TORNACO (Novara) – Centocinquanta fotografie tutte scattate dallo stesso punto, con stessa angolazione e quasi alla stessa ora del giorno. Uno stop, un fico, un lampione della luce e un campo di riso. Dunque, immagini che per un verso sono tutte uguali, ma per l’altro verso molto diverse perché segnano il passare delle stagioni.
L’autore di questo lavoro, “Uno sguardo lungo un anno sul paesaggio della Bassa”, è Mario Finotti, fotoreporter a tutto tondo che ha pubblicato migliaia istantanee prima sulla Gazzetta del popolo, poi su La Stampa.
Il set fotografico è un angolo del paese di Garbagna – dove Finotti vive – , nella bassa novarese, cuore della terra del riso. Le immagini sono state proiettate nel corso di una serata organizzata nel Teatro comunale di Tornaco, che è il paese confinante.
Con l’autore, il meteorologo Luca Dal Bello, figlio del giornalista Gianni (collaboratore di diverse trasmissioni di Rai1 e Rai2 e direttore della rivista “InformAle”) e Gianfranco Quaglia (caporedattore delle pagine di Novara della Stampa e, adesso, presidente del Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte).
Proiettare centocinquanta diapositive molto simili fra loro? Poteva essere bizzarro. Addirittura noioso. Invece, la serata è stata divertente.
La sua idea, Mario Finotti la racconta così: «Non so quante volte sono passato per quella strada. Sta a pochi metri da casa mia per cui era l’itinerario obbligato per andare a Novara per lavorare». Lo stesso tragitto per 40 anni senza badarci.
«Un giorno – continua – ho avuto l’illuminazione per quell’angolo che mi è apparso bellissimo. Di quel posto ho cominciato a scattare fotografie e, una dopo l’altra, è passato un anno con tutte le condizioni climatiche: pioggia, neve, sole e nebbia. E poi: il riso verde che diventa giallo e che, alla fine, viene raccolto».
Dunque, un lavoro impegnativo ma anche interessante. Ogni immagine racchiude una storia a sé. Però, questo reportage è anche un’occasione di studio per il meteorologo perché attraversa, documentandole, le stagioni.
Infatti Luca Dal Bello, che guarda il tempo per professione, ha spiegato come, in questi ultimi anni, il clima è cambiato con la terra che si è surriscaldata. Nella bassa novarese, dalle foto di Finotti si capisce che l’estate è stata afosa, l’autunno mite e l’inverno poco freddo.
Le nubi, se arrivano dalla pianura, portano piogge mentre, se avanzano dalle montagne, tendono a dissolversi. I temporali, al mattino, durano poco perché l’aria più fredda li consuma rapidamente mentre le piogge, di sera, vanno per le lunghe.
Il meteorologo assicura che tanti modi di dire dei contadini di un tempo sono verità sacrosante. Per esempio: “Cielo a pecorelle, acqua a catinelle” oppure “Se piove alla Candelora, dall’inverno siamo fora”. (giornalistitalia.it)