NOVARA – Attenzione alle mail che arrivano nella posta del computer. Dietro un mittente apparentemente accettabile può nascondersi un hacker, capace di danneggiare, distruggere o rubare l’intera memoria.
Se n’è parlato all’Università del Piemonte nord-orientale di Novara di fronte ad un pubblico di studenti e giornalisti. Che sono le due categorie più interessate all’argomento. Gli studenti saranno dei professionisti che dovranno tutelare il loro patrimonio professionale. E i giornalisti conservano nei loro archivi gli appunti dei loro articoli che, in quanto a tutela, rappresentano argomenti super sensibili.
La minaccia si chiama “Man in the middle” – uomo nel mezzo – cioè qualcuno che, in maniera segreta e truffaldina, è riuscito ad alterare la comunicazione tra due parti.
Non esistono sistemi informatici protetti al 100 per cento, ma ritardare l’attacco di un hacker con le giuste precauzioni è già una forma di difesa.
Il convegno sulla cybersecurity, in collaborazione con l’ateneo piemontese, è stato organizzato dall’Associazione industriali di Novara, rappresentata da Carlo Robiglio. Hanno partecipato professori ed esperti in materia.
“Di questi problemi, si parla poco”. Ne è convinta Francesca Bosco dell’Istituto internazionale per la ricerca sul crimine e la giustizia dell’Onu.
“Ma le statistiche sono allarmanti. Le memorie computerizzate sono il nuovo petrolio perché possono essere vendute o riutilizzate, creando falsi profili. Non possiamo restare immobili”.
Per Marilinda Mineccia, procuratore della Repubblica di Novara , “il problema è sottovalutato. Dell’anonimato nel virtuale non si ha paura e ci si sente onnipotenti. Non si percepisce il senso di responsabilità”.
Bisogna governare il progresso. Nasceranno nuove professioni, legate alla protezione dei sistemi informatici. Gli imprenditori dovranno circondarsi di collaboratori competenti in materia.
Fabio Ravanelli di Confindustria Piemonte commenta: “I crimini informatici sono aumentati in maniera esponenziale. A livello internazionale, si è registrata una crescita del 23 per cento, rispetto al 2016. Le imprese del settore finanziario ed energetico sono le più colpite”.
Carlo Robiglio, presidente degli industriali novaresi, è convinto che “occorre un nuovo modello di difesa. Bisogna investire sulla formazione dei dipendenti e diffondere la cultura della sicurezza. In molti casi, è sufficiente evitare di aprire un allegato ricevuto via mail”.
Un consiglio? Sul sito internet www.virustotal.com si può inserire l’indirizzo del messaggio ricevuto o un file sospetto. Il programma esercita un controllo sulla sicurezza.
“A volte – secondo il responsabile della polizia postale Martino Brunetti – basterebbe controllare da dove arriva il messaggio. Se penso di essere in contatto con un’azienda italiana, ma l’IP è americano, allora, forse, sto subendo un attacco. Dall’altra parte del mondo, ci potrebbe essere un criminale pronto a dirottare un bonifico o addirittura cambiare la destinazione della merce”. (giornalistitalia.it)