LA VALLETTA (Malta) – Nuova tegola giudiziaria per Keith Schembri. L’ex capo di gabinetto del governo Muscat già nominato dai pentiti del caso Caruana come sospetto fiancheggiatore del mandante Yorgen Fenech, è stato formalmente incriminato per riciclaggio, associazione a delinquere, frode, corruzione, falsa testimonianza e falsificazione di prove a conclusione di una inchiesta giudiziaria partita dalla scoperta di pagamenti fatti fra il 2010 ed il 2015 per 650mila euro sui conti offshore dell’ex direttore editoriale del Times of Malta, Adrian Hillman.
La mazzetta, stando a quanto emerso durante l’udienza, sarebbe stata pagata dalla Kasko, la holding di Schembri, dopo aver vinto l’appalto per la stampa del quotidiano maltese. Schembri è stato incriminato assieme ad altre dieci persone, tra cui il padre.
Quella di ieri è la seconda imputazione per riciclaggio a carico dell’ex capo di gabinetto, dopo quella per corruzione nella vendita dei passaporti maltesi per cui è stato arrestato (e rilasciato su cauzione) a settembre scorso.
Stando a quanto emerso in udienza, per fare i pagamenti Schembri usò società create a Gibilterra ed in Svizzera, nonché un conto della Pilatus Bank, l’istituto bancario creato dall’iraniano Ali Sadr, accusato dagli Usa per violazioni delle sanzioni contro l’Iran. La banca è stata chiusa dalla Bce nel 2018.
Paul Caruana Galizia, figlio della giornalista uccisa il 16 ottobre 2017, ha commentato l’incriminazione di Schembri scrivendo su Twitter: «Assolutamente straordinario. Per anni @keitschembri ha accusato mia madre di usare documenti falsi per implicarlo in casi di corruzione. Ora Schembri, 45 anni, imputato per: corruzione, frode, falsa testimonianza, associazione a delinquere e … falsificazione», arrestato assieme ad altre 10 persone per una vicenda di corruzione che sui media maltesi viene definita “senza precedenti” ha passato la notte in carcere. Charmaine Galea, presidente della Corte, ha, infatti, respinto tutte le richieste di libertà su cauzione per il rischio di fuga e di inquinamento delle prove.
La Procura, rappresentata dal magistrato Elaine Mercieca Rizzo, ha sottolineato che gli accusati – a cominciare da Schembri – non solo avevano i mezzi per fuggire ma anche accesso ad un «oscuro sistema finanziario» e che «hanno dimostrato propensione ad ostacolare la giustizia quando hanno falsificato documenti e fatto dichiarazioni mendaci alle autorità statali».
Con Schembri, titolare di un piccolo impero economico che partendo dal business della stampa di quotidiani include attività finanziarie, immobiliari e di import-export, sono finiti in carcere il padre Alfio (72, presidente della capogruppo, Kasko Holding Ltd.), i suoi soci e collaboratori Malcolm Scerri, 54, e Robert Zammit, 39. Il tribunale ha respinto la libertà su cauzione anche per Karl Cini, Brian Tonna, Katrin Bondin Carter e Manuel Castagna, i quattro partner della società di consulenza Nexia BT. Quest’ultima, che creò il sistema di società offshore rivelato dalle Panama Papers su cui indagava Daphne Caruana Galizia, è coinvolta con Schembri anche in un parallelo caso di corruzione legato alla vendita dei passaporti maltesi. (ansa)