ROMA – “Maleducati” (Luiss University Press editore, 144 pagine, 15 euro, 7,99 euro su eBook), è il nuovo libro con cui Mario Caligiuri affronta il problema della disinformazione nel Bel Paese, definendone i pericoli sempre più evidenti per la nostra democrazia.
Le domande che si pone e a cui tenta di rispondere Mario Caligiuri, giornalista e professore di Pedagogia della comunicazione all’Università della Calabria, considerato uno dei massimi studiosi europei di intelligence, sono tante: cosa succede a una società quando non viene assicurato a ogni cittadino un livello adeguato di educazione? Cosa accade a una persona che non possiede gli strumenti essenziali per comprendere il mondo? Come si fa a garantire il funzionamento di una democrazia quando chi la abita non è messo nella condizione di offrire il proprio contributo?
Secondo Mario Caligiuri, il proliferare della disinformazione e lo scarso rilievo dato all’istruzione sono il chiaro riflesso di una società maleducata, effetto che ritorna come in un circolo vizioso per la democrazia, ponendola continuamente in una situazione di rischio. Ecco perché dobbiamo costruire una nuova pedagogia per tornare a dare valore alla democrazia.
Nel libro, l’autore ribadisce l’assoluta centralità del tema dell’educazione nella società poiché, come spiega il premio Nobel Joseph Stiglitz, è sempre stato l’aumento della capacità di apprendimento che ha determinato nel corso degli ultimi secoli la crescita economica. E nel nostro Paese, “la crisi del sistema scolastico ha preceduto quella più generale dell’economia”»
Caligiuri spiega che «all’importanza decisiva di questa funzione corrisponde invece uno stato dell’arte della scienza che se ne occupa, nota come pedagogia, che attualmente sembra particolarmente debole. Prima di tutto occorre evidenziare alcuni elementi che, soprattutto nel caso italiano, mi sembrano fondanti, considerando che proprio nel nostro Paese questo tema è assolutamente centrale ma, di fatto, costantemente eluso. Sembrerebbe quindi emergere una non sufficiente consapevolezza per porlo al centro del dibattito pubblico e culturale, magari sottolineato dalla scelta che la delega all’istruzione venga direttamente gestita dal presidente del Consiglio».
A cento anni dalla Riforma Gentile, con questo libro Mario Caligiuri intende «contribuire a fare diventare l’educazione il tema prioritario della riflessione politica nazionale. Viviamo in un’epoca di particolare incertezza dove di fronte a ogni problema sociale viene costantemente indicata la ricetta dell’educazione, ma non ci sono azioni incisive in questa direzione».
Evidenziando che «per sostenere la democrazia, c’è bisogno di istruzione pubblica di qualità, che invece è sistemicamente sempre meno efficace», Caligiuri non esita a giudicare «davvero surreale che nel confronto con l’intelligenza artificiale, rivendichiamo la consapevolezza dell’intelligenza umana che invece, da questi segnali, siamo noi a smarrire per primi». (giornalistitalia.it)
CHI È MARIO CALIGIURI
Nato a Soveria Mannelli (Catanzaro) il 28 settembre 1960, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine della Calabria dal 12 luglio 1986, Mario Caligiuri è professore ordinario all’Università della Calabria, è considerato uno dei massimi studiosi europei di intelligence a livello accademico. Professore di Pedagogia della comunicazione all’Università della Calabria, è Presidente della Società Italiana di Intelligence.
All’Università della Calabria: nel 1999 ha introdotto lo studio dell’intelligence nell’ambito dell’insegnamento di “Teoria e tecniche della comunicazione pubblica”; nel 2007 ha promosso il Master in Intelligence, primo nel nostro Paese e avviato su sollecitazione del Presidente emerito dellla Repubblica Francesco Cossiga; nel 2008 ha fondato il Laboratorio scientifico sull’Intelligence; nel 2009 ha creato una collana editoriale sull’intelligence con la Rubbettino; nel 2018 ha contribuito ad attivare il corso di laurea magistrale in intelligence e analisi del rischio, anche questo primo in Italia.
Ha pubblicato numerosi saggi: “Intelligence e Università: un punto di vista Italiano” (2003), “Cossiga e l’intelligence” (2011), “Intelligence e scienze umane. Una disciplina accademica per il XXI secolo” (2016), “Cyber intelligence. Tra libertà e sicurezza” (2016), “Intelligence e magistratura. Dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria” (2017), “Aldo Moro e l’intelligence. Il senso dello Stato e le responsabilità del potere” (2018), “La rivoluzione dietro l’angolo. Come il disagio sociale digitale minaccia la sicurezza nazionale” (2019),
“Come i pesci nell’acqua. Immersi nella disinformazione” (2019), “Intelligence studies. Un’analisi comparata tra l’Italia e il mondo angloamericano”, con Giangiuseppe Pili (2020); “Come si comanda il mondo. Teorie, volti, intrecci” con Giorgio Galli (2017), “Il potere che sta conquistando il mondo. Le multinazionali dei Paesi senza democrazia” con Giorgio Galli (2020), “Per una pedagogia della nazione. Politica ed educazione in Italia nel XXI secolo (2021); “Giulio Andreotti e l’intelligence. La guerra fredda in Italia e nel mondo” (2021) e “Intelligence e diritto. Il potere invisibile delle democrazie”, con la prefazione di Luciano Violante (2021). È autore della voce “Intelligence” dell’Enciclopedia Treccani (2020). (giornalistitalia.it)