ROMA – Quali sono le mire espansionistiche di Pechino sul Bel Paese? Ad esplorare «l’opera silente di condizionamento e di influenza messa in atto tra i politici, gli accademici e il mondo dei Media e i lati più oscuri della presenza poco evidente ma influente della criminalità organizzata cinese in Italia» ci prova il giornalista Marco Lupis nel suo ultimo libro “Ombre cinesi sull’Italia” (Rubbettino editore, 158 pagine, 15,20 euro, 9,99 eBook con Drm).
«La Cina – spiega Lupis – sta lentamente ma inesorabilmente infiltrando la realtà italiana, ponendo al centro del mirino della sua raffinata strategia – tra soft e sharp power – le istituzioni politiche italiane, gli affari, la finanza, il mondo accademico, la cultura e i Media».
Il giornalista sottolinea che la minaccia è di quelle da non sottovalutare, al punto che – già nel novembre del 2020 – il Copasir, Comitato di controllo sui Servizi Segreti, lanciava l’allarme sui pericoli legati alla penetrazione cinese in molti settori della vita italiana: imprenditoriale, politico, istituzionale e anche nell’intelligence. Un segnale forte, che però finisce quasi dimenticato, presto sepolto sotto le notizie sempre più allarmanti sulla pandemia di Coronavirus.
Fino a quando, il 6 novembre 2023 – con quasi due mesi di anticipo sulla scadenza ufficiale – il nuovo governo di centrodestra decide l’uscita dal contestatissimo protocollo della Nuova Via della Seta, firmato nel 2019 dal governo Conte, che aveva tra l’altro messo l’Italia nella scomoda posizione di essere l’unico tra i paesi del G7 ad averlo sottoscritto.
Il libro ricostruisce la storia, le modalità e le dinamiche della silenziosa ma costante penetrazione della Cina in Italia, con particolare riferimento all’ultimo decennio e cerca di dare una risposta a una domanda che si fa sempre più urgente: riusciremo a controllare le mire espansionistiche di Pechino nel nostro Paese? (giornalistitalia.it)
CHI È MARCO LUPIS
Giornalista, fotoreporter, scrittore, dal 1995 è stato corrispondente da Hong Kong del quotidiano la Repubblica e inviato dall’Estremo Oriente per le maggiori testate giornalistiche italiane (“Panorama”, “Il Tempo”, “Corriere della Sera”, “L’Espresso”) e per la Rai (Mixer, Format, TG1 e TG2). Lavorando spesso in zona di guerra, è stato fra i pochi giornalisti a seguire i massacri a Timor Est, gli scontri sanguinosi tra cristiani e islamici nelle Molucche, la strage di Bali e l’epidemia di Sars.
Marco Lupis con le sue corrispondenze ha coperto per oltre un decennio l’intera area Asia-Pacifico, spingendosi fino alle isole Hawaii e all’Antartide. Ha intervistato molti protagonisti della politica asiatica come Aung San Suu Kyi e Benazir Bhutto. Oggi è inviato per la televisione svizzera Rai e l’Huffington Post. Ha pubblicato “Hong Kong – Racconto di una città sospesa” (Il Mulino, 2021) e per Rubbettino: “Il male inutile” (2018) e “I cannibali di Mao” (2019). (giornalistitalia.it)