ROMA – Si è svolta, al Palazzo del Quirinale, la tradizionale cerimonia di consegna del “Ventaglio” al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, da parte dell’Associazione Stampa Parlamentare.
Nel suo discorso, Mattarella ha affrontato il tema della “rivoluzione digitale” evidenziando che «il sistema delle relazioni interpersonali, come pure l’economia, il mondo del lavoro, della scienza e della cultura debbono molto alla svolta digitale che ha cambiato il volto del pianeta in breve tempo».
«Questa profonda innovazione, – ha spiegato Mattarella – con la diffusione dell’uso dell’intelligenza artificiale anche nel mondo della comunicazione, interpella, tuttavia, in maniera intensa, su temi che vengono messi in discussione, come la libertà, la dignità delle persone, la dimensione della riservatezza. L’egemonia di pochi colossi dell’impresa digitale assume una pervasività sin qui sconosciuta».
Gli strumenti per guidare in modo positivo l’evoluzione digitale, a servizio delle persone, consistono, infatti, «nell’applicazione puntuale dei principi sui quali si basa l’esperienza liberal-democratica, costruita a caro prezzo da tanti popoli. Non esistono – ha sottolineato il Presidente della Repubblica – “non luoghi”: si tratta comunque di spazi, sia pure virtuali, in cui interagiscono persone e si registrano attività umane; e anche la dimensione digitale deve rispettare principi e regole frutto delle conquiste democratiche. I principi sono sempre quelli contenuti ed espressi nella Carte costituzionali delle democrazie».
«Quando nel 1971 – ha ricordato Mattarella – la Corte Suprema degli Stati Uniti fu investita del caso Pentagono papers, che portò alla luce la politica americana sul Vietnam rivelando segreti di quel conflitto, il giudice Black tornò allo spirito che, ben 182 anni prima, aveva animato i loro padri fondatori nel contemplare, nel primo emendamento, il divieto di varare qualsiasi legge volta a limitare la libertà di parola o di stampa».
“Nel primo emendamento – argomentò, infatti, Black – i padri fondatori dettero alla libertà di stampa la protezione che le occorreva per assolvere il suo ruolo essenziale nella nostra democrazia. La stampa era fatta per servire i governati, non i governanti. Il potere del Governo di censurare la stampa fu abolito affinché essa rimanesse per sempre libera di censurare il Governo. La stampa fu protetta affinché essa potesse mettere allo scoperto i segreti del Governo e informare il popolo’’.
«Tale criterio – ha spiegato Mattarella – rappresenta uno dei cardini della democrazia liberale: questa è un portato della crescita della civiltà della convivenza; a tutela dei singoli individui e delle società nel loro complesso. La democrazia liberale: da questa si può andare avanti, progredire. Non certamente retrocedere per tornare a un invasivo esercizio del potere di chi governa». Quindi, per il Capo dello Stato «la Corte degli Stati Uniti compì, in quella circostanza, nella fedeltà ai principi costituzionali, una straordinaria e efficace difesa della libertà delle persone, attraverso la garanzia della libertà di informazione».
«Come ogni altro bene pubblico, a distanza di 50 anni dalla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, la libertà di informazione – ha incalzato Mattarella – deve essere difesa. Sono anzitutto i cittadini a dover esserne protagonisti, perché è grazie ad essa che possono formarsi un’opinione consapevole e liberamente critica».
Quindi, la chiamata in causa dei giornalisti «che, in ragione della professionalità e deontologia che caratterizza la loro funzione devono agire con indipendenza e con rigore per alimentare credibilità e fiducia, nell’assolvimento della missione di servire i governati e non i governanti, sempre anteponendo la verifica delle notizie all’anelito dello scoop».
«Gli editori che hanno l’impegnativo compito di far quadrare i conti e sanno di scommettere su un settore vitale per la democrazia – ha detto ancora il Presidente della Repubblica – hanno titolo a ricevere concreta attenzione da parte delle istituzioni. Ed è, in fondo, anche qui il bello della nostra Costituzione, che non esonera nessuno da responsabilità, tanto meno in questa materia».
A Mattarella è stato consegnato il Ventaglio realizzato da Gianna Parisse, vincitrice del concorso indetto dall’Associazione Stampa Parlamentare di concerto con l’Accademia di Belle Arti di Roma. «La tecnica è complessa, come complessa è la vostra attività e come lo è la vita delle istituzioni», ha osservato il Presidente della Repubblica rivolgendosi ai giornalisti. «In fondo – ha concluso – questo ventaglio è un “monito”. Con il bianco della sua luce induce all’ottimismo. E faccio mio questo invito alla fiducia nel nostro Paese». (giornalistitalia.it)