ROMA – «Dalle pubbliche manifestazioni che sfociano in episodi di violenza agli incidenti tra tifoserie calcistiche: per tutelare la legalità e la libertà del Paese bisogna ricordare l’impegno costante delle forze dell’ordine, cercando, allo stesso tempo, di garantire maggiori tutele per il loro servizio».
È questo il messaggio unanime lanciato in occasione del convegno “Violenza negli stadi e nelle piazze: costruiamo un futuro migliore”, in memoria dell’Ispettore Filippo Raciti, organizzato dal Sindacato Autonomo di Polizia, nell’ambito delle celebrazioni per la XXXII edizione del Memorial Day.
All’Hotel Forum di Roma sono intervenuti Stefano Paoloni e Gianni Tonelli, rispettivamente segretario generale e presidente onorario del SAP; Marisa Grasso e Fabiana Raciti, moglie e figlia dell’Ispettore scomparso 17 anni fa, l’on. Nicola Molteni, sottosegretario di Stato all’Interno, l’on. Ettore Rosato, segretario del COPASIR, l’on. Giovanni Maiorano della Commissione Difesa della Camera Deputati, l’europarlamentare Anna Cinzia Bonfrisco e Carlo Parisi, segretario generale della FIGEC CISAL, Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione.
«Con il Memorial Day – ha spiegato Paoloni – ogni anno rinnoviamo il ricordo di quanti hanno sacrificato la loro vita nell’adempimento del dovere, per la tutela della legalità e per la libertà del nostro Paese.
Quest’anno lo abbiamo voluto dedicare all’Ispettore Filippo Raciti proprio perché abbiamo verificato che vi è un aumento di incidenti dentro e fuori gli stadi, non si deve abbassare la guardia. Purtroppo anche nelle piazze gli scontri con le forze dell’ordine stanno aumentando in modo molto pericoloso e, per questo, stiamo invocando norme adeguate che consentano a tutti di garantire il diritto a manifestare e di esprimere liberamente il loro pensiero, ma, dall’altra parte, anche di essere tutelati nell’adempimento del nostro servizio».
«Quali iniziative si possono assumere per cercare di fermare questa ondata di violenza nei confronti delle forze dell’ordine?», si è chiesto l’on. Rosati (Azione) ricordando che «ci sono iniziative legislative che non sono mai sufficienti.
Abbiamo capito che la legislazione va aggiornata rispetto a temi che sono rilevanti, rispetto alla tutela del personale delle forze di polizia che è impegnato in queste operazioni che servono per tutelare la collettività, servono per tutelare lo Stato. Io credo che ci sia soprattutto un tema culturale, un poliziotto che difende un presidio che è in una piazza è lo Stato che tutela i cittadini e quindi va rispettato, non va attaccato, non va aggredito.
Questo, prima che un lavoro di punizione, è un lavoro culturale che siamo tenuti a fare con i nostri giovani, con chi vuole liberamente manifestare, che ha diritto a farlo, ma ha diritto a farlo senza esercitare nessun tipo di violenza, in particolare contro i funzionari pubblici. Come si fa a giustificare chi aggredisce un poliziotto? C’è la libertà di manifestazione e questa libertà di manifestare è proprio garantita dalla presenza delle forze di polizia».
«La violenza – ha aggiunto il segretario generale della FIGEC CISAL, Carlo Parisi – è figlia dell’intolleranza, non solo nelle strade, nelle piazze e negli stadi, ma nella società e in particolare nel web. Tutto quello che viene visto in maniera divergente rispetto al pensiero unico diventa intolleranza, nemico da combattere e finisce per sfociare in violenza».
Ricordando i capisaldi della democrazia (lavoro, dignità e sicurezza), Parisi ha sottolineato che «il nostro Paese, oltre a recuperare la memoria attraverso la piena conoscenza della storia, ha bisogno assoluto di cultura del diritto e certezza della pena contro la dominante sensazione di impunità». Quindi, ha portato l’esempio del nuovo sindacato dei giornalisti e degli operatori dell’informazione e della comunicazione Figec Cisal: «In un Paese che dovrebbe difendere il pluralismo e la libertà, i cultori del pensiero unico non si rassegnano all’evidenza trasformando la dialettica in rissa. Per combattere l’intolleranza e la violenza è necessaria, invece, una cultura della legalità, intesa come rispetto degli altri, rispetto per chi non la pensa come noi.
È questo il tema su cui lavorare, su cui insistere per creare delle nuove generazioni che siano meno intolleranti di quelle a cui ci siamo purtroppo abituati».
«Dobbiamo ricordare chi non c’è più, dobbiamo ricordare – ha affermato il sottosegretario Molteni – per non dimenticare, dobbiamo ricordare per non vanificare l’opera, i comportamenti e le condotte di tanti servitori dello Stato che hanno dedicato e sacrificato la propria vita per il bene della sicurezza e della legalità».
Molteni ha, quindi, evidenziato che «al tempo stesso, dobbiamo anche ringraziare e rendere onore e merito a tutti gli uomini e le donne in divisa che ogni giorno con professionalità, competenza, coraggio e abnegazione difendono le libertà dei cittadini italiani, difendono il diritto a manifestare e dissentire. Sono arrabbiato perché credo che in questo momento in cui lo sforzo delle forze di polizia sia massimo per garantire i diritti costituzionali vedo un tentativo di demonizzazione, di criminalizzazione nei confronti dell’operato delle forze di polizia».
Anche Marisa Grasso ha voluto ribadire che «sono inaccettabili le scene di violenza negli stadi. Il 2 febbraio 2007 è stato dichiarato l’anno zero e non dovevano più accadere scene di violenza. I servizi di ordine pubblico sono pericolosi e una partita di calcio non lo deve essere. Ricordare per non dimenticare è importantissimo». Un intervento toccante e profondo che ha commosso la sala per la straordinaria semplicità delle parole espresse, con amara dolcezza, da una donna che paga ancora l’assurdo prezzo di una perdita assurda e ingiusta.
Commovente anche l’intervento della figlia Fabiana Raciti che, dopo aver raccontato il lungo calvario attraversato alla ricerca di “una voce” che potesse spiegare il perché di tutto questo, ha sottolineato che «la violenza va sempre condannata in qualsiasi forma essa si manifesti. Noi anche attraverso l’iniziativa del SAP vogliamo rimarcare questo monito alla non violenza, questo rispetto per la vita e nei confronti dello Stato, degli uomini e delle donne che indossano una divisa e poi, ovviamente, il rispetto di una sana sportività».
L’on. Maiorano (Fratelli d’Italia), tra i primi ad accogliere la proposta del SAP di istituire una Giornata contro la violenza negli stadi in memoria dell’Ispettore Filippo Raciti, depositando una proposta di legge alla Camera dei deputati, ha affermato che «la violenza non si placa e ci sono ancora puntualmente, ogni giorno episodi di violenza. Pertanto, si deve intervenire su più fronti. Oltre a garantire la pena per chi aggredisce o compie atti contro le nostre forze dell’ordine, è fondamentale anche agire sul fatto culturale, ad esempio attraverso giornate di sensibilizzazione all’interno delle scuole».
Nei confronti di Filippo Raciti, così come di Emanuela Loi e molti altri caduti, ha evidenziato Tonelli, «abbiamo l’obbligo di dare un significato a queste morti. Queste persone sono morte per il bene della comunità, la loro memoria non deve essere perduta proprio perché tutti i cittadini si sentano coinvolti in questo obbligo morale di contribuire al progresso materiale e morale della nostra comunità».
Al termine dell’incontro è stata deposta una corona d’alloro al sacello del Milite Ignoto all’Altare della Patria. (giornalistitalia.it)