CITTÀ DEL MESSICO – Il presidente del Messico, Andrés Manuel Lopez Obrador, ha definito «falsa» e «calunniosa» la risoluzione con cui il Parlamento Europeo ha condannato il trattamento riservato ai giornalisti nel Paese. «Quello che sostengono è completamente falso», ha detto Lopez Obrador segnalando che la nota diplomatica emessa reca la sua firma e non quella del ministero degli Esteri. Il presidente si è detto dispiaciuto delle morti dei giornalisti, ma assicurato il totale impegno della magistratura, definendo il testo dell’Europarlamento frutto di una «mentalità colonialista» e «conservatrice».
«Non possiamo accettare che gli eurodeputati ci manchino di rispetto», ha detto il presidente nel corso della tradizionale conferenza stampa quotidiana. «Amlo» ha ricordato che dei circa 5000 omicidi registrati da inizio anno, solo cinque – e non sette -, riguardano giornalisti.
La nota, che si apre invocando lo stop «alla corruzione, alle bugie e alle ipocrisie», definisce «disdicevole» che i parlamentari europei «seguano come pecoroni la strategia reazionaria e golpista del gruppo corrotto che si oppone alla Quarta trasformazione», l’azione di governo che punta a «rivoluzionare l’impalcatura dello Stato coniugando moralità della vita pubblica con la redistribuzione delle risorse in favore del popolo».
Una strategia «appoggiata da milioni di messicani per affrontare la mostruosa diseguaglianza e la violenza ereditata dalla politica economica neoliberale che per 36 anni si è imposta nel Paese». I deputati europei, «sappiano che il Messico ha smesso di essere terra di conquista e, come poche altre volte nella storia, si stanno facendo valere i principi libertari di eguaglianza e democrazia». In Messico «non si reprime nessuno, si rispetta la libertà di espressione e il lavoro dei giornalisti. Lo Stato non viola i diritti umani come succedeva nei governi precedenti, quando voi, a proposito, mantenevano un silenzio complice».
Il presidente rivendica il proprio come un «Paese pacifista, che non ha optato per la violenza», favorevole al dialogo e non alla guerra: «non abbiamo inviato armi a nessun paese, in nessuna circostanza, come voi state facendo ora».
Dopo aver ricordato di godere del secondo indice di gradimento tra i principali presidenti di tutto il mondo – «incidentalmente più dei governanti europei» –, “Amlo” ha invitato gli europarlamentari a «informarsi e leggere bene le risoluzioni che vengono loro presentate, prima di esprimere il loro voto. E non dimenticate che non siamo la colonia di nessuno. Il Messico è un Paese libero, indipendente e sovrano». La lettera si conclude con un invito a «crescere, lasciarsi indietro la mania interventista mascherata di buone intenzioni. Voi non siete il governo mondiale».
Tutto è partito dalla risoluzione approvata dal’Europarlamento, con 607 voti a favore, 2 contro e 73 astensioni, per chiedere alle autorità messicane «di garantire la ritenzione e la creazione di un ambiente sicuro per i giornalisti e di difensori dei diritti umani».
Secondo Bruxelles il Paese nordamericano «è da molto tempo il luogo più pericoloso mortifero per i giornalisti, al di fuori di una zona ufficiale di guerra». Il Parlamento europeo ritiene, infatti, che in Messico esiste «un problema endemico» nelle indagini di questo tipo di reati, dal momento che «il 95 per cento rimane non punito». Al tempo stesso si censura la «retorica» che Lopez Obrador usa per «denigrare e intimidire i giornalisti indipendenti, i proprietari dei mezzi di comunicazione e gli attivisti».
Sulle condizioni di lavoro dei giornalisti in Messico si era già consumata una polemica con il governo degli Stati Uniti. Lopez Obrador aveva detto che il segretario di stato Usa, Antony Blinken, è male informato sulla situazione della violenza in Messico. La Casa Bianca aveva espresso preoccupazione per l’alto numero di giornalisti uccisi in Messico.
«Penso che sia male informato, perché altrimenti agirebbe in malafede, quello che sostiene non è vero. Certo, è molto spiacevole che ci siano omicidi di giornalisti, lo sappiamo già, ma non c’è impunità, non sono crimini di stato», ha detto il presidente messicano parlando nel corso della sua conferenza stampa mattutina. López Obrador ha quindi rilanciato l’accusa al governo degli Stati Uniti di finanziare gruppi di opposizione al governo messicano.
López Obrador ha accusato gli Stati Uniti di finanziare non meglio specificati gruppi oppositori nel Paese. «Chiediamo al governo degli Stati Uniti di interrompere il finanziamento di gruppi che agiscono apertamente come oppositori, nel nostro caso, di un governo legalmente e legittimamente costituito, perché è un atto interventista, di violazione della nostra sovranità», ha affermato il capo dello Stato parlando lunedì nella sua consueta conferenza stampa giornaliera. López Obrador ha, quindi, assicurato di avere informazioni sul finanziamento di alcuni giornalisti, senza fornire ulteriori dettagli.
Non è la prima volta che Lopez Obrador attacca gli Usa per presunti finanziamenti concessi a gruppi che «interferiscono» negli affari interni del Paese. In una nota diplomatica depositata a maggio 2021, il presidente chiedeva alla Casa Bianca di motivare i finanziamenti concessi alla associazione “Messicani contro la corruzione e l’impunità” (Mcci), sigla cui vengono ricondotte iniziative contrarie al governo del Paese latino. (agenzia nova)