pubblico».
Ieri, dunque, si è finalmente celebrata la prima vera udienza del procedimento a carico del parroco difeso dall’avv. Caterina Bonarrigo. In quella precedente, infatti, il Giudice, preso atto dell’opposizione della difesa del parroco, si era riservato di decidere sull’ammissione della costituzione di parte civile del Sindacato Giornalisti della Calabria rappresentato e difeso dall’avv. Rosario Errante.
Lo stesso Giudice ha, poi, ritenuto di ammettere il Sindacato in veste di parte civile costituita ponendo l’accento, nella sua articolata ordinanza, sulle argomentazioni a sostegno fornite dall’avv. Errante in ordine all’impegno costante del Sindacato Giornalisti della Calabria nella difesa della libertà di stampa e d’informazione, nonché del diritto di cronaca per come costituzionalmente riconosciuto.
Lo stesso Giudice ha riconosciuto che, tra gli altri obiettivi, che il Sindacato si è posto e che giornalmente persegue, oltre alla garanzia della tutela sindacale, vi è anche quello di sostenere gli interessi morali e materiali dei giornalisti promuovendo il loro benessere con espresso riferimento alla loro sfera personale oltre che professionale.
Nell’immediatezza dei fatti, l’allora segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi, nell’esprimere «piena e convinta solidarietà al collega Lucio Musolino, messo all’indice da un sacerdote che, per quanto ha detto, nulla ha a che spartire con i principi cristiani», aveva sottolineato che «la gravità del gesto impone immediati provvedimenti esemplari, che testimonino in maniera inequivocabile che la lotta alla ’ndrangheta non è un’espressione d’intenti, ma la condanna univoca di una cultura criminale nei confronti della quale non sono ammesse declinazioni di sorta».
Una posizione netta, quella di Carlo Parisi, che ha visto il Sindacato calabrese, al fianco dell’Unci Calabria presieduta da Michele Albanese, sempre al fianco di Lucio Musolino e di tutti i giornalisti, annunciare sin da subito la costituzione di parte civile nel processo, concretizzatasi alla prima udienza del processo con la firma dell’attuale segretario regionale Andrea Musmeci.
L’udienza è proseguita con la testimonianza di Lucio Musolino, a sua volta difeso dall’avv. Gregorio Calarco, che ha ripercorso le tappe della vicenda mentre il procedimento è stato aggiornato a maggio per l’esame dei testi della difesa del parroco Rustico. La sentenza dovrebbe essere emessa nell’udienza successiva. (giornalistitalia.it)
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Tutta la mia solidarietà al collega Lucio Musolino.