ROMA – «Siamo tuttora molto preoccupati per la situazione che sta vivendo Mauro, ma abbiamo deciso di scrivere a tutte le persone che si sono interessate in questi giorni al suo caso attraverso il suo sito web». Inizia così la lettera che i familiari di Mauro Donato, il fotoreporter torinese arrestato e trattenuto in Serbia da più di una settimana con l’accusa di aver aggredito e derubato tre afgani – che in un secondo momento hanno ritrattato la versione fornita agli organi di polizia, scagionando, di fatto il giornalista – indirizzano a tutti: colleghi, uomini e donne delle istituzioni, cittadini. Perché quella di Mauro Donato è una vicenda delicata che tutti, in Italia e in Europa, stanno seguendo con attenzione, a cominciare dagli organismi di categoria dei giornalisti, ovvero Federazione internazionale e nazionale della Stampa Italiana (Ifj e Fnsi).
«Moltissimi privati cittadini, giornali e Istituzioni infatti – scrive la famiglia del giornalista piemontese – hanno testimoniato a gran voce la loro solidarietà nei confronti di Mauro, e si sono uniti a noi nel chiedere che venga fatta luce il prima possibile sulla vicenda che l’ha portato a essere tuttora detenuto – a nostro avviso ingiustamente – in carcere in Serbia. E per questo ringraziamo di cuore tutti quanti».
«Purtroppo, nonostante il lavoro della Farnesina e dei legali, – proseguono i familiari di Donato – la situazione non si è ancora sbloccata. Vista la delicatezza del momento, chiediamo a tutti di mantenere sì alta l’attenzione, ma di usare la massima cautela nei modi e nei toni, al fine di non interferire con il lavoro dei nostri legali. Chiediamo questo al solo scopo di rendere la liberazione di Mauro il più veloce possibile. Grazie ancora a tutti quanti: continuate a sperare con noi».
È importante ricordare che Mauro Donato si trovava, da tempo, in Serbia “solo” per documentare la tragedia umanitaria di centinaia di migranti lungo la cosiddetta rotta balcanica. Stava facendo, insomma, semplicemente il proprio lavoro. Il giornalista. (giornalistitalia.it)
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