ROMA – «L’informazione non è solo un settore economico rilevante, ma un bene collettivo primario indispensabile per il funzionamento delle istituzioni». Il sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella, risponde così alla domanda su cosa sono adesso i giornali e l’informazione nella società contemporanea nell’intervista di Pierfrancesco De Robertis al Quotidiano Nazionale.
Quando il Qn osserva che, da almeno dieci anni, a causa dei cambiamenti della rivoluzione digitale la diffusione della stampa attraversa una flessione, Martella ammette che è «giunto il momento di scelte politiche capaci di avviare e consolidare un’inversione dei trend negativi che caratterizzano i principali fattori industriali e finanziari delle imprese editoriali».
«Il sistema editoriale – afferma Martella – ha bisogno di un quadro normativo certo, stabile e funzionale alle sfide della modernizzazione, a partire da quelle del digitale. Occorre un approccio integrato e sistemico che vada dall’editore fino all’edicolante».
Sul da farsi, il sottosegretario all’Editoria del secondo Governo Conte assicura il proprio impegno «per la continuità e stabilità del sostegno pubblico, attraverso la valorizzazione delle risorse statali del Fondo per il pluralismo e la loro finalizzazione a un ventaglio di misure coordinate. Bisogna incentivare la domanda di informazione di qualità, ma anche sostenere tutti i soggetti della filiera nel loro percorso di innovazione».
Alla domanda su che tipo di ruolo ha avuto la rivoluzione digitale nella fruizione dell’informazione, Martella non ha dubbi: «Notevole. Basti pensare al ruolo che il web e i social stanno giocando nel superamento delle “mediazioni” professionali. Oggi milioni di individui entrano quotidianamente in contatto con un flusso enorme di informazioni, che essi stessi concorrono a loro volta a creare, senza alcuna possibilità di valutarne il livello di affidabilità».
«Un problema serissimo» per il sottosegretario all’Editoria è quello relativo alle fake news, «in particolare per la qualità della nostra democrazia. A essere minata è la capacità dei cittadini di orientarsi, di discernere e di formarsi un’opinione su fonti attendibili. Di tutto questo la politica non può disinteressarsi». E serissimo è il fenomeno della diffusione illegale dei contenuti giornalistici: «La pirateria è un fenomeno odioso che dobbiamo contrastare con ogni mezzo, così come l’uso e la diffusione illegali dei contenuti prodotti dalle imprese editoriali».
Dunque, alla domanda del Qn se l’Italia recepirà la nuova direttiva europea sul copyright, Martella risponde che «dovremo garantire un adeguato bilanciamento degli interessi coinvolti, da quello alla giusta remunerazione dei contenuti giornalistici fino alla garanzia del pluralismo e della libertà di stampa». Ammette che se ne è discusso molto «a causa dei tanti interessi contrastanti», ma crede che «questo tema sia essenziale per preservare la certezza di un principio fondamentale come la giusta remunerazione del lavoro. Per contrastare la perdita di qualità e affidabilità dell’informazione occorre in primo luogo difendere il lavoro giornalistico e professionale, riconoscendo la giusta remunerazione».
Infine, sulla profezia della fine dei giornali di carta, Martella taglia corto: «Non scherziamo. Sono certo che attraverso il confronto costruttivo tra le parti si potrà aprire per l’editoria e il giornalismo una stagione di rinnovamento. Si tratta di un orizzonte irrinunciabile». (giornalistitalia.it)