FIRENZE – «Alle minacce provenienti dalla criminalità organizzata e dalle mafie vecchie e nuove si sono aggiunte negli ultimi anni altre subdole minacce per l’indipendenza e la libertà dell’informazione che non possiamo più ignorare. E se per fronteggiare le prime occorre innanzitutto rafforzare le misure personali di protezione dello Stato nei confronti dei giornalisti e dei loro familiari, per affrontare le seconde servono consapevolezza e strumenti ancora tutti da costruire o quanto meno da affinare». Così il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’Informazione e all’editoria, Andrea Martella, intervenuto oggi a Firenze.
Martella ha posto la lente d’ingrandimento sul «fenomeno delle intimidazioni ai giornalisti che è in crescita nel mondo ma che è a dir poco allarmante anche nel nostro Paese. Si tratta di professionisti colpiti per il fatto di portare a galla la verità in periferie e territori in cui prospera la criminalità organizzata, alimentando con la loro testimonianza la speranza di un futuro migliore per intere comunità».
Il sottosegretario ha, però, voluto allargare la visuale ad «altri fenomeni che parallelamente minacciano il giornalismo professionale e la libera stampa. Il primo è legato al declino del giornalismo d’inchiesta, sotto la pressione della gravissima crisi finanziaria che ha colpito tutto il sistema editoriale negli ultimi dieci anni. Se in più aggiungiamo il ruolo che il web e i social networks stanno giocando nel superamento della mediazione professionale del giornalista, è chiaro che siano indispensabili maggiori sostegni ed investimenti a favore di una informazione di qualità e di approfondimento».
Gli altri nodi toccati dal titolare all’Editoria sono stati le querele temerarie circa le quali «va trovato il punto di equilibrio tra diritto di cronaca e tutela della dignità delle persone, respingendo con fermezza ogni tentativo di far passare norme animate solo da spirito punitivo» e la lotta al precariato giornalistico. Un fenomeno, quest’ultimo, definito come «ormai strutturale, che va arginato puntando sugli incentivi per il turnover e l’assunzione stabile di giovani professionisti, misura che abbiamo proposto di introdurre nella legge di bilancio per il 2020».
«Allo stesso tempo – ha aggiunto – sono convinto che, per assicurare i necessari standard di qualità all’informazione professionale, occorre riconoscere a tutti i giornalisti un equo compenso per la loro prestazione, da individuarsi secondo criteri certi e condivisi. È per questo che ho provveduto a riavviare la procedura di costituzione dell’apposita commissione prevista dalla legge».
Tra gli altri provvedimenti su cui Martella ha puntato l’attenzione, la proposta di destinare al sistema editoriale una quota del gettito della Digital tax, il recepimento della direttiva sul copyright adottata dall’Unione Europea e la lotta alla pirateria. «I nodi giunti al pettine sono tanti, così come le esigenze di aggiornamento con i cambiamenti in corso. È, ormai, evidente la necessità di procedere con una riforma del comparto editoriale e giornalistico. Da qui – ha concluso ribadendo quanto annunciando nei giorni scorsi – nasce la mia intenzione di avviare subito il lavoro per dar vita ad una legge di settore chiamata Editoria 5.0». (adnkronos)
Il sottosegretario all’Editoria insiste sulle misure da inserire nella legge di bilancio 2020