ROMA – «Il pluralismo che alimenta la vita democratica e le libertà degli italiani, garantito dalla Carta Costituzionale, è arricchito dalla presenza di un numero significativo di voci indipendenti che offrono ai cittadini la possibilità di soddisfare il diritto fondamentale di essere informati. Ed è certamente compito della Repubblica sostenere le iniziative editoriali che si caratterizzano in questo senso, a partire dalla garanzia di parità delle condizioni di impresa e accesso al mercato».
Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al segretario generale dell’Uspi, Francesco Saverio Vetere, in occasione del 70° anniversario di fondazione dell’Unione Stampa Periodica Italiana celebrato oggi, nella Sala Zuccari del Senato, a Palazzo Giustiniani, con il convegno “Il Bene e il Bello” al quale, accanto al vicesegretario Uspi Sara Cipriani, al presidente Antonio Delfino, ai vicepresidenti Fabrizio Barbato, Giuseppe Corasaniti e Luca Lani, e a tutti i vertici dell’Unione Stampa Periodica Italiana, hanno partecipato, tra gli altri,
i deputati Federico Mollicone e Simona Loizzo, rispettivamente presidente e componente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei deputati; Francesco Pappalardo (responsabile della Biblioteca del Senato), Rosa Rubino (direttore del Vomere, che ha celebrato il 127° della fondazione), Mattia Tarelli (Google) e Carlo Parisi, segretario generale della Figec Cisal, il nuovo sindacato unitario dei giornalisti e degli operatori dell’informazione, dell’editoria, della comunicazione, dell’arte e della cultura, che con Uspi ha firmato il Contratto nazionale di lavoro giornalistico e per la regolamentazione dei rapporti di lavoro di natura redazionale nei settori della comunicazione e dell’informazione periodica e on line.
Con Parisi, presenti anche i consiglieri nazionali di Figec Cisal, Pierluigi Roesler Franz, Demetrio Crucitti, Mario Nanni e Santo Strati.
Sergio Mattarella ricorda che «ai giornalisti, testimoni e certificatori della corrispondenza tra i fatti e la loro rappresentazione, agli editori e ai soggetti chiamati a dare il massimo impegno nel dispiegamento dei principi sanciti nel nostro Patto fondativo, viene affidata una grande responsabilità, tanto più in una stagione di rilevanti trasformazioni che mutano radicalmente il panorama delle fonti e pongono in discussione la loro affidabilità, questione opportunamente affrontata anche in sede di Unione Europea».
«Nel mondo libero, l’esercizio della democrazia – sottolinea il Presidente della Repubblica – si basa anzitutto sulla responsabilità di ogni protagonista dell’informazione nel saper distinguere i fatti dalle opinioni, nella libertà di accesso a un sistema di diffusione sempre più articolato. Si tratta di un tema di particolare delicatezza che non trova limite, criterio e misura nella semplice moltitudine ed eterogeneità dei contenuti propalati dalle piattaforme. La autenticità dell’informazione è affidata, dalle leggi, alla professionalità e deontologia di ciascun giornalista. Sarebbe fuorviante e contraddittorio con le stesse disposizioni costituzionali immaginare che organismi terzi possano ricevere incarico di certificatori della liceità dei flussi informativi». (giornalistitalia.it)