ROMA – L’Assemblea dei giornalisti del quotidiano Metro, edito dalla N.M.E. – New Media Enterprise srl e pubblicato e distribuito gratuitamente dal lunedì al venerdì, ha proclamato lo stato di agitazione permanente rendendo i lettori partecipi del fatto che la testata freepress «sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua esistenza che, ben 23 anni fa, lo ha visto coraggioso pioniere della “rivoluzionaria” esperienza della freepress in Italia. Una gratuità informativa che si è sempre accompagnata ad una rigorosa e libera autorevolezza giornalistica».
I giornalisti di Metro ricordano che «in tempi recenti – già prima della pandemia e della guerra – la crisi economica e quella dell’editoria hanno iniziato a colpire duramente tutta la carta stampata, con il “fenomeno smartphone” e i drastici cali di fruitori e pubblicità (unica fonte di sostentamento per Metro). Allo stesso tempo, però, proprio la peculiarità della nostra testata – svincolata da un prezzo di vendita e dalle edicole – avrebbe dovuto costituire una preziosa potenzialità. Invece – denunciano i redattori di Metro – gli editori che si sono succeduti, con visione miope, hanno perseguito una gestione del “giorno per giorno” basata solo sui tagli e su un progressivo impoverimento di mezzi, capacità e risorse: nessuna strategia a lungo termine, nessuna valorizzazione delle professionalità interne, nessun ripensamento sui contenuti generalisti, nessun potenziamento del web e della presenza sui social media».
«Il risultato – sottolineano i giornalisti – è che la situazione si è aggravata e le redattrici e i redattori di Metro si sono fatti carico nel tempo, con grande senso di responsabilità, di crescenti sacrifici economici e lavorativi, aderendo ad ammortizzatori sociali giunti sino ad una solidarietà del 50%. Ora però l’editore, come sorta di regalo natalizio, vorrebbe innalzarla ulteriormente e unilateralmente sino a livelli che renderebbero risibili le retribuzioni e impossibile la fattura stessa di un giornale (men che meno di qualità). Una imposizione e un ricatto occupazionale che, insieme ai nostri sindacati di categoria nazionali e locali, abbiamo respinto al mittente aprendo una dura vertenza».
Per questo l’Assemblea delle redattrici e dei redattori di Metro ha deciso di proclamare a partire da oggi lo stato di agitazione permanente, «in nome di una dignità giornalistica che non può essere impunemente calpestata e del rispetto dovuto» ai lettori che per oltre due decenni hanno apprezzato ogni giorno il giornale durante i viaggi in metropolitana.
«Prendiamo atto – replica l’editore – della decisione unilaterale e immotivata di proclamazione dello stato di agitazione da parte dei redattori di Metro e nel contempo ne apprezziamo la singolarità, perché rivolta in maniera accorata e confidenziale al grande pubblico dei nostri lettori che quotidianamente ci seguono sui mezzi pubblici metropolitani e sul web con le edizioni di Milano, Roma, Torino, Bologna, Firenze e Perugia».
La New Media Enterprise ritiene «che sia un grande successo continuare dopo ben 23 anni a rappresentare la ormai sempre più sparuta e rara categoria di Editori Puri, liberi, autorevoli e indipendenti da potentati industriali o interessi partitici, privi di sovvenzioni pubbliche e periodici esborsi per ripianamenti di bilancio… e ciò lo si deve anche ai giornalisti di Metro che hanno sempre operato con professionalità e competenza, spesso sacrificando parte dei loro stipendi, nel precipuo interesse dei lettori e della libertà d’informazione. Probabilmente è proprio per questo motivo che noi di Metro veniamo apprezzati da tanto tempo e premiati con il contributo essenziale dei nostri Clienti pubblicitari».
«Per quanto ci riguarda, – afferma la N.M.E. – siamo riusciti a traghettare Metro oltre le paludi dell’emergenza Covid 19 e una conseguente sospensione di oltre 3 mesi di attività, un faticoso cambio di direzione editoriale e altrettanto problematica crisi di tutto il settore editoriale e tipografico, che tuttora attanaglia il nostro sistema di comunicazione, con crescenti costi della carta e dell’energia, oltre l’Isis, la guerra europea, il conflitto israelo/palestinese e i gravosi oneri inflattivi monetari».
L’editore evidenzia che «pur tuttavia, anche con la solidarietà dei sindacati di categoria, siamo riusciti a mantenere inalterata l’identità e la forza di Metro, non procedendo a dolorose riduzioni di personale giornalistico o di diffusione del giornale. Ecco perché abbiamo chiesto e rinnovato ai nostri giornalisti di contribuire, tutti insieme, alla continuità editoriale e alla qualità del nostro/vostro giornale, per superare le ulteriori sfide che il futuro ci rappresenta. Certi che ancora una volta i nostri lettori ci troveranno gratuitamente nei dispenser presso i maggiori centri di aggregazione e di trasporto pubblici, con i nostri promoter nelle stazioni ferroviarie e metropolitane e nel Web». (giornalistitalia.it)