ANCONA – Allarme rosso per l’emittenza regionale. La redistribuzione delle frequenze alle tv locali delle Marche, già vittime della latitanza del governo al tavolo di riassegnazione dei segnali con paesi transfrontalieri, rischia di mettere definitivamente in ginocchio le aziende del settore già gravate da anni di crisi.
Una crisi che non risparmia nessuno. A partire da Tv CentroMarche, che secondo la nuova graduatoria preparata dal Ministero dello sviluppo economico, nonostante sia la prima emittente privata regionale, ha ricevuto l’ordine di liberare la sua isofrequenza nelle province di Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno.
L’abbandono per decreto, al 31 dicembre 2014, di metà del territorio regionale avrebbe una ricaduta abnorme sui ricavi e sull’occupazione: 23 dipendenti, 8 dei quali giornalisti, rischiano una radicale ristrutturazione della loro azienda i cui effetti peseranno anche su un milione e mezzo di cittadini marchigiani.
Una diminuzione del pluralismo dell’informazione che preoccupa il sindacato giornalisti e che deve far al più presto riflettere istituzioni, politica e società civile.
Quella di Tv CentroMarche non è peraltro un’eccezione, ma solo il caso più evidente delle difficoltà del comparto regionale dell’emittenza locale che già negli anni scorsi ha conosciuto altri rovesci, a partire dalla trasformazione di Tvrs – già testata giornalistica – a semplice operatore di rete.
“Urgono risposte di sistema – sottolinea il Sindacato Giornalisti delle Marche – a una crisi che altrimenti non si interromperà. Anche su questo fronte di sollecitazione e dibattito istituzionale l’impegno del Sigim sarà costante”.
La crisi non risparmia nessuna emittente. Il Sigim: “Urgono risposte di sistema”