I giornalisti: “Prima la chiusura per il Covid, ora la cessione, ma #Metronondevemorire”

Metro ceduto ad “un proprietario di cui nulla si sa”

ROMA – «Care lettrici e cari lettori, nell’estate del 2000, esattamente vent’anni fa, iniziò l’avventura di Metro, il primo quotidiano gratuito in Italia: un’impresa pionieristica, all’insegna del giornalismo di qualità offerto con una formula interamente nuova, rivoluzionaria. Ora però, questa piccola grande creazione giornalistico-editoriale è chiamata ad affrontare un passo oscuro e doloroso, avvolto nella più drammatica incertezza».
Inizia così il comunicato dell’assemblea dei giornalisti del quotidiano free press, sconcertati per quanto accaduto: «L’editore Mario Farina – spiegano – ha sospeso le pubblicazioni del giornale durante il periodo dell’epidemia Covid-19 e ritenuto che i giornalisti non dovessero lavorare nemmeno sul sito, per “mancanza di ricavi”, privando così la pubblica opinione, nel mezzo di un’emergenza pandemica senza precedenti, della voce di una testata ormai storica e affermata a livello nazionale, malgrado il Governo abbia più volte riconosciuto l’importanza dell’informazione tantopiù in questo frangente».

Mario Farina

«A nulla sono valse le richieste di lavorare in smart working – denunciano i giornalisti – così come previsto da diversi decreti ministeriali. Dopo una lunga ed estenuante trattativa, la redazione – che da anni è già gravata dal ricorso agli ammortizzatori sociali – è stata invece messa in cassa integrazione. A poche ore dalla conclusione della trattativa, è arrivata la comunicazione di aver ceduto “l’intera partecipazione sociale” ad un altro proprietario di cui nulla si sa se non che non ha nulla a che fare con il mondo editoriale dei quotidiani. Non è nota l’esperienza, non le intenzioni e i progetti; nemmeno, e soprattutto, se abbia la stabilità e la forza necessarie a garantire la prosecuzione di una storia importante quale è quella di Metro. Torna inevitabilmente alla mente il precedente di DNews, un altro quotidiano gratuito sempre di proprietà dell’editore Mario Farina, che lo cedette ad un soggetto che si rivelò inadeguato destinandolo ad una veloce chiusura».
«Mario Farina – rammenta l’assemblea – diventò editore di Metro nel 2009: da allora, nonostante tagli sempre più pesanti all’organico e alle risorse, i giornalisti della redazione si sono sempre sforzati di garantire un prodotto originale e di valore. Ora, pur gravemente preoccupati del futuro, continuano a non arrendersi. E a esplorare soluzioni che possano dare le garanzie che questo giornale si merita. #Metronondevemorire».

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