TRENTO – «Care colleghe e cari colleghi, é con dispiacere ma anche con un personale sollievo che vi comunico le mie dimissioni dalla Presidenza e come consigliera del’Ordine regionale. In questo periodo sono successe cose gravi che ho cercato di combattere ma non ho trovato all’interno di questo Consiglio, che pur mi ha eletta, il necessario sostegno. Anzi c’è stato un mirato progressivo logoramento da parte di chi – per i propri errori – era stato sconfitto alle ultime elezioni. Dunque mi dimetto ma senza “chiedere scusa’’ – come mi è stato chiesto – per una lettera in cui sono invece orgogliosa».
Elisabeth Anna Mair, presidente del Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti del Trentino Alto Adige, non usa mezzi termini nel motivare le proprie dimissioni in aperta polemica con il Sindacato giornalisti del Trentino Alto Adige federato alla Fnsi e con quanti, ai vari livelli, l’hanno costretta a gettare la spugna non certo in segno di resa ma di ferma rinuncia a combattere sterili ed inutili battaglie con chi, piuttosto che difendere gli interessi della categoria, eleva a “nemico” chi non si adegua al pensiero unico.
Elisabeth Anna Mair spiega, infatti, che «con quella lettera, che rivendico, ho fatto solo il mio dovere di Presidente assumendomi la responsabilità di difendere il ruolo e le prerogative dell’Ordine dalle iniziative di un Sindacato che – senza nessuna informazione preventiva – ma facendo tutto “di nascosto’’ – ha deciso di costituirsi come ente formatore. Ma la formazione, a mio avviso, é compito precipuo proprio dell’Ordine e tutti qui dovremmo difendere queste nostre prerogative senza creare costosi ed inutili doppioni. Invece di collaborare con l’Ordine – come é sempre stato nella tradizione dei nostri organismi di categoria – é stato scelto di agirgli contro».
«Ho dato anche recentemente – sottolinea Elisabeth Anna Mair – la mia massima disponibilità a questa collaborazione per superare aperte e visibilissime, anche in questa sede, ostilità. Tutto é stato purtroppo inutile in quella che appare come una lunga e astiosa lotta di potere per ribaltare un esito elettorale e non una difesa degli interessi dell’Ordine e della categoria».
Inevitabili le conclusioni: «Se questo é lo Zeitgeist, se questo è lo stile vi dico che non fa per me. E non credo faccia bene neppure alla nostra categoria ed onore alla sua storia. Sono orgogliosa comunque dell’operato che sono riuscita a portare avanti in questi 15 mesi. E ringrazio di cuore chi mi ha seguita e sostenuta in questo periodo ricco di emozioni».
Quindi, i titoli di coda senza appello: «Considerate queste le mie dimissioni anche dal Consiglio come irrevocabili. Ringrazio anche ai miei elettori ed elettrici che mi avevano data fiducia e lascio spazio al primo dei non eletti». (giornalistitalia.it)