CATANIA – Mario Ciancio Sanfilippo replica al Comitato di redazione della Gazzetta del Mezzogiorno affermando che «non intende entrare in polemica» avendo «il massimo rispetto per i tanti lavoratori della testata, ma non può astenersi dal replicare con fermezza ad alcune gravi inesattezze, inconcepibili per professionisti che hanno l’obbligo di informare correttamente i lettori, e ad una gratuita aggressione nei confronti della sua persona».
«Il Consiglio di amministrazione, composto in origine da professionisti di nomina giudiziaria, non è uscente – aggiunge Mario Ciancio Sanfilippo – ma pienamente in carica per una precisa disposizione di legge e non per “decisione del Tribunale di Catania”, che nulla ha deciso al riguardo. I soci di Edisud S.p.A, nel rispetto delle norme del codice civile, ed avendo preso atto della circostanza evidenziata chiaramente dagli attuali amministratori in ordine alla acclarata dichiarata mancanza di continuità aziendale, hanno chiesto agli stessi amministratori di convocare l’assemblea straordinaria per l’obbligatoria ed inevitabile presa d’atto di quanto sopra e per la messa in liquidazione della società».
Mario Ciancio Sanfilippo «afferma e ribadisce» che «la restituzione delle imprese e dei beni è la naturale conseguenza dei trancianti provvedimenti della Corte di Appello di Catania che ne hanno riconosciuto l’estraneità a contesti criminali o comunque contaminati da ambiti illeciti».
«Mario Ciancio Sanfilippo – prosegue la nota – pur avendo sostenuto con oltre 30 milioni di euro lo sviluppo e il consolidamento del giornale, garantendo durante la propria gestione la puntuale corresponsione delle retribuzioni a giornalisti e poligrafici, si è dovuto arrendere alla crisi della testata ed ha messo gratuitamente a disposizione il complesso aziendale che la ricomprende, con ogni connesso cespite. Nessun soggetto, tuttavia – sottolinea – a livello locale o nazionale, ha manifestato serio interesse per l’acquisizione ed il rilancio di detti beni».
Mario Ciancio Sanfilippo ribadisce che «onorerà le proprie personali esposizioni verso il sistema bancario dando fondo ad ulteriori risorse e quindi sono altri quelli che dovrebbero vergognarsi della loro latitanza, della loro insensibilità e della loro solidarietà di facciata» e informa che «ulteriori interventi dal tono ingiurioso e diffamatorio come quelli in riscontro formeranno oggetto di azione giudiziaria a tutela del proprio diritto all’onorabilità ed al rispetto». (giornalistitalia.it)
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