Nella bozza del Consiglio dei ministri importanti novità per salvare il settore

Manovra 2021: tutte le misure per l’Editoria

ROMA – Importanti novità per l’Editoria nella bozza di Manovra 2021 che domani, lunedì 16 novembre, a mezzogiorno verrà sottoposta all’esame del Consiglio dei ministri. Rispetto alla versione presentata venerdì il testo si arricchisce di 5 nuovi articoli per un totale di 248. Innanzitutto, la  decontribuzione al Sud viene estesa fino al 31 dicembre 2029. L’articolo 27 relativo al versamento dei contributi previdenziali prevede, però, uno sfasamento dell’agevolazione negli anni: 30% nel 2025, 20% nel 2026 e 2027 e 10% nel 2028 e 2029.

Giuseppe Conte

Previsti, inoltre, sgravi del 100% per l’assunzione delle donne. Tra le altre misure, la proroga fino a marzo della possibilità di rinnovare i contratti a tempo determinato senza causali, in deroga alle norme del decreto Dignità. Ed ancora la possibilità di applicare i contratti di espansione alle aziende con almeno 500 dipendenti (l’attuale norma fissa il minino a 1000) e la trasformazione dell’Istituto Luce da Srl in Spa con un aumento di capitale di 10 milioni di euro da parte del Mef.
Novità anche in materia di concorsi pubblici con buona pace di quanti, in occasione del concorso per giornalisti Rai, hanno gridato allo scandalo quando è stata avanzata la proposta di far svolgere le selezioni a livello territoriale. Ebbene la bozza di Manovra prevede l’istituzione dei “Poli territoriali avanzati”, ovvero di strutture decentrate per lo svolgimento dei concorsi pubblici che consentano, tra l’altro, un abbattimento dei costi.
Quanto ai provvedimenti specifici per il settore, la bozza della Manovra 2021 prevede per «assicurare continuità al quadro degli strumenti a sostegno della ripresa delle imprese editoriali» che per gli anni 2021, 2022 e 2023, il credito d’imposta è concesso «nella misura unica del 50% del valore degli investimenti pubblicitari effettuati sui giornali quotidiani e periodici, anche online, entro il limite massimo di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021, 2022 e 2023, che costituisce tetto di spesa».

Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro

La misura, inoltre, «dispone il rifinanziamento e la proroga triennale di alcune misure temporanee di sostegno alla filiera della stampa in scadenza al 31 dicembre 2020, con particolare riguardo a quelle introdotte o modificate dai decreti cosiddetti Cura Italia, Rilancio e Agosto.
In considerazione della perdurante condizione di crisi del settore editoriale, la norma «dispone la proroga per il triennio 2021-2023, del credito d’imposta per gli investimenti pubblicitari effettuati sui giornali quotidiani e periodici, anche online, secondo il regime speciale introdotto per il 2020, entro il medesimo tetto di spesa pari a 50 milioni di euro annui».
Nelle more del consolidamento dei dati relativi alle domande presentate per l’annualità 2020 secondo il nuovo regime di computo introdotto in corso d’anno, si mantiene prudenzialmente inalterato il tetto di spesa già previsto.
Il provvedimento, inoltre, «dispone la proroga – per gli anni 2021, 2022 e 2023 – del credito d’imposta riconosciuto agli esercenti attività commerciali che operano esclusivamente nel settore della vendita al dettaglio di giornali, riviste e periodici e alle imprese di distribuzione della stampa che riforniscono giornali quotidiani e/o periodici a rivendite situate nei comuni con una popolazione inferiore a 5.000 abitanti e nei comuni con un solo punto vendita».
Al fine di consolidare contestualmente il sostegno all’editoria digitale, inoltre, viene disposta la «proroga triennale anche del credito d’imposta per i servizi digitali, introdotto dall’articolo 190 del cosiddetto decreto Rilancio per l’anno 2020». Tale credito d’imposta è riconosciuto alle imprese editrici di quotidiani e di periodici che occupano almeno un dipendente a tempo indeterminato per un importo pari al 30% della spesa effettiva sostenuta nell’anno precedente per l’acquisizione dei servizi di server, hosting e banda larga per le testate edite in formato digitale.
In relazione all’andamento atteso delle richieste per l’anno 2020, come stimato dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria, al fine di limitare il ricorso al riparto proporzionale in sede di attribuzione del contributo per gli anni 2021, 2022 e 2023, «si dispone altresì l’aumento del tetto di spesa da 8 a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni suddetti».
Infine, il provvedimento interviene sulla disciplina della cosiddetta “18App” prevedendo «l’inserimento tra gli acquisti ammissibili anche degli abbonamenti a giornali periodici, in aggiunta agli abbonamenti a giornali quotidiani già ammessi per l’anno 2020 ai sensi della richiamata disciplina». (giornalistitalia.it)

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